“Quando metteremo fine a tutto questo, Vladimir?“. E’ quanto raccontato da Donald Trump all’indomani della telefonata con il leader russo, Vladimir Putin, circa i negoziati per il conflitto in Ucraina. “Lo conosco da molto tempo e credo che anche lui voglia porre fine a questo spargimento di sangue“, ha rassicurato il tycoon mentre dal Cremlino arrivano i primi feedback sull’esito delle due ore di colloquio.
Intanto i contatti tra Russia e Ucraina sono stati ristabiliti e sono già in corso di implementazione, come reso noto dal portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov che, in conversazione con i giornalisti e citato dall’agenzia Tass, ha riferito che i contatti russo ucraini sono stati ricreati a pieno regime, “il che è molto importante in questa fase“. Diversamente da quanto era stato dichiarato dallo stesso zar.
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I colloquio dall’esito positivo adesso avranno bisogno di trovare una nuova sede di confronto dopo Istanbul che come già ipotizzato dal leader ucraino, Volodymyr Zelensky, i Paesi da prendere in considerazione nuovamente la Turchia, la Svizzera o il Vaticano. E proprio dallo Stato della Santa Sede è giunta disponibilità a offrirsi come teatro di confronto fra le parti. Papa Leone XIV, tra le altre cose, aveva già manifestato la sua disponibilità a farsi coinvolgere nel dialogo.
Naturalmente, la parte russa è grata a tutti coloro che sono disposti a dare il loro contributo, ma “non sono state ancora prese decisioni specifiche sul luogo in cui proseguire i possibili negoziati futuri“, ha prontamente chiosato Peskov. Reazione differente sulla sponda statunitense dell’Atlantico, dove Trump ha definito “una grande idea” che il Vaticano possa ospitare eventuali negoziati di pace tra Russia e Ucraina, palesando come ci sia “molta rabbia” tra le due parti e come il simbolismo del luogo possa contribuire a un clima più favorevole.
“Penso che sarebbe fantastico farlo in Vaticano. Forse avrebbe un significato ulteriore” ha dichiarato entusiasta l’inquilino della Casa Bianca, che proprio lunedì ha parlato con Zelensky e Putin e ha riferito come i due fronti in conflitto siano immediatamente disposti ad aprire dei negoziati per un cessate il fuoco e per porre fine alla guerra. La convinzione del tycoon sulle intenzioni dello zar di raggiungere la pace è data dal fatto che, siccome Putin si trova in guerra da oltre tre anni, dal febbraio del 2022, allora “ne avrebbe abbastanza“.
Lo stesso Trump continua poi a rimanere positivo e a esprime la propria fiducia in un cambiamento imminente nella situazione, avvertendo che, in caso contrario, gli Stati Uniti si ritireranno dal ruolo di mediatori perché “era una questione europea e avrebbe dovuto restare tale“.
Intanto giungono in supporto anche dal fronte orientale del mondo. La Cina sostiene “il dialogo diretto” tra Russia e Ucraina, dopo che il presidente a stelle e strisce ha annunciato lunedì che i due Paesi avrebbero avviato con effetto immediato i colloqui di pace per effetto della telefonata avuta con il Capo del Cremlino. Quindi, come riferito dal portavoce del Ministero degli Esteri, Mao Ning, il Dragone ha ribadito di sostenere tutti gli sforzi volti al “raggiungimento della pace e auspica che le parti interessate proseguano il dialogo“.
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