Donald Trump è tornato a far parlare di sé nel corso di un bilaterale con il primo ministro canadese, Mark Carney, all’alba del G7 di Kananakis. Il presidente degli Stati Uniti è arrivato in Canada alcune ore fa, le 5 del mattino in Italia, pronto a prendere parte ad un bilaterale che dopo lo scoppio del conflitto tra Iran e Israele ha assunto un’importanza ancora più fondamentale. La dichiarazione del Tycoon che ha creato un certo scalpore non ha però nulla a che fare con il conflitto mediorientale.
“Cacciare la Russia dal G8 è stato un grosso errore“, ha sostenuto il Comandante in capo degli Usa, sottolineando che a causa di questa decisione, da lui imputata all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e all’ex primo ministro canadese Justin Trudeau, ora sarebbe in corso la guerra tra Ucraina e Russia. Il miliardario ha poi sfruttato l’occasione per sottolineare che il conflitto in Ucraina non sarebbe affatto scoppiato se in quel momento storico fosse stato presidente lui e non Joe Biden.
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Dopo l’incontro con il presidente canadese, il Tycoon incontrerà anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico, Keir Starmer. Non è chiaro quali saranno gli argomenti affrontati nel corso dei bilaterali, ma non si esclude che venga affrontata la questione mediorientale. A tal proposito, il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di non avere intenzione di di firmare la bozza del G7 per la de-escalation tra Israele e Iran, come riferito dalla Cbs, che ha citato un dirigente Usa che però ha voluto rimanere anonimo.
Al momento, non è chiaro quanto siano coinvolti gli Stati Uniti all’interno del conflitto. Donald Trump ha cambiato versione diverse volte, mentre il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha sostenuto che ogni attacco verso Teheran ha ricevuto il benestare statunitense. Incalzato nuovamente sulla questione, a margine del bilaterale con Carney, il miliardario ha dichiarato di non voler approfondire la questione.
“Abbiamo sempre supportato Israele, per molto tempo, Israele sta facendo molto bene“, ha poi dichiarato a coloro che gli hanno chiesto del supporto di Washington allo Stato ebraico. Intanto, l’Iran ha chiesto al Qatar, all’Arabia Saudita e all’Oman di fare pressioni su Trump proprio per convincerlo ad utilizzare la sua influenza per convincere Gerusalemme a cessare gli attacchi contro l’Iran. In cambio Teheran avrebbe promesso una “flessibilità” sui negoziati per il nucleare.
Anche su questo aspetto, però, il presidente Usa sarebbe stato perentorio. “Loro vogliono dialogare, ma avrebbero dovuto farlo prima“, ha sostenuto, per poi aggiungere che l’Iran ha avuto a disposizione ben 60 giorni per trovare un’intesa con gli Usa. Ora, invece, Teheran si trova a combattere una guerra che non ha la possibilità di vincere. “Devono parlare e devono parlare subito, prima che sia troppo tardi“, ha spiegato, , rispondendo a chi domandava se avesse avuto segnali di de-escalation da parte dell’Iran.
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