Nessun italiano vorrebbe sentire riparlare di Covid, di tamponi, di mascherine a scuola, o tornare ai derbies nei talk-show tra virologi e no-vax. Ma c’è purtroppo un principio di realtà che impone a chi ragiona col buonsenso e non con l’ideologia di non voltarsi dall’altra parte. E la realtà ci dice, in una situazione ampiamente sotto controllo, che i contagi sono in rialzo, e che il virus è tornato a colpire con la variante Eris. Secondo una ricerca dell’Università dell’Insubria coordinata dal professor Fabio Angeli, l’aumento degli indicatori è dovuto “alla maggiore resistenza agli anticorpi e alla inalterata capacità trasmissiva e di legame alle nostre cellule della variante EG.5 rispetto Omicron spiegherebbe: per i casi di positività nell’ultima settimana si è registrato un +43,4%, mentre per i decessi un +44,6%. Sorprende quindi (ma fino a un certo punto) che sia già iniziata una sorta di criminalizzazione preventiva del ministro della Sanità Schillaci per la circolare inviata dal ministero che uniforma le regole sui tamponi in ospedale, un dovuto atto precauzionale che parte dal presupposto secondo cui le varianti attuali del Covid sono meno pericolose rispetto al virus originario, ma possono ugualmente trasformarsi in una malattia severa se colpiscono le persone fragili.
La domanda da porsi, semmai, è un’altra: in questi mesi si è fatto davvero tutto per far ripartire l’anno scolastico in sicurezza? A questo proposito, è preoccupante il comunicato di “Confindustria Servizi Hcfs” che rappresenta il settore delle pulizie e delle sanificazioni, che si è rilevato essenziale nel combattere la diffusione del Covid e può svolgere un ruolo fondamentale anche in fase di prevenzione. Ebbene, ad anno scolastico già iniziato, Confindustria chiede “una programmazione e degli indirizzi precisi”, da cui si arguisce che una programmazione degli interventi ancora non c’è stata. Come conferma questo passaggio successivo: “Sarebbe paradossale trovarsi nella situazione di intervenire negli ambienti scolastici o ospedalieri con le modalità pre-Covid senza garantire la salubrità e sicurezza degli ambienti nella condizione attuale”. Quindi il messaggio da veicolare non è la critica alle circolari del governo, ma una sollecitazione a non ripetere gli errori del passato.
L’auspicio è che parta subito una campagna informativa sulla necessità per gli anziani e per le persone fragili di vaccinarsi appena saranno disponibili (pare nella seconda metà di ottobre) le dosi adeguate alle nuove varianti, perché questo significa tutelare noi stessi, i nostri cari e i nostri colleghi di lavoro, ma soprattutto contribuire a limitare la circolazione del virus e la moltiplicazione delle varianti. Si tratta di un ragionamento illiberale? Assolutamente no, perché il diritto naturale di non essere contagiati sopravanza tutte le argomentazioni dei soloni ideologici dal talk-show. E’ stato il Covid a distruggere vite, aziende e posti di lavoro, ed è grazie ai vaccini che siamo tornati a una vita normale nelle fabbriche e negli uffici, alla scuola in presenza, alla frequentazione di cinema e teatri, ristoranti, stadi e palestre.
E dunque fa bene il ministro Schillaci ad organizzare negli ospedali un’accurata gestione del virus che sta tornando, anche se in forma endemica. Quello di cui non sentiamo proprio bisogno è il ritorno alle crociate no vax: anche basta.