Usa, il sostegno inaspettato dei repubblicani a Kamala Harris

Tra questi spiccano figure di rilievo come il Senatore Mitt Romney e il defunto Senatore John McCain, entrambi appartenenti al gruppo dell'ex presidente George W. Bush. Questi esponenti hanno dichiarato in una nota che un secondo mandato di Trump rappresenterebbe una "minaccia disastrosa" per l'America, sia per i cittadini comuni sia per le istituzioni democratiche

Redazione
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Le campagne elettorali negli Stati Uniti sono entrate nel vivo, con i due principali candidati alla presidenza, Donald Trump per i repubblicani e Kamala Harris per i democratici, impegnati in una serrata competizione per conquistare il voto degli elettori. Negli ultimi giorni, l’attenzione mediatica è stata catturata dalla sorprendente evoluzione nello schieramento democratico, dove la candidatura è passata dall’attuale presidente alla vicepresidente Kamala Harris.

Questa decisione ha scosso il panorama politico americano, già caratterizzato da tensioni e divisioni profonde. A complicare ulteriormente il quadro, sono intervenuti alcuni esponenti del Partito Repubblicano, tradizionalmente avversi ai democratici, che hanno espresso il loro supporto alla candidatura di Harris. Tra questi spiccano figure di rilievo come il Senatore Mitt Romney e il defunto Senatore John McCain, entrambi appartenenti al gruppo dell’ex presidente George W. Bush. Questi esponenti hanno dichiarato in una nota che un secondo mandato di Trump rappresenterebbe una “minaccia disastrosa” per l’America, sia per i cittadini comuni sia per le istituzioni democratiche.

La minaccia di un’America in rottura con gli alleati

Il sostegno repubblicano alla candidatura di Harris ha radici in profonde preoccupazioni riguardo all’orientamento politico di Trump e del suo compagno di corsa, il Senatore JD Vance. Secondo i critici, l’amministrazione Trump, in linea con la politica estera di Vladimir Putin, potrebbe isolare gli Stati Uniti dai suoi alleati storici, mettendo a rischio la stabilità internazionale.

Steven Cheung, portavoce della campagna di Trump, ha risposto a queste accuse con dichiarazioni dure, affermando che i timori dei repubblicani tradizionalisti non fanno altro che confermare la divisione interna al partito. Cheung ha addirittura commentato che, per alcuni, sarebbe preferibile vedere l’America “andare a fuoco” piuttosto che nelle mani di Trump.

Una corsa elettorale segnata dall’incertezza

Questa situazione ha alimentato un clima di incertezza tra gli elettori, già destabilizzati dai repentini cambi di candidati e dalle tensioni crescenti all’interno del Partito Repubblicano. La domanda che molti si pongono è cosa accadrebbe se Trump venisse rieletto e l’America dovesse allinearsi con la Russia, come temuto da figure come Romney e McCain.

Le elezioni presidenziali del 2024 stanno diventando un banco di prova non solo per i due candidati, ma per l’intero sistema democratico americano. Mentre il mondo osserva con preoccupazione, la posta in gioco non è mai stata così alta: la pace globale e la stabilità delle alleanze internazionali sono a rischio, e il futuro dell’America si deciderà nelle urne.

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