Volenterosi a Kiev, proposta con gli Usa: “Tregua di 30 giorni da lunedì”. Mosca: “Vogliono lo scontro”

Il summit dei Volenterosi a Kiev potrebbe rivelarsi un tassello di un puzzle più ampio, anche alla luce del fatto che la Casa Bianca sembra aver ammorbidito i toni bellicosi nei confronti degli alleati europei. Iniziato da appena un paio d'ore, l'incontro ha suscita già la risposta di Mosca. La richiesta a Mosca di accettare un cessate il fuoco di 30 giorni nella speranza di procedere poi ai negoziati per una pace definitiva, non sembra piacere al Cremlino

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Tutti noi vogliamo la pace“. E’ così che il Presidente francese, Emmanuel Macron, con un lungo post su X, dà il via al summit della coalizione dei Volenterosi a Kiev. Per mostrare il loro sostegno all’Ucraina, Macron insieme al Primo Ministro britannico Keir Starmer, al neoeletto cancelliere tedesco Friedrich Merz, incontreranno il premier polacco Donald Tusk, fortificheranno la loro pressione sulla Russia.

È la prima volta che i leader dei quattro Paesi europei fanno visita insieme in Ucraina. Si tratta di una riunione ad ampio raggio con oltre 30 partecipanti dagli ultimi incontri di Londra e Parigi, a differenza che questa volta la riunione sarà in formato ibrido. Quindi, mentre alcuni saranno presenti di persona, altri saranno collegati in videoconferenza, come il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

L’obiettivo della “storica” visita in Ucraina, come le riunioni tenutisi in Francia e Inghilterra, è quindi presto noto: chiedere sulla scia degli Stati Uniti, un “cessate il fuoco completo e incondizionato di 30 giorni” alla Russia.

La stretta dei Volenterosi, l’indifferenza di Mosca

Il complessivo, quindi aria, terra, mare e infrastrutture, cessate il fuoco avvierà il processo per mettere fine alla guerra più ampia e lunga in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. E’ quanto messo in luce dall’inviato speciale Usa per l’Ucraina, Keith Kellogg, che ha ha dato il suo sostegno all’offerta del cessate il fuoco lanciata oggi da Kiev dopo la riunione con i leader europei, durante la quale c’è anche stata una telefonata con Donald Trump. Telefonata, hanno riportato fonti britanniche, che non era stata prevista in anticipo, è durata 20 minuti ed è stata molto “cordiale”. “Come ha detto più volte il presidente Trump, fermiamo le uccisioni ora”, conclude il Post.

Nel punto stampa con i giornalisti a termine del summit, Keir Starmer ha assicurato che c’è “assoluta unità” tra Washington, Bruxelles e Kiev sulla proposta avanzata. In tal senso, Emmanuel Macron ha ribadito che in caso di violazioni di questo cessate il fuoco, è stato concordato che le sanzioni saranno coordinate tra Europa e Usa. Volodymyr Zelensky, nel corso della conferenza stampa, ha ricordato quanto fatto da Putin che ha creato una “falsa parata” per il 9 maggio visto che gli attacchi al fronte continuano ininterrottamente.

Ringraziando “chi si ci sta aiutando a procedere su questo punto“, il leader ucraino ricalca la necessità e il dovere di non rallentare gli sforzi per irrobustire la sicurezza e la difesa. Spronando Putin, il primo ministro britannico lo avverte che “se è serio sulla pace, ora ha la possibilità di dimostrarlo“, spiegando che i leader chiedono “un cessate il fuoco incondizionato, rifiutano le condizioni di Putin” e affermano “con chiarezza che se volta le spalle alla pace, noi aumenteremo le sanzioni e il nostro aiuto militare alla difesa dell’Ucraina per spingere la Russia al tavolo“.

Dopo aver disegnato al leader russo le sue sorti, il portavoce del Cremlino riferisce cosa lo stesso Putin pensa di quanto discusso al vertice dei Volenterosi ribattendo il punto alle dichiarazioni che arrivano da Kiev e accusando i Paesi europei di essere stati contraddittori e conflittuali. E con molta serenità, Peskov afferma che “Sentiamo molte dichiarazioni contraddittorie dall’Europa. Sono generalmente di natura conflittuale, piuttosto che volte a rilanciare le nostre relazioni. Niente di più“.

Intanto sul terreno, fonti militari fanno sapere che “le truppe russe stanno avanzando con una certa sicurezza”. Stamani, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che nelle ultime 24 ore le forze ucraine hanno effettuato altri quattro tentativi di sfondare il confine nelle regioni russe di Kursk e Belgorod, evidenziano che le truppe russe “Stanno ancora rispettando un cessate il fuoco unilaterale di tre giorni in Ucraina, che scade a mezzanotte di oggi”, sabato 10 maggio.

Palazzo Chigi: “Il vertice dei Volenterosi rinnova l’urgenza del cessate il fuoco”

La premier ha partecipato in video collegamento al summit dei Volenterosi sul sostegno a Kiev e agli sforzi in corso per raggiungere “una pace giusta e duratura“, che ne assicuri la sovranità e la sicurezza. Questo è quanto comunicato da Palazzo Chigi diffondendo una nota con cui riferisce che la riunione dei Leader ha permesso di rinnovare l’urgenza di un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni, rinnovando l’aspettativa che la Russia risponda positivamente all’appello fatto dal Presidente Trump e dimostri concretamente, come già fatto dall’Ucraina, la volontà di costruire la pace.

