Ursula Von der Leyen, Antonio Costa, Kaja Kallas, insieme ad altri leader europei e al primo ministro del Canada, Justin Trudeau, sono giunti a Kiev per manifestare vicinanza e sostegno all‘Ucraina nel terzo anniversario dell’invasione russa. Un’occasione che, rispetto a quelle precedenti, cade in un momento storico piuttosto concitato, vista la volontà di Usa e Russia di intavolare i negoziati per la pace proprio senza i diretti interessati e l’Unione europea.
La presenza dei vertici dell’Ue e in generale dell’Occidente serve a mandare un messaggio chiaro all’amministrazione Usa e al Cremlino. “Non è solo il destino dell’Ucraina a essere in gioco. È il destino dell’Europa“, ha ricordato Von der Leyen, specificando che negli ultimi tre anni, l’Europa ha sostenuto la resistenza di Kiev con 134 miliardi, ovvero “più di chiunque altro“. Una frecciatina verso Trump, che nei giorni scorsi ha invece sostenuto che l’Ue non avrebbe contribuito abbastanza nel conflitto.
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Proprio per dare maggiore forza alle sue parole, Von der Leyen ha annunciato che il prossimo marzo l’Ucraina otterrà un nuovo pacchetto di aiuti dal valore di 3,5 miliardi di euro. “L’Europa è qui per rafforzare l’Ucraina in questo momento critico“, ha ribadito la presidente della Commissione Ue, per poi sottolineare che l’intenzione attuale dell’Ue è quella di aumentare la propria produzione di armi e le capacità di difesa Ue.
Mattarella: “Vicini a Kiev”
Nell’ambito della ricorrenza dell’inizio del conflitto ucraino, giunge anche il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ribadendo la vicinanza e la solidarietà alla “coraggiosa resistenza” condotta dal popolo ucraino a difesa della propria indipendenza nonché della libertà delle sue scelte nazionali. Il Capo dello Stato ricorda come, a tre anni dalla “brutale aggressione“, siano state violate le più “basilari norme di convivenza internazionale” e infranti “i solenni impegni assunti tra le due parti” nel 1994, causando così centinaia di migliaia di vittime e la devastazione “volutamente perseguita delle infrastrutture ucraine“.
Un insieme conseguenze che, per il Presidente Mattarella, solleciterebbero alla ricerca di un rapido avvio di colloqui affinché le due parti pervengano alla definizione di una “pace giusta, in linea con i principi dell’Onu” oltre ad essere garantita “da efficaci misure di sicurezza” che la rendano “effettiva e definitiva“.
Le posizioni di Kiev e Mosca
“Il popolo ucraino merita rispetto. Proprio come ogni Nazione sulla terra merita“, ha quindi tuonato questa mattina il presidente di Kiev, sottolineando la necessità di lavorare al fine di raggiungere una pace che abbia “garanzie di dignità e rispetto per tutto il nostro popolo, per ogni singola persona che ha vissuto, vive e vivrà in Ucraina“. Zelensky ha quindi dichiarato di festeggiare oggi “tre anni i resistenza“, con la speranza però che il 2025 sia l’anno della svolta.
Il messaggio di speranza del presidente di Kiev si è però infranto con la dura propaganda proveniente da Mosca. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha infatti chiarito che il cessate il fuoco in Ucraina arriverà solamente quando i negoziati “produrranno un risultato fermo e sostenibile che soddisfi la Russia“. In ogni caso, il Paese di Putin si dice pronto a negoziare, mantenendo al centro delle discussioni un punto cruciale: “L’Ucraina non potrà entrare nella Nato“.
Il piano dell’Ue per la pacificazione dell’Ucraina
Mentre i vertici europei si trovano a Kiev, il presidente francese Emmanuel Macron è volato a Washington per incontrare il presidente Usa. Una visita che anticipa di qualche giorno quella del britannico Keir Starmer, ed accomunata ad essa per la volontà di mandare un messaggio chiarissimo a Trump: l’Ue deve partecipare ai negoziati e all’Ucraina deve essere garantita una pace giusta.
L’asse Usa-Russia ha intimorito l’Ue, che si è vista spazzare via dall’uragano Trump e divenire sempre meno importante agli occhi dell’opinione pubblica. Una situazione insostenibile che ha convinto Macron a indire un tavolo informale alla presenza di Von der Leyen e alcuni leader Ue, compresa Giorgia Meloni. Un tentativo di rispondere agli attacchi Usa, in anticipo rispetto al consiglio straordinario Ue che è stato previsto per il 6 marzo prossimo.
“Non ci saranno negoziati credibili e di successo, né una pace duratura, senza l’Ucraina e l’Ue“, ha ribadito oggi il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, anticipando uno dei temi che Macron dovrà affrontare con Trump. Inoltre, sembrerebbe che il leader francese e quello britannico stiano valutando la possibilità di inviare 30mila soldati in Ucraina per mantenere gli accordi di pace. Un piano che però potrebbe funzionare solamente se l’esercito Usa garantirà la sua presenza, come deterrente per gli attacchi di Mosca.
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