L’Ucraina si trova ad affrontare una nuova crisi. La decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di sospendere l’invio di alcune tipologie di armi all’esercito di Kiev potrebbe creare una serie di difficoltà al Paese invaso dalla Russia. Lo ha confermato una fonte militare ucraina, chiarendo che la sua Nazione dipende ancora fortemente dalle forniture di armi statunitensi, per cui la loro diminuzione “affaticherà“ un settore militare già fortemente provato da tre anni di conflitto.
Gli sforzi dell’Unione europea, che sin dall’inizio del conflitto ha sostenuto il Paese di Volodymyr Zelensky con l’invio di armi, pacchetti economici e sanzioni contro la Russia, si rivelerebbero ancora inefficaci. Gli Stati Uniti restano quindi l’unica potenza in grado di aiutare concretamente Kiev nella difesa della sua sovranità nazionale. Alla luce di queste consapevolezze, il governo ucraino ha deciso di convocare l’incaricato d’affari americano, ricordandogli che i ritardi nell’invio di aiuti militari potranno solo “incoraggeranno” la Russia.
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Il governo di Zelensky ha convocato l’inviato Usa per chiedere chiarimenti di un taglio che sarebbe “disumano” ed ha rilanciato l’offerta di acquistare quel tipo di armi. Nel discorso serale, il leader ucraino ha provato a rassicurare la nazione spiegando come con gli Usa “si stanno definendo tutti i dettagli della fornitura di supporto alla difesa“, evidenziando che “dobbiamo garantire in ogni modo la protezione del nostro popolo“, Intanto, qundi, si cercano soluzioni, come quanto proposto dal ministro Andrii Sybiga che avrebbe chiesto di “acquistare o prendere in affitto” le armi anti-aeree.
Opposta, la reazione del Cremlino, che si è inserito nella questione dicendosi soddisfatto della decisione statunitense. Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha infatti sostenuto che “meno armi vengono fornite a Kiev più è vicina la fine del conflitto“. Una sorta di ammissione dell’assist ottenuto da Washington. Ad oggi, comunque, non vi sono certezze sull’entità della decisione dell’amministrazione Trump. Kiev ha infatti sostenuto di essere in attesa di informazioni concrete da parte di Washington sull’annuncio rilasciato oggi dalla Casa Bianca.
“Stiamo chiarendo la situazione, credo che tutto sarà chiarito nei prossimi giorni“, ha sostenuto davanti ai giornalisti il consigliere presidenziale Dmytro Lytvun dopo la decisione di Kiev di convocare un diplomatico statunitense. L’obiettivo del colloquio sarà quello di dimostrare l’importanza di questi rifornimento bellici nel tentativo ucraino di difendersi dall’invasione di Mosca.
La decisione degli Stati Uniti sui rifornimenti militari per l’Ucraina
La testata Politico è stata la prima ad annunciare la decisione della Casa Bianca di sospendere l’invio di alcuni armamenti militari all’Ucraina. Secondo l’indiscrezione il Pentagono avrebbe sospeso le consegne di alcuni missili per la difesa aerea e altre munizioni di precisione. Il motivo? La paura che le scorte statunitensi potessero azzerarsi. Il provvedimento, però, andrebbe ad annullare quanto deciso nelle ultime settimane dell’amministrazione Joe Biden.
Il predecessore di Donald Trump, in un periodo storico in cui il sostegno di Donald Trump all’Ucraina non era affatto certo, aveva deciso di spendere una buona parte dei fondi rimasti al suo governo per garantire a Kiev un ultimo pacchetto di armamenti. La decisione di sospendere questa presa di posizione era già stata annunciata diversi mesi fa ma è entrata in vigore solo ora, ovvero in una fase del conflitto in cui l’Ucraina è impegnata a bloccare e rispondere agli attacchi aerei russi.
La conferma della decisione del governo è poi giunta dalla stessa Casa Bianca. La vice portavoce, Anna Kelly, ha infatti spiegato che la sospensione è legata ad una revisione operata dal Dipartimento della Difesa sull’assistenza militare fornita dagli Stati Uniti a Paesi Esteri. “Si tratta della possibilità di mettere al primo posto gli interessi americani“, ha sostenuto la vice di Karoline Leavitt, confermando quindi le indiscrezioni fornite dalla stampa. La riduzione degli aiuti militari potrebbe essere, inoltre, il nuovo tentativo del Tycoon di spingere le due parti verso un negoziato concreto, ovvero ad accelerare i colloqui in corso e al momento fermi all’ennesimo stallo.
Quali sono le armi bloccate dagli Stati Uniti
La Casa Bianca non ha rilasciato informazioni ufficiali sul tipo di armi il cui invio è stato sospeso. Secondo Politico e altre testate, però, si tratterebbe dei sistemi di difesa aerea Patriot, di artiglieria di precisione e missili Hellfire, Stinger e AIM. Si parla, quindi, di armamenti che l’Ucraina non è in grado di produrre in autonomia e che fino ad oggi hanno garantito a Kiev la possibilità di difendersi e contrattaccare.
Già la scorsa settimana, nel corso del vertice della Nato de L’Aia, il presidente ucraino aveva chiesto al suo omologo statunitense l’invio di una nuova batteria di Patriot. La risposta ottenuta da Trump sarebbe stata però molto vaga: “Vedremo se possiamo renderne disponibili alcuni, sono molto difficili da ottenere“. L’insieme delle dichiarazioni del Tycoon e di quelle della casa Bianca ha però instaurato nei cittadini una certa paura che gli Stati Uniti possano essere rimasti senza dispositivi di difesa.
Una possibilità che è stata smentita immediatamente dalla stessa vice portavoce del governo Usa. “La potenza delle Forze Armate degli Stati Uniti rimane indiscussa: basta chiedere all’Iran“, ha infatti dichiarato, facendo riferimento ai bombardamenti e agli attacchi missilistici messi in atto nei confronti di Teheran per distruggere i piani di produzione del nucleare dello Stato islamico. Sulla questione è intervenuto anche il portavoce capo del Pentagono Sean Parnell, evidenziando che “l’esercito americano non è mai stato così pronto e capace grazie alla leadership del presidente Trump e del segretario Hegseth“.
Un tentativo di negare possibili attacchi all’amministrazione e di dare l’opportunità ai democratici di sfruttare questo momento a loro favore. La decisione di tutelare gli interessi statunitensi arriva in un momento piuttosto complesso nel Paese, anche a causa dell’approvazione della Legge di bilancio Usa, la prima del secondo mandato Trump, duramente criticata da Trump, dai democratici e anche da alcuni esponenti del partito repubblicano a causa dell’aumento del debito che provocherà nei prossimi anni. Continuare a spendere in armamenti per sostenere le guerre altrui, quindi, potrebbe sembrare ormai una spesa superflua per il Tycoon, non più eccessivamente interessato a pacificare l’Ucraina.
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