Il punto stampa con l’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, è stata l’opportunità per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di presentare il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin. Obiettivo delle misure: la pace per l’Ucraina.
Per i vertici Ue non c’è altra strada che non sia quella dell’isolamento economico, dal momento che “la Russia continua a portare morte e distruzione“, senza nemmeno prestar attenzione ai tentativi diplomatici europei ed ucraini per un cessate il fuoco incondizionato.
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Alla proposta dell’Europa di imporre nuove sanzioni fanno da eco le dichiarazioni di von der Leyen, che con pochi giri di parole dichiara: “L’obiettivo della Russia non è la pace. E’ imporre il potere della forza. Pertanto, stiamo aumentando la pressione, perché la forza è l’unico linguaggio che capirà“. Due i settori presi di mira dalle nuove restrizioni: energetico e bancario.
La proposta sul price cap
Nella prima parte del 18esimo pacchetto riservato a Mosca sarebbero previste misure “dure e pungenti” per quanto riguarda il mercato del petrolio. Il piano della Commissione Europea è quello di abbassare il tetto al prezzo del petrolio russo, portandolo da 60 a 45 dollari al barile. L’Ue non può riuscire da sola in questo progetto, per questo Ursula von der Leyen è convinta che sarà una scelta coordinata di tutti i componenti del G7.
D’altronde l’abbassamento del price cap delle fonti di energia russe è stata per von der Leyen “un’iniziativa di successo del G7, e intendo continuare questa misura come G7“. Il tema in questione avrà sicuramente un posizionamento centrale nell’agenda del prossimo vertice del Gruppo dei Sette, in programma in Canada tra circa una settimana.
Le sanzioni europee per il settore finanziario
Il secondo aspetto del provvedimento europeo dovrebbe coinvolgere il settore bancario russo, limitandone la capacità di raccogliere fondi e condurre transazioni. L’idea della presidente della Commissione europea è quella di trasformare il divieto esistente sull’uso del sistema Swift in un bando totale alle transazioni, e di estenderlo ad altre 22 banche russe. Già dal momento dell’invasione in Ucraina, infatti, l’Unione Europea aveva escluso alcune banche russe dal sistema di messaggistica finanziaria globale, causando difficoltà nelle loro operazioni internazionali.
Per von der Leyen non è abbastanza perché “proponiamo, inoltre, di applicare il divieto di transazione anche agli operatori finanziari di Paesi terzi che finanziano il commercio con la Russia aggirando le sanzioni“. E ancora: “Proponiamo di sanzionare il Fondo russo per gli investimenti diretti, le sue controllate e i suoi progetti di investimento, bloccando così un canale cruciale per il finanziamento di progetti di modernizzazione dell’economia russa e il rafforzamento della sua base industriale“.
Von der Leyen: “I numeri della Russia sono dati di un’economia di guerra”
Sicuramente i primi 17 pacchetti hanno avuto un impatto negativo sull’economia russa: sono 210 i miliardi di euro di riserve della Banca centrale bloccati; le entrate da petrolio e gas sono crollate di quasi l’80% rispetto al periodo pre-guerra; il deficit sta schizzando alle stelle e i tassi di interesse sono proibitivi; l’inflazione è in costante aumento, ben oltre il 10%, e il prezzo per importare tecnologie e beni critici è sei volte più alto da quel famigerato febbraio 2022.
Von der Leyen chiosa: “La Russia sta sacrificando le proprie prospettive future“, perché i suoi dati sono quelli di un’economia in guerra e difficilmente potrà continuare a mettersi contro il mondo Occidentale: In questo senso le sanzioni alla lunga potrebbero spingere Putin a cambiare la propria idea sull’invasione dell’Ucraina.
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