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Attentato a Washington, il killer fermato: “L’ho fatto per Gaza”

Le vittime sono state raggiunte da colpi di arma da fuoco mentre uscivano da un evento al Jewish Museum. Netanyahu: “Prezzo dell’istigazione contro di noi”. La vicenda ha scatenato le reazioni di vario tipo dei vertici del mondo, come il Ministro degli Esteri francese che rimanda al mittente e accuse di incitamento all'odio antiebraico rivolte da Gideon Sa'ar a diversi Paesi europei: "La Francia condanna senza ambiguità l'antisemitismo"

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Elias Rodriguez, il killer dell’attacco terroristico nel cuore di Washington davanti al Jewish Museum, stato individuato e arrestato, dopo aver compiuto l’omicidio dei due impiegati dell’ambasciata israeliana, ha urlato: “L’ho fatto per Gaza“. E’ quanto riportato da un testimone all’emittente britannico Sky news.

Inoltre, sarebbe emerso, che prima di compiere l’attentato, l’uomo, che a detta dell’Attorney general il responsabile per la Sicurezza dell’amministrazione americana, sembra abbia agito da solo, ha postato una lunga lettera in cui ha criticato Israele per le “atrocità al di là di ogni descrizione” commesse contro i palestinesi. Una missiva che rappresenterebbe lo stato dell’attentatore che spiega come “dopo alcuni mesi di rapido aumento del numero delle vittime, Israele ha annullato la capacità di continuare a contare i morti“, ribadendo come l’opinione pubblica si è rivoltata contro lo stato di apartheid genocida, mentre il governo americano “ha semplicemente scrollato le spalle” facendo a meno dell’opinione pubblica.

Parigi: “Le accuse di Israele sono oltraggiose”

Quelle di Israele nei confronti degli Stati europei sono “accuse oltraggiose e perfettamente ingiustificate“. A parlare è il portavoce del ministero degli Esteri francese Christophe Lemoine, in riferimento alle ultime dichiarazioni del Ministro degli Affari Esteri di Israele, Gideon Sa’ar, che dopo i fatti avvenuti nella capitale Usa ha tacciato diversi Paesi europei di “incitamento all’odio“.

La Francia ha condannato, la Francia condanna e la Francia continuerà a condannare sempre e senza ambiguità alcuna ogni atto antisemita”, ha ribadito fermamente Lemoine, respingendo qualsiasi accusa di odio antiebraico alla base del recente cambio di passo di alcuni Paesi occidentali nei confronti di Israele e della situazione a Gaza.

I fatti di Washington e le accuse di Israele

L’omicidio di due dipendenti dell’ambasciata israeliana a Washington, negli Usa, ha convinto Gerusalemme della pericolosità delle posizioni assunte da alcuni leader politici mondiali, che negli ultimi giorni si sono esposti pubblicamente a favore della protezione dei gazawi.

Ecco cosa succede quando i leader del mondo si arrendono alla propaganda terroristica palestinese e la servono“, ha tuonato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar nel corso di una conferenza stampa a Gerusalemme. L’agguato statunitense ha quindi permesso allo Stato di Israele di rispondere alla presa di posizione che giorno dopo giorno sta prendendo piede in Europa, nella consapevolezza delle stragi che continuano ad essere compiute nella Striscia.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, non si è lasciato quindi sfuggire questa occasione. “L’attentato di ieri sera è frutto di una selvaggia istigazione contro Israele“. Nessun riferimento alle parole del leader europei, lasciato invece al ministro della diaspora, Amichai Chikli, che ha puntato il dito direttamente contro il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e quello canadese Mark Carney.

I tre sarebbero colpevoli di aver “incoraggiato le forze del terrore attraverso la loro incapacità di tracciare linee rosse morali“. Il riferimento è alle parole dei tre leader che, due giorni fa, avevano avvertito che di fronte alle “azioni scandalose” del governo israeliano di Benjamin Netanyahu a Gaza, non sarebbero rimasti inerti, minacciando “misure concrete” nel caso dovesse continuare l’offensiva militare nella Striscia.

La risposta italiana all’agguato di Washington

Di fronte alla brutalità dell’attacco statunitense e alla dura risposta israeliana, la maggior parte dei leader e degli esponenti internazionali si sono espressi a condanna di quanto accaduto, sottolineando la gravità dell’evento e stringendosi al dolore di Israele.

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ieri aveva duramente criticano Israele per gli spari nel corso di una visita diplomatica europea in Cisgiordania, oggi si dice addolorato per quanto avvenuto a Washington. “L’antisemitismo figlio dell’odio contro gli ebrei va fermato perché gli orrori del passato non possono più tornare“.

Durissime anche le parole di Raffaella Paita di Itala Viva, che ha ricordato come “l’antisemitismo sia preoccupante e vada assolutamente fermato“, per poi aggiungere che nessuna azione può essere innalzata a giustificazione per l’omicidio di due giovani innocenti.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito l’agguato “l’ennesimo gesto di odio antisemita che si inserisce in un clima sempre più allarmante“. La seconda carica dello Stato, quindi, ha voluto lanciare un appello affinché si smetta di ignorare questi segnali e si agisca affinché episodi come quello di ieri non si verifichino più.

Le reazioni internazionali all’uccisione di due israeliani

Tra i primi a esprimersi sull’agguato a Washington vi è stato ovviamente il presidente Usa, Donald Trump. “Questi orribili omicidi, basati ovviamente sull’antisemitismo, devono finire, ORA!“, ha scritto su Truth, mandando poi un messaggio di vicinanza e cordoglio alle famiglie delle vittime e allo stato palestinese.

Il presidente Usa continua ad essere direttamente coinvolto nel conflitto, visti i suoi rapporti con Israele e la partecipazione al piano per la liberazione della Striscia, con la proposta di trasferire i gazawi in Libano a seguito della fine della guerra.

L’agguato in America, però, ha creato un certo sconcerto internazionale, convincendo anche i leader europei ad intervenire. “Nelle nostre società non c’è e non deve esserci posto per l’odio, l’estremismo e l’antisemitismo“, ha tuonato Kaja Kallas, Alto Rappresentante Ue per la politica estera, seguita poi dalla maggior parte dei capi di Stato e di governo dell’Ue.

Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha condannato gli omicidi, parlando di un “atto spregevole” e sottolineando la possibilità che quello avvenuto fosse un attacco con “movente antisemita“. Emmanuel Macron, presidente francese, non si è espresso, lasciando la parola al ministro degli Esteri, Jean-Noel Barrot, che ha sostenuto: “Nulla può giustificare una violenza del genere“. Anche per la Gran Bretagna si è espresso il ministro degli Esteri, David Lammy, che ha definito l’uccisione dei due israeliani “uno spaventoso attacco antisemita“.

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