Nel corso del vertice si è anche ricordata l’importanza del grande appuntamento a sostegno di Kiev che verrà ospitato dall’Italia a luglio con la Conferenza a livello Capi di stato e di Governo orientata a definire programmi e modalità d’azione per la ricostruzione dell’Ucraina.

L’incontro della Coalizione dei Volenterosi è dunque giunta a termine e, a detta del Ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, dopo di questa, “tutti e cinque i leader Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Donald Tusk e Keir Starmer hanno avuto una fruttuosa chiamata con Donald Trump incentrata sugli sforzi di pace.

L’Ucraina e tutti gli alleati – spiega il Ministro ucraino – sono pronti per un cessate il fuoco totale e incondizionato su terra, aria e mare per almeno 30 giorni a partire già da lunedì. Il tutto se la Russia accetterà e verrà garantito un monitoraggio efficace, un cessate il fuoco duraturo e misure volte a rafforzare la fiducia potranno aprire la strada ai negoziati di pace.

Ucraina, Mosca: “Siamo abituati alla minaccia delle sanzioni”

Le buone intenzioni dei Volenterosi devono affrontare anche la nuova stretta del Cremlino che nella precondizione per un’intesa che porti alla tregua pretende lo stop al rifornimento armi a Kiev. A riferirlo è Dimitry Peskov, il portavoce russo che in un’intervista rilasciata alla Abc, specifica che è Kiev a non essere pronta per un negoziato, negando che sia Vladimir Putin a frenare.

A detta di Peskov, il Presidente russo starebbe facendo “tutto il possibile per risolvere il problema e per raggiungere un accordo di pace“. Secondo Mosca, accettare la proposta di Ue e Usa, sarebbe fornire un vantaggio al’Ucraina, che utilizzerebbe la tregua per proseguire la sua “mobilitazione totale” e portare nuove forze militari al fronte, addestrare nuove unità e concedere ai militari al fronte riposo.

Intanto, Macron aveva avanzato la richiesta “colloqui diretti” tra Ucraina e Russia. Infatti, in caso di tregua, “avvieremo colloqui diretti tra Ucraina e Russia. Siamo pronti ad aiutare“, ha rassicurato il capo dell’Eliseo in un’intervista rilasciata alle emittenti francesi Tf1 e Lci mentre si recava in treno a Kiev.

Mosca però è anche stata avvertita su cosa accadrebbe nel caso non accettasse il cessate il fuoco. Mentre, Macron segnalava “ulteriori sanzioni (…) molto più dure“, Merz ribadiva “un massiccio inasprimento delle sanzioni” stesse, oltre a continuare a sovvenzionare gli aiuti politici, finanziari e militari all’Ucraina.

Il Cremlino non si intimorisce. Perché, come specificato da Peskov, la Russia è abituata alle sanzioni e minimizzerà le conseguenze delle possibili nuove restrizioni dai Paesi europei. Rispondendo ai leader di Francia, Germania, Gran Bretagna e Polonia, il portavoce russo spiega come la Russia possa “già immaginare cosa faremo dopo che queste sanzioni saranno annunciate“.

Ucraina, il Presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, il Primo Ministro britannico, Keir Starmer
Ucraina, il Presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, il Primo Ministro britannico, Keir Starmer

I Volenterosi

Il cancelliere Merz aveva fatto intendere tra le righe che, su una tregua in Ucraina, è stato condotto un coordinamento a strette maglie tra Germania, Gran Bretagna, Francia e Polonia. Difatti, nel corso del suo tour brussellese in cui ha incontrato i vertici dell’Ue e della Nato, Friedrich Merz si è concesso un pronostico riguardo un interruzione del conflitto tra Russia e Ucraina, ovvero che nel corso del weekend potrebbe esserci la possibilità di arrivare all’intesa avanzata dai quattro Paesi Ue, con lo scopo che possa poi trasformarsi in negoziati di pace. Merz, che da poco si è confrontato con Donald Trump, è sostenitore degli sforzi del presidente statunitense, avvertendo che ora però “la palla è nel campo russo“.

Il summit dei Volenterosi a Kiev potrebbe rivelarsi un tassello di un puzzle più ampio, anche alla luce del fatto che la Casa Bianca sembra aver ammorbidito i toni bellicosi nei confronti degli alleati europei.

Ucraina, la proposta dell’Ue

La proposta per un cessate il fuoco di 30 giorni, ad esempio, se rifiutata porterebbe a nuove sanzioni congiunte alla Russia (ma non c’è ancora un accordo definito, ha sottolineato). Lo zar, dal parte sua, ha dovuto incassare la presenza sulla Piazza Rossa di due leader europei, oltre che di molti soliti noti, in primis Xi Jinping e Ignacio Lula, oltre alla varia corte di repubbliche ex sovietiche. Si tratterebbe del serbo Aleksander Vucic e dello slovacco Robert Fico. L’alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, ha sintetizzato l’atmosfera percepita da tutti gli altri europei puntualizzando che tutti coloro che sostengono la libertà dovrebbero essere in Ucraina oggi, nel Giorno dell’Europa, e non a Mosca.

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