A 24 ore dall’annuncio della sospensione della fornitura di alcune armi Usa a Kiev, il conflitto in Ucraina prosegue, più brutale che mai. Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che nelle ultime 24 ore le truppe russe hanno conquistato altri due villaggi in Ucraina: Melovoye nella regione nord-orientale di Kharkiv, e Razino, in quella orientale di Donetsk.
Piccoli passi in avanti, che però preoccupano gli alleati di Kiev, intimoriti per le ripercussioni della scelta del presidente Trump sui Patrioti e vari tipi di missili. “Se gli Usa hanno deciso così, sarà un serio ostacolo per l’Ue e la Nato“, ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, auspicando che Washington torni sui suoi passi. In ogni caso, l’Unione europea sembra pronta a continuare il sostegno, anche “aumentando gli sforzi” per cercare di sopperire alle mancanze degli Stati Uniti.
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La stessa Ucraina si sta mobilitando per cercare di porre fine a questa situazione. Kiev si è messa al lavoro per organizzare una telefonata tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump. I due leader avranno così l’occasione di discutere faccia a faccia dello stop alle armi e ai sistemi di difesa aerea. Gli Usa si sono dichiarati interessati alla telefonata e sembrerebbe che questa sia in lavorazione.
I dubbi sulla decisione Usa sullo stop agli armamenti
Washington ha poi voluto rassicurare l’Ucraina, ricordando che la sospensione della fornitura di questi armamenti non corrisponde ad uno stop definitivo all’alleanza tra i due Paesi. “Gli Stati Uniti sono ancora in piena fase di definizione del modo migliore per supportare la difesa ucraina. Questa rimane una priorità“, ha infatti sostenuto un diplomatico europeo a conoscenza della pianificazione.
Da quanto trapelato, infatti, sembrerebbe che la scelta di fermare questo tipo di sostegni sia stata presa senza informare figure che solitamente sono parte della cerchia ristretta di Trump. Si vocifera che nemmeno il Segretario di Stato, Marco Rubio, ne fosse a conoscenza. Si ipotizza, dunque, che sul tema vi sia una netta frattura all’interno della Casa Bianca.
Intanto, secondo il Wall Street Journal anche le armi statunitensi già arrivate in Polonia e dirette verso l’Ucraina sono state bloccate. Si tratta di due dozzine di missili PAC-3 Patriot, più di due dozzine di sistemi di difesa aerea Stinger, missili aria-terra Hellfire e oltre 90 missili aria-aria AIM destinati all’uso con i caccia F-16 di Kiev.
Gli ultimi aggiornamenti sul conflitto in Ucraina
Intanto, dal fronte ucraino non giungono buone notizie. Nel primo pomeriggio di oggi è stata annunciata la morte in un attentato di Manolis Pilavov, l’ex sindaco di Lugansk, capoluogo dell’omonima regione dell’Ucraina orientale annessa dalla Russia. A confermare la notizia è stata la stessa famiglia della vittima, senza però tralasciare dettagli sui motivi della morte. Sembrerebbe, però, che abbia perso la vita nell’esplosione che si è verificata questa mattina nel Lugansk, con un bilancio di tre feriti e un decesso.
Solo alcune ore prima, il ministero della Difesa di Mosca ha sostenuto che il generale russo Mikhail Gudkov, vice comandante della Marina, è stato ucciso nel corso di un’operazione di terra nella regione contesa del Kursk. Si tratta di un territorio russo, conquistato la scorsa estate dall’Ucraina, e ora ripreso dalle forze di Mosca. Gudkov risulta uno degli ufficiali russi di più alto grado uccisi nel corso della guerra. Insieme a lui è deceduto anche quello che è stato definito “il suo fedele compagno“, Nariman Shikhaliyev.
Il Cremlino ha comunque dichiarato che la sua delegazione e quella ucraina sono ancora in contatto e al momento sono in corso colloqui per decidere la tempistica del terzo round di negoziati. “Non ci sono intoppi: bisogna semplicemente completare tutte le procedure di approvazione“, ha spiegato Mosca, chiarendo che le trattative per la tregua proseguiranno, anche se con tempistiche piuttosto lunghe.
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