Zohran Mamdani ha 34 anni, un breve passato da rapper, un background culturale misto e la potenza di far tremare il partito democratico, oltre che quello repubblicano. Musulmano, il primo a guidare la città di New York, nato in Uganda e vissuto nella “gabbia d’oro” dei progressisti della Grande Mela, è il nuovo volto di un Partito Democratico che sembra pronto ad una svolta progressista.
Di fronte al conservatorismo e l’estremismo sempre più pressante del Partito Repubblicano, guidato da un Donald Trump furente nei confronti dello stesso Mamdani, i progressisti si fanno largo tra i moderati della sinistra, nel tentativo di presentare un argine allo strapotere del Tycoon. È lo stesso Mamdani a confermare di essere una figura di contrapposizione, pur consapevole di non potersi candidare alla Casa Bianca nel 2028. Il neo-sindaco di New York non è nato su suolo americano per cui, anche se ha la cittadinanza americana, non è candidabile a Presidente degli Stati Uniti.
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Un ostacolo che comunque non ha fermato Mamdani dal voler mandare un messaggio all’intera Nazione. “In questo momento di oscurità politica, New York sarà luce“, ha sostenuto il neo eletto nel primo discorso dopo la sua elezione. Non contento, il 34enne si è rivolto direttamente a Donald Trump: “Visto che so che stai guardando, ho quattro parole per te: alza il volume“.
Mamdani sindaco di New York: cosa aspettarsi
La vittoria del democratico progressista è infatti la prima vera battuta di arresto al mandato del presidente Usa. “Partendo dall’1% nei sondaggi, Mamdani ha realizzato uno dei più grandi sconvolgimenti politici nella storia americana moderna“, ha sottolineato il senatore Bernie Sanders, uno degli esponenti democratici più a sinistra insieme ad Alexandria Ocasio-Cortez, entrambi sostenitori del primo cittadino newyorkese. Il vincitore ha infatti una storia politica piuttosto particolare.
Dopo la sconfitta alle primarie di Andrew Cuomo, candidato democratico alla guida di New York, Mamdani dà inizio ad una campagna elettorale che punta al “voto emozionale“. Il suo elettorato è composto principalmente da elettori progressisti della classe operaia, immigrati e persone di colore, ovvero coloro che vivono New York nella sua quotidianità, con tutti i problemi del caso. “Dimostreremo che non esiste problema troppo grande per essere risolto dal governo e preoccupazione troppo piccola per non doversi preoccupare”, ha sostenuto Mamdani rivolgendosi proprio a loro e ricordando le promesse fatte nei mesi scorsi.
Nel corso del suo mandato, il sindaco ha intenzione di migliorare la situazione economica dei cittadini. Trasporto pubblico gratuito, congelamento degli affitti, più case popolari e asili nido a prezzi calmierati: sono questi i primi passi del suo lavoro nella Grande Mela, con l’obiettivo di renderla una città che sia nuovamente vivibile.
Un piano che non ha divertito affatto il presidente Usa, il quale ha addirittura invitato gli elettori a votare per Cuomo, un democratico, piuttosto che per quello che ha definito “un piccolo comunista“. Inoltre, nel caso in cui avesse vinto Mamdani, il presidente ha promesso di tagliare i fondi alla città della East Coast. Una promessa che non può mantenere, in quanto una decisione simile può essere presa solamente dal Congresso e non dal titolare della Casa Bianca.
Eppure, non sono solo i Repubblicani ad essere preoccupati per questa vittoria. “In me si riconoscono coloro che non sono soddisfatti del Partito Democratico“, aveva spiegato Mamdani, ricordando che la sua forza politica potrebbe essere pronta ad un epocale cambiamento. I leader democratici sono quindi preoccupati che i progressisti possano prendere il sopravvento sui moderati, condannando il partito a dolorose sconfitte nei confronti dei democratici.
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