L’incontro tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e i capigruppo è atteso con ansia. Dai partiti d’Europa, la nomina di Raffaele Fitto come vice sarebbe un chiaro segnale della politica della presidente che gioca con diversi equilibri europei.
Le intenzioni del Ppe, Verdi, Liberali e Socialisti erano chiare: il rinvio della presentazione della Commissione doveva rendere il percorso più duro per la von der Leyen. Di fatto, la soluzione non ha convinto i partiti schierati a maggioranza von der Leyen, contrari a concedere un ruolo di vertice a un esponente dei Conservatori di Ecr. Francia e Germania non hanno esitato a mostrare il loro disappunto sulle decisioni della presidente della Commissione Ue.
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La priorità di S&D sembrerebbe quella di arrivare a delle deleghe pesanti per i suoi quattro commissari. I Verdi, dal loro canto, si muovono più liberamente, e se il rinvio per la nomina del commissario della Slovenia doveva logorare Fitto, sembrerebbe essere riuscito nell’ aprire fratture nei Socialisti. Il nome di Fitto è considerato da quasi tutti gli esponenti dell’opposizione il migliore che Giorgia Meloni potesse portare in Europa. Anche Antonio Decaro, che con 500mila preferenze è il dem più votato alle Europee, aveva fatto sapere di essere favorevole alla sua nomina.
Stesso feeling per il capo-delegazione del Pd a Bruxelles, Nicola Zingaretti. Quest’ultimo ha dovuto muoversi con estrema prudenza, spiegando che non ci sono “pregiudizi” ma che sia “coerente con un programma europeista”. Dal capogruppo dei Socialisti, la spagnola Iratxe García Pérez i toni sono ben diversi. Di fatto, portare Ecr ai vertici della Commissione sarebbe il connubio perfetto per perdere il sostegno progressista.
Von der Leyen, dunque, punta a chiudere con le varie nomine nella Commissione martedì. Resta comunque il nodo Slovenia, perché il Parlamento di Lubiana continua a tenere in sospeso il via libera del suo potenziale commissario.
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