Volodymyr Zelensky ha dichiarato di voler fare un secondo incontro internazionale per stabilire le condizioni della pace nella guerra in Ucraina, invitando però questa volta anche la Russia, dato che la prima volta, in Svizzera, non c’era stato l’invito. Pare che il leader ucraino voglia organizzare questa conferenza entro novembre. Ma la Russia non sembra essere intenzionata a partecipare.
Zelensky, “Nuova conferenza di pace entro Novembre”
Appena tornato dal vertice Nato a Washington, nella conferenza stampa a Kiev, il leader ucraino si mostra perplesso e incerto sulla situazione al momento. Ma parla anche di voler invitare la Russia a un secondo incontro internazionale per i negoziati della pace nella guerra che si sta svolgendo sul suo territorio. Il suo obiettivo è arrivare a novembre con un piano di pace pronto. La novità rispetto al primo incontro in Svizzera, oltre che l’invito ai russi, sarebbe anche la rinuncia di Zelensky alle richieste sul ritiro nemico dai territori ucraini occupati e sulla caduta di Putin.
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Questo però non è un obiettivo facile da raggiungere, perché non è chiaro se questa conferenza si terrà prima o dopo le elezioni statunitensi. L’ipotesi però, è comunque quella che si aspetterà l’elezione del nuovo presidente statunitense. Inoltre il viceministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin ha già avvisato che il paese di Putin non parteciperà a questa seconda fantomatica conferenza perché non si accettano ultimatum, mentre i portavoce del Cremlino parlano di una proposta priva di sostanza precisa.
Putin ha dichiarato che non considererà più Zelensky come partner alla pari, perché dal momento che l’Ucraina si è avvicinata alla Nato, l’unico interlocutore legittimo è il presidente degli Usa. Ma il leader ucraino ne è consapevole e è sicuro di poter lavorare con il prossimo presidente statunitense, anche se questo sarà Trump.
Per tenere viva la strada diplomatica si potrebbero studiare iniziative per garantire la sicurezza energetica ucraina, la libera navigazione sul Mar Nero e gli scambi di prigionieri tra Kiev e Mosca. Comunque Zelensky continua a chiedere supporto militare agli alleati dell’occidente. Servono “almeno 25 batterie di missili terra aria Patriot” per fermare le bombe russe e anche i caccia F-16.
Comunque le posizioni ucraina e russa restano difficili da conciliare, perché Zelensky vuole la sua sovranità sul 20% di territorio unilateralmente annesso a Mosca, compresa la Crimea, mentre Putin vuole che il nemico rinunci alle 4 regioni annesse a settembre 2022 oltre alla Crimea e all’adesione alla Nato. Inoltre la retorica russa è sempre più aggressiva: si minaccia di bombardare le capitali europee a seguito del piano statunitense di schierare missili a lungo raggio in Germania. Queste minacce diventano realtà nelle esercitazioni congiunte tra Cina e Russia nella provincia cinese del Guangdong, che sono state fatte pochi giorni dopo che la Nato aveva definito Pechino come un soggetto decisivo del conflitto.
L’istituto per lo studio della guerra (Isw) statunitense scrive che “le richieste dell’Ucraina sul ritiro completo della Russia dal territorio occupato sono previste dal diritto internazionale e sono quindi ragionevoli. Tuttavia, le richieste della Russia per la completa capitolazione dell’Ucraina e la continua occupazione russa del territorio ucraino sono e sarebbero violazioni del diritto internazionale”.
Inoltre l’istituto è convinto che le richieste russe per la capitolazione ucraina permetterebbero alle forze russe e alle amministrazioni di occupazione di continuare le operazioni di pulizia etnica nell’Ucraina occupata. Quindi è necessario ripristinare completamente l’integrità del territorio ucraino, per liberare gli ucraini dalle minacce russe. “Accettare qualsiasi cosa tranne la liberazione del suo popolo da parte dell’Ucraina è un implicito sostegno all’occupazione illegale di oltre cinque milioni di ucraini da parte della Russia” conclude l’Isw.
Ucraina, Orban: “Solo l’Ungheria può negoziare con tutte le parti”
Su questa possibile trattativa per raggiugere la pace, è intervenuto anche il premier ungherese Viktor Orban, che con una lettera ai leader del Consiglio Europeo informa come vanno avanti i negoziati e le esperienze della prima fase della sua missione, dopo aver incontrato Zelensky, Putin e Trump. Orban è convinto che solo l’Ungheria possa negoziare con tutte le parti. Dice che se l’Europa vuole aiutare a mettere fine alla guerra in Ucraina deve cambiare e utilizzare questo periodo in cui l’Ungheria ha la presidenza dell’Ue per discutere dei negoziati di pace.
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