Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno deciso di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, sostenendo che la decisione si è resa necessaria per comprendere se i pacchetti economici e bellici siano realmente funzionali al conflitto tra Mosca e Kiev. Una scelta che era stata già preannunciata dal New York Times a poche ore dalla fine dello scontro tra il presidente Usa e il suo omologo Volodymyr Zelensky, avvenuto lo scorso venerdì nello Studio Ovale della Casa Bianca.
Ieri, poi, la testata statunitense aveva rilanciato la notizia, sottolineando che l’amministrazione Trump avrebbe valutato una sospensione sia nei riguardi degli aiuti diretti, cioè armi e sostegni economici, sia per quelli indiretti, cioè riguardanti addestramenti delle truppe ucraine e dell’utilizzo di una base Usa in Germania. “Abbiamo bisogno che anche i nostri partner si impegnino a raggiungere questo obiettivo“, ha sostenuto dichiarato un funzionario della Casa Bianca che è voluto rimanere anonimo.
Leggi Anche
La decisione è stata presa nel corso di una riunione alla Casa Bianca, a cui hanno partecipato il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato, Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, la direttrice dell’intelligence, Tulsi Gabbard, e l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Secondo fonti dell’amministrazione, sembra che lo stop agli aiuti possa essere revocato nel caso in cui Zelensky accetti le condizioni poste da Washington per l’accordo sulle terre rare.
Proprio su questo tema si è poi espresso il primo ministro ucraino, Denys Shmygal, ribadendo, come già fatto nei giorni scorsi, che l’Ucraina è determinata a continuare la cooperazione con gli Usa e che è “pronta a firmare l’accordo sui minerali in qualunque momento“. Per quanto riguarda lo stop agli aiuti, poi, il primo ministro ha dichiarato che Kiev è intenzionata a “fare di tutto per resistere“.
Kiev: “Lo stop di Trump è peggio di Monaco ’38”
L’Ucraina ha sostenuto di essere rimasta scioccata dalla decisione degli Stati Uniti. Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli Affari esteri, ha affermato che la decisione degli Stati Uniti ricorda l’accordo di Monaco del 1938, quando Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia raggiunsero un accordo che consentì alla Germania nazista l’annessione del Sudeti, l’allora Cecoslovacchia occidentale.
“Fermare gli aiuti significa aiutare Putin. Questo è peggio di Monaco, perché almeno lì non hanno cercato di dipingere la Cecoslovacchia come l’aggressore“, ha infatti dichiarato. Il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, ha invece sottolineato che l’Ucraina starebbe discutendo le opzioni a disposizione con i partner europei, al fine di aprire negoziati con la controparte americana. Inoltre, secondo il deputato ucraino Fedor Venislavsky all’Ucraina ora rimarrebbe un margine di sei mesi dopo lo stop agli aiuti dagli Usa.
Il Cremlino, d’altra parte, si dice piuttosto soddisfatto della linea statunitense. “La sospensione delle forniture potrebbe davvero spingere il regime di Kiev verso il processo di pace“, ha infatti dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Prima di esprimersi con toni più certi, però, Mosca vuole attendere i dettagli della decisione, continuando quindi ad osservare con attenzione la sua evoluzione.
Ucraina, la reazione internazionale allo stop agli aiuti Usa
La decisione dell’amministrazione Trump ha ovviamente provocato dure reazioni internazionali, con l’Ue che ha appreso con una certa apprensione dello stop agli aiuti. Inizialmente, il ministro dell’Economia francese, Eric Lombard, ha sostenuto che a fronte della decisione statunitense, l’Ue dovrà “intervenire di più“, per tentare di arginare la problematica.
“Bisognerà andare più veloce e più forte“, ha spiegato il ministro, chiarendo che è giunto il momento che l’Europa ritrovi la sua autonomia strategica. Il ministro degli Esteri polacco, Pawel Wronski, ha invece sottolineato che “la situazione è molto grave” e che la decisione stessa degli Usa nasconde un “grande significato politico“, in quanto è stata presa senza alcuna informazione o consultazione con gli alleati della Nato o con il gruppo Ramstein.
Il portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker, ha voluto ribadire il “sostegno incrollabile dell’Unione europea verso i nostri amici in Ucraina“, che sarebbe certificato dalle ingenti somme di sostegno finanziario fornite alla Nazione invasa.
La vice premier britannica, Angela Rayner, ha invece dichiarato che Londra “non si farà distrarre dagli annunci della Casa Bianca“, ma continuerà a lavorare e dialogare “con il nostro più antico e forte alleato, gli Stati Uniti, con i partner europei e con l’Ucraina“. L’Ungheria ha invece ribadito la sua posizione allineata con gli Stati Uniti, come sottolineato dal portavoce del governo di Viktor Orban: “Invece di continuare le spedizioni di armi e la guerra, sono necessari un cessate il fuoco e colloqui di pace il prima possibile“.
© Riproduzione riservata