Il Movimento 5 Stelle si trova dove nessuno lo avrebbe mai immaginato appena un anno fa. In mezzo alle macerie elettorali si muovono fantasmi. Beppe Grillo ha brutalmente “scaricato” il presidente Giuseppe Conte durante il suo spettacolo “Io sono un altro“, a Fiesole, con commenti pungenti. «Ho incontrato Giuseppe Conte, mi ha fatto un po’ tenerezza, ha preso più voti Berlusconi da morto – ha detto, sarcastico – che lui da vivo». Ha poi sottolineato il suo ruolo cruciale all’interno del Movimento, con un chiaro altolà al mai amato Conte: «Conte deve capire che io sono essenziale e non so come andrà a finire con lui». Grillo, con la consueta ironia tagliente, ha riservato complimenti persino a Giorgia Meloni per il suo senso dell’umorismo, mentre criticava la seriosità accademica di Conte.
A questo assalto si è unito Luigi Di Maio. All’indomani della sconfitta elettorale che ha portato il Movimento sotto la soglia del 10 per cento, l’ex ministro degli Esteri, ora rappresentante Ue nell’area del Golfo, ha attaccato duramente Conte in un’intervista a La Stampa. Secondo Di Maio, Conte ha “snaturato il Movimento, che oggi è un partito ancora più chiuso e verticistico del passato“. Ha ricordato un M5S più plurale e con diverse “anime”, accusando Conte di aver modellato il Movimento a sua immagine e somiglianza senza opposizioni interne. «Nonostante il risultato negativo, dentro al Movimento non cambierà niente – ha proseguito – Quanto a Grillo, ha 300 mila buoni motivi per restare in silenzio».
Di Maio ha poi criticato la debolezza delle liste e dei candidati, ironizzando sulla proposta del doppio mandato come soluzione alla crisi del Movimento. Ha concluso affermando che i partiti che hanno fatto cadere Draghi e i due leader di centro, incapaci di trovare un accordo, hanno pagato il prezzo più alto in questa tornata elettorale. Per quanto riguarda il suo futuro, Di Maio ha detto di voler dedicarsi alla famiglia e di portare a termine il suo mandato presso le istituzioni europee.
Nel frattempo, i membri più ortodossi del M5S aumentano le critiche all’alleanza con il Pd, preoccupati per la gestione del terzo mandato da parte di Conte. La situazione è ulteriormente complicata dalla decisione della Cassazione riguardo a Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, che deve affrontare un nuovo processo solo per ricalcolare la pena, mantenendo però la responsabilità penale per i reati di omicidio colposo, disastro e lesioni. Appendino, ora deputata, era vista come una possibile alternativa a Conte, soprattutto in vista delle elezioni europee. Tuttavia, la sentenza della Cassazione sembra rafforzare la posizione di Conte, che cerca di consolidare la sua leadership proponendo una gestione più collegiale del Movimento con un direttorio di big.
Virginia Raggi emerge come l’unica avversaria possibile di Conte. L’ex sindaca di Roma ha criticato apertamente la strategia di alleanza con il Pd, sostenendo che il M5S deve rimanere alternativo al sistema politico tradizionale. «Il M5S deve ritrovare una delle proprie caratteristiche: essere alternativo al sistema politico tradizionale. Schiacciarci sulle posizioni della destra o della sinistra – ha sillabato Raggi – ci snatura e rende irriconoscibili». Un’opinione che si scontra con quella di Conte, che colloca il M5S nell’area “progressista” ma ribadisce di non voler essere un “junior partner del Pd“.
Indiscutibilmente, la gestione della pandemia Covid-19 da parte di Conte, caratterizzata da decisioni tardive e comunicazioni ambigue, ha alienato l’elettorato e sollevato numerose critiche. Questo auto-sabotaggio si somma a una leadership contestata, alleanze traballanti e figure chiave come Appendino e Raggi che mettono in discussione la linea politica. Il futuro del Movimento 5 Stelle appare sempre più incerto. Gli attacchi interni, le sconfitte elettorali e la mancanza di una chiara direzione indicano che il partito potrebbe essere ormai destinato al declino inarrestabile, incapace di ritrovare la propria identità e rilevanza politica, tradendo così gli ideali originari di Beppe Grillo.
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