Un dato scoraggiante colpisce gli Usa: nel mese di ottobre si sono contati solo 12mila posti di lavoro in più, quando per le previsioni sarebbero dovuti essere 110mila. È il dato peggiore dei 4 anni di governo Biden. A pochi giorni dalle elezioni questo dato potrebbe ricadere sui democratici, anche se la Casa Bianca si è apprestata a spiegare che l’economia “resta forte” e che a novembre è attesa una crescita dell’occupazione. Lo staff di Trump ha approfittato per attaccare Kamala Harris e le sue “politiche fallimentari”.
Usa, l’occupazione in lenta crescita
Le ragioni principali per questi dati scoraggianti nel mese di ottobre sono gli scioperi, in particolare quello del produttore di aerei Boeing, e gli uragani Helene e Milton. Nel mese scorso l’occupazione è rimasta sostanzialmente invariata così come il tasso di disoccupazione, fermo al 4,1%. I posti di lavoro sono cresciuti nel settore sanitario e in quello governativo, mentre sono calati nei servizi di assistenza temporanea così come nel settore manifatturiero.
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C’è stata anche la revisione dei dati iniziali dell’occupazione nei mesi di agosto e luglio, che hanno rivelato una situazione peggiore a quella inizialmente calcolata. I posti creati ad agosto sono ora calcolati in 81mila, 78mila in meno dei 159mila contati inizialmente. Nel mese di luglio si scende da 254mila a 223mila.
L’economia è il punto debole di Harris
E nonostante il Pil cresca velocemente e l’inflazione sia scesa al 2,1%, gli statunitensi percepiscono che la loro posizione finanziaria sia peggiore rispetto a quella di qualche anno fa e che siano schiacciati dal caro vita: i costi degli alimentari e delle case, per esempio, sono più alti rispetto ai livelli pre-pandemia. E non aiuta nemmeno l’aumento dei salari.
Per lo staff di Trump il dato sul lavoro è una “catastrofe”, sottolineando che “in un solo mese l’agenda fallimentare di Kamala per l’economia ha spazzato via quasi 30mila posti nel settore privato e quasi 50mila in quello manifatturiero. Le famiglie che lavorano sono state derubate dall’agenda economica di Harris-Biden“. Invece Trump se rieletto, riuscirà a risolvere tutti i problemi. Il tycoon ha promesso di far scendere il costo della benzina sotto i due dollari al gallone e ha promesso una serie di tagli alle tasse, tra cui quelli sulle mance e sugli straordinari.
La proposta economica di Harris invece coinvolge tutti e non solo i milionari come Trump, pensando ad aiuti per le famiglie con figli, ad agevolazioni sull’acquisto della prima casa e a sussidi ai piccoli imprenditori. E per finanziare queste misure ci sarà un aumento delle imposte per chi guadagna più di 400.000 dollari. Ma per molti queste proposte non sono convincenti, considerando anche gli scarsi risultati della ‘Bidenomics’.
Si pensa infatti che la frenata dei prezzi sia avvenuta soprattutto grazie alla Federal Reserve Bank, la banca centrale responsabile della stabilità monetaria e finanziaria negli Stati Uniti. Dopo aver portato i tassi di interesse ai livelli più alti da oltre venti anni, la banca centrale ha aperto ora un ciclo di tagli del costo del denaro.
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