Le rivelazioni di Sarkozy fanno luce sulla manovra internazionale che fece cadere Berlusconi

E dunque, dopo dodici anni, Nicolas Sarkozy ha vuotato il sacco rivelando i dettagli, nel suo nuovo libro “Le temps des combats”, della congiura contro Berlusconi.

Beppe Santini
5 Min di lettura

Cannes, 3 novembre 2011, vertice del G20: l’allora presidente francese e la cancelliera tedesca Angela Merkel cercarono di convincere il premier italiano “a lasciare la guida del governo“. Cosa che avvenne pochi giorni dopo, il 12 novembre.

Il racconto di Sarkozy parte dal 26 aprile, quando arrivò a Roma per un bilaterale franco-italiano: “Le nostre relazioni avevano iniziato a peggiorare. Berlusconi stava diventando la caricatura di sé stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo…”. Sarkozy ricorda la terribile crisi finanziaria che mise in allarme tutta Europa. Al G20 di Cannes il tema cruciale fu il collasso finanziario della Grecia, ma c’era preoccupazione anche per l’Italia, che era la terza economia dell’eurozona, finita nel mirino della speculazione internazionale. Per cui – scrive Sarkozy – “Angela Merkel e io decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto. Lui cominciò a spiegare che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani”.

L’incontro diventò sempre più aspro, fino all’epilogo drammatico: “Ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro. Pensavamo sinceramente che la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui e il suo atteggiamento patetico…L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu (all’epoca premier greco) e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami…I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario”.

Insomma, quella di Sarkozy è un’ammissione clamorosa di ingerenza negli affari interni italiani, ridando così fiato alle ricostruzioni dell’epoca, ritenute complottistiche ma che alla luce di queste rivelazioni diventano più che realistiche.

“ItaliaOggi” del 7 ottobre 2009 scrisse, ad esempio, che il governo italiano traballava a causa dei legami con Gheddafi, molto malvisto dalla coppia Obama-Hillary Clinton. Fino a che il mondo era governato da Bush e da Putin, che Berlusconi ebbe il merito storico di tenere uniti facendo da ufficiale di collegamento, almeno un simulacro di sovranità italiana era stato stato preservato. Poi, con Obama alla Casa Bianca (e Sarkozy all’Eliseo…), l’equilibrio si ruppe, come dimostrò la scellerata guerra alla Libia, a cui Berlusconi era fermamente contrario, ma invece tutta l’opposizione italiana – col presidente Napolitano in testa – indossò l’elmetto.

La bufala da cui partì l’assalto finale a Gheddafi, ossia i 10mila presunti morti massacrati dal regime libico fu lanciata dalle agenzie statunitensi e britanniche, e questo sta a significare che dietro il becero protagonismo di Sarkozy c’erano altri interessi, molto più consistenti.

La Germania invece rimase a guardare, lasciando che altri combattessero, agevolando i suoi disegni, in Libia come a Roma, dove appoggiò l’arrivo di Monti a Palazzo Chigi deciso da Napolitano che lo fece senatore a vita in due giorni. Gasparri disse che Monti era il Quisling di turno, ma l’ex commissario europeo fu solo il terminale di un’operazione a più vasto raggio, iniziata con i continui contatti tra il Quirinale e il capo di Stato tedesco, gli attacchi dei media internazionali, la speculazione che mise in ginocchio Piazza Affari, la vendita improvvisa dei titoli di Stato italiani da parte delle banche tedesche, il pranzo a Berlino di due ministri nel giorno delle dimissioni del governo, le manovre parlamentari che coinvolsero una parte della maggioranza erano tutti indizi che portavano acqua alla tesi del complotto.

La Lega propose una commissione parlamentare d’inchiesta per “ricostruire realmente i fatti e gli accadimenti che hanno portato alla fine del governo e alle dimissioni di Berlusconi“. Le indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal, poi, ricostruirono perfettamente il clima delle settimane convulse che videro Napolitano sempre più protagonista della politica parlamentare e la Merkel, insieme a Sarkozy, sempre più determinata a cacciare Berlusconi.

Erano i giorni dello spread ai massimi, dell’Unione europea che entrava a gamba tesa sul governo perché approvasse una nuova manovra economica e della sinistra che alle Camere brigava per far mancare la maggioranza al governo.

Operazione riuscita, e ora Sarkozy ha spiegato il perché.

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