Gli Usa vivono ore di caos. Forte tensione politica e sociale. Mentre lo shutdown federale entra nel suo sesto giorno, Donald Trump ha ordinato con fermezza il dispiegamento della Guardia Nazionale in diverse città, tra cui Portland e Chicago, dove le operazioni di ICE (Immigration and Customs Enforcement) stanno assumendo toni sempre più duri.
Un’ordine che non è stato preso bene, che ha provocato una raffica di ricorsi legali: un giudice federale ha temporaneamente bloccato l’invio di truppe in Oregon e California, accogliendo i ricorsi presentati dai governi locali. “Si tratta di un uso improprio delle forze armate”, ha denunciato il governatore dell’Illinois, che ha definito la scelta di Trump “un atto politico travestito da misura di sicurezza”.
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Shutdown, scontro frontale al Congresso
Senza sbocchi lo scontro tra Casa Bianca e Congresso. Il leader dem Hakeem Jeffries ha sfidato lo speaker repubblicano Mike Johnson a un dibattito televisivo per discutere la riapertura del governo. Johnson ha liquidato l’invito come “pura teatralità”, mentre entrambe le parti confidano che l’opinione pubblica spinga l’altra a cedere. Il blocco minaccia di interrompere programmi di assistenza alimentare per milioni di americani e di rallentare i servizi essenziali, inclusi controlli aerei e servizi postali.
Trump approva strada mineraria in Alaska
Nel frattempo, Trump ha firmato un ordine esecutivo per autorizzare un nuovo corridoio minerario lungo 340 chilometri in Alaska, noto come Ambler Road Project. Il progetto, già approvato durante il suo primo mandato e poi bloccato dall’amministrazione Biden, punta a facilitare l’estrazione di rame, cobalto e oro in un’area incontaminata a nord di Fairbanks. Secondo Trump, la strada rappresenta “una risorsa strategica” per l’economia americana, ma ambientalisti e tribù native denunciano “un rischio enorme per la fauna e le comunità locali”.
Ucraina, “decisione presa” sui Tomahawk
Sul piano internazionale, il presidente ha dichiarato di aver “preso una decisione” sull’invio di missili Tomahawk all’Ucraina, pur precisando che intende “porre alcune domande” a Kiev su come intende utilizzarli.
“Non voglio un’escalation”, ha affermato Trump rispondendo ai giornalisti nello Studio Ovale, lasciando intendere che il via libera all’arma a lunga gittata sarà condizionato all’uso che ne farà l’esercito ucraino.
La mossa potrebbe riaccendere il dibattito sull’impegno americano nel conflitto con la Russia, in un momento di crescente pressione diplomatica su Mosca e di fragilità politica interna a Washington.
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