World Pancreatic Cancer Day: il monitoraggio stretto facilita la diagnosi del tumore

Nel giorno dedicato al tumore del pancreas, Humanitas rivela come nuovi strumenti di monitoraggio nei pazienti a rischio potrebbero aiutare a diagnosticare ed agire tempestivamente nella cura della malattia

Redazione
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Attualmente la quarta causa di morte per tumore nei Paesi occidentali è il cancro al pancreas. Quest’ultimo potrebbe essere intercettato e trattato tempestivamente grazie a monitoraggi stretti, risonanze magnetiche ed endoscopie per le persone a rischio di predisposizione genetica. Lo rivela, in occasione del World Pancreatic Cancer Day, l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, che da anni si occupa della promozione della ricerca e della sensibilizzazione per migliorare le conoscenze sul tumore al pancreas.

Alberto Mantovani: “Progressi insufficienti nella diagnosi precoce e nella cura del tumore”

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Ospedale

I medici e i ricercatori di Humanitas, in collaborazione con Fondazione Humanitas per la Ricerca, si occupano quotidianamente di studiare e intercettare la malattia in fase precoce, individuare i possibili pazienti a rischio da monitorare attraverso programmi di prevenzione, utilizzare la tecnologia e strumenti innovativi per la realizzazione di nuovi approcci alla malattia.

Grazie al loro lavoro negli ultimi 10 anni sono stati fatti numerosi passi in avanti, anche se la diagnosi rimane spesso mortale. Ancora oggi infatti 8 casi su 10 di tumore al pancreas vengono diagnosticati troppo tardi. A tal proposito il dottor Alberto Mantovani, il presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca, sostiene che: “Il cancro al pancreas rappresenta una sfida per la ricerca, dati i progressi insufficienti fatti nella diagnosi precoce e cura di questo tumore. Le terapie immunologiche, ad esempio, che rappresentano una vera e propria rivoluzione in oncologia, non hanno avuto un impatto significativo nella terapia del cancro del pancreas. Per questo dobbiamo cogliere la sfida della ricerca a tutto campo”.

Assenza di sintomi e marcatori ritarda diagnosi precoce, Silvia Carrara: “Occorre sorveglianza delle persone predisposte alla malattia”

Nella maggior parte dei casi a ritardare la diagnosi di tumore al pancreas sono, nonostante la conoscenza di predisposizioni genetiche alla malattia, l’assenza di marcatori specifici o di sintomi riconoscibili.

Silvia Carrara, la responsabile del Programma di Ecoendoscopia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e presidente dell’Associazione italiana per lo studio del pancreas ha spiegato: “Oggi sappiamo che alcune categorie di persone sono più a rischio di sviluppare il tumore del pancreas perché appartengono a famiglie dove sono presenti più casi di questa neoplasia o perché sono portatori di mutazioni che sono coinvolte nello sviluppo del tumore del pancreas. Humanitas da anni è in prima linea nella sorveglianza di queste persone”.

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Monitoraggio dei pazienti facilita diagnosi precoci di tumore

Recentemente è stato anche pubblicato sulla rivista the American Journal of Gastroenterology uno studio sui tumori svolto dall’IRCCS, con il supporto del Pancreas Center dell’ospedale San Raffaele e l’Istituto del Pancreas dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Per 3 anni sono state osservate, tramite risonanze magnetiche ed endoscopie, 154 persone a rischio di tumore al pancreas.

Questo monitoraggio ha permesso di rilevare 8 adenocarcinomi del pancreas, di cui 5 erano portatori di mutazioni genetiche causa del tumore al pancreas. Degli 8 casi, inoltre, 5 tumori erano operabili mentre 3 sono stati diagnosticati allo stadio 1 della malattia. “Questo è per noi medici, ma soprattutto per i pazienti, un messaggio di grande speranza” – continua la dottoressa Carrara – “L’identificazione di particolari gruppi di persone a rischio e la sorveglianza condotta con i giusti mezzi, e con la tempistica corretta, porterà a diagnosi precoci di tumori del pancreas e a una migliore sopravvivenza dei pazienti”.

Alessandro Zerbi: “Migliorare le tecniche chirurgiche”

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Intervento chirurgico

Non solo la diagnosi, ma anche la cura del tumore risulta spesso estremamente complessa. Ciò avviene principalmente per via di alcuni fattori: la sede nascosta del pancreas rispetto agli altri organi, la vicinanza a vene e arterie che rendono difficile l’operazione chirurgica in circa il 20720% dei casi, la diagnosi tardiva e la scarsa risposta alle cure.

Secondo Alessandro Zerbi: “Questo rende fondamentale proseguire la ricerca in ambiti innovativi, sia sul fronte dei meccanismi all’origine della malattia sia sull’utilizzo di approcci più evoluti per migliorare le tecniche chirurgiche”.

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