Si è svolto ieri sera il dibattito sulla rete televisiva Cbs tra i candidati alla vicepresidenza degli Usa Tim Walz (per i democratici) e JD Vance (per i repubblicani). Da sottolineare che lo scontro tra i due è stato civile ed educato, con strette di mano e a volte anche concordando tra loro, risultando quasi noioso e privo di colpi di scena e ko. Nonostante questo, è stato il candidato repubblicano a mostrarsi più sicuro e convincente, mentre quello democratico è parso più agitato e nervoso.
Usa, dibattito per la vicepresidenza
Il candidato alla vicepresidenza repubblicano JD Vance, senatore dell’Ohio, laureato a Yale, ha mostrato la parte più colta ed educata del trumpismo, riuscendo a presentare gli obiettivi del tycoon con chiarezza e sicurezza, rendendoli più allettanti. Come detto, è parso molto fluido nell’esposizione, sicuro e a suo agio. Mentre il democratico Tim Walz, governatore del Minnesota, si è mostrato impacciato, nervoso e più intento a trattare tutti i punti imparati a memoria piuttosto che a sfidare l’avversario. Entrambi hanno avuto modo di farsi conoscere meglio dal pubblico statunitense e attaccare a vicenda il lavoro di Trump e di Biden-Harris.
Riguardo alla situazione nel Medio Oriente, il democratico Walz ha attaccato Trump perché non ritenuto all’altezza di affrontare la crisi mediorientale, dato che è vicino al presidente russo e alla Corea del Nord. Per lui serve invece la guida “calma” di Kamala Harris. Ma entrambi hanno evitato di rispondere in modo esplicito alla domanda in cui è stato chiesto loro se sostenessero un attacco preventivo di Israele. Vance si è limitato a dire che “la scelta spetta a Israele” e che “bisogna sostenere gli alleati ovunque combattano i cattivi”, ricordando che Trump “ha costantemente reso il mondo più sicuro” e in quanto presidente, riteneva che “la pace doveva essere perseguita attraverso la forza”.
Sul cambiamento climatico è stato invece il repubblicano a non rispondere, quando gli sono state chieste spiegazioni riguardo alla teoria di Trump che considera questo una bufala. “Molte persone sono giustamente preoccupate per tutti questi folli modelli meteorologici”, ha detto Vance, aggiungendo che sia lui che Donald Trump sono a favore di “aria pulita, acqua pulita”.
Gli Stati Uniti sono “l’economia più pulita del mondo”, ha proseguito, senza rispondere però a come un’amministrazione Trump ridurrebbe l’impatto sul cambiamento climatico. Walz ha invece attaccato dichiarando che “Trump dice che il cambiamento climatico è una bufala, ospita a Mar-a-Lago i petrolieri e dice loro ‘datemi i soldi per la campagna e vi farò fare quello che volete’. Noi possiamo essere più intelligenti di questo”.
L’immigrazione e l’aborto sono stati i temi sui quali si sono scontrati maggiormente. Riguardo al primo, il repubblicano ha accusato Harris per la politica dei confini aperti, che favorirebbe i cartelli della droga e le immigrazioni illegali, come a Springfield, in Ohio, dove gli illegali mettono sotto pressione i servizi pubblici. Ma è stato corretto con un fact-checking dalle conduttrice, che gli ha ricordato come gli haitiani insediati a Springfield abbiano uno stato legale e come il loro arrivo abbia contribuito a ripopolare la città. Walz invece lo ha accusato di “diffamare e disumanizzare i migranti”.
Sull’aborto, invece, Vance ha definito radicale la linea democratica, riconoscendo però che i repubblicani devono impegnarsi di più per guadagnarsi la fiducia degli elettori americani. “Voglio che noi come partito repubblicano siamo pro-famiglia nel senso più pieno del termine. Voglio che rendiamo più facile per le mamme permettersi di avere bambini”, ha detto, ribadendo la linea di Trump che è contrario ad un bando nazionale e favorevole a lasciare la decisione agli stati. Lo stesso tycoon lo ha confermato con un post su X in tempo reale.
Walz ha replicato dicendo che la linea democratica sull’aborto è semplice: “Siamo pro-donne. Siamo pro-libertà di fare le proprie scelte”.
Anche sul tema della sanità hanno mostrato visioni opposte, con il democratico che però non ha preso la palla al balzo per smentire e attaccare il rivale quando ha dichiarato che Trump ha salvato l’Obamacare. Walz è però riuscito a mettere in imbarazzo Vance quando ha cercato di riscrivere la storia dell’assalto a Capitol. Riguardo alla minaccia per la democrazia, il repubblicano ha affermato che “quella vera non è quella di cui parlano i democratici ma quella della censura”, comprese “le grandi aziende tecnologiche che mettono a tacere i loro concittadini”.
Entrambi sono tornati sui loro passi riguardo eventi del passato: il repubblicano per essersi “sbagliato” sul conto di Trump quando lo criticò, anche come possibile Hitler americano, Walz per essersi “espresso male” quando ha raccontato di essere a Hong Kong durante la rivolta di Tienanmen. E l’unico momento in cui i due sono parsi uniti è stato quando il democratico ha voluto parlare della storia di suo figlio che a 17 anni ha assistito ad una sparatoria. Il vice del tycoon ha quindi espresso tutta la sua solidarietà.
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