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Trump a rischio impeachment: poteva davvero attaccare l’Iran senza via libera del Congresso?

Al momento comunque sono due i leader dell'opposizione che stanno tentando di sfruttare questo momento a loro vantaggio. Si tratta dell'ormai famoso governatore del Vermont, il democratico Bernie Sanders, e della deputata Alexandria Ocasio Cortez, famigerata per i suoi discorsi sui diritti degli americani

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L’attacco all’Iran potrebbe costare carissimo a Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha deciso di cogliere tutti alla sprovvista dando il via libera alle sue truppe di bombardare tre siti nucleari presenti sul territorio iraniano. Il Tycoon aveva però il potere di prendere una decisione simile? Su tale questione si è spaccato il congresso statunitense, che si trova ora a riflettere per l’ennesima volta sull’operato del presidente.

In questo secondo mandato, il miliardario è più e più volte andato contro la normale dinamica dei rapporti di potere esistente nel suo Paese. Prima con i dazi, poi con la Guardia Nazionale, Trump è stato più volte accusato di non aver chiesto il parere al Congresso Usa prima di prendere le sue decisioni. In entrambi i casi sopracitati, però, il titolare della Casa Bianca è riuscito a cavarsela, grazie a ricorsi in appello che hanno dimostrato la legittimità delle sue azioni.

Ora, bisogna capire se questo terzo evento possa effettivamente aggiungersi ai successi di Trump o possa diventare il primo passo verso l’impeachment. Nel caso in cui le azioni di Trump non fossero ritenute applicabili, la Camera bassa del congresso potrebbe presentare una mozione contro il presidente, ritenuto colpevole di aver compiuto azioni illecite nel corso dell’esercizio delle proprie funzioni. Lo scopo dell’impeachment? Far cadere l’amministrazione Trump e privare il presidente della sua carica.

La rivolta dei repubblicani contro Trump guidata da Sanders e Ocasio Cortez

Il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, ha preso le difese del presidente, sostenendo che l’attacco all’Iran è da considerarsi più che legittimo. Secondo il capo del Pentagono, infatti, il Tycoon ha rispettato i requisiti di notifica del War Powers Act, informando i membri del Congresso degli attacchi subito dopo la partenza degli aerei verso l’Iran.

La questione dell’impeachment si gioca però su un dettaglio fondamentale. Secondo la Costituzione americana, gli Usa possono attaccare un Paese straniero solo tramite l’approvazione del Congresso. Allo stesso tempo, però, il presidente degli Stati Uniti, in tanto Comandante in capo, ha il potere di intervenire in un conflitto senza informare preventivamente il Congresso, ma solamente se esiste una minaccia diretta nei confronti degli Stati Uniti.

Il Tycoon dovrà quindi dimostrare che le azioni dell’Iran avrebbero potuto rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti, liberandosi in questo modo da ogni pericolo di impeachment. Al momento comunque sono due i leader dell’opposizione che stanno tentando di sfruttare questo momento a loro vantaggio. Si tratta dell’ormai famoso governatore del Vermont, il democratico Bernie Sanders, e della deputata Alexandria Ocasio Cortez, famigerata per i suoi discorsi sui diritti degli americani.

Il primo ha definito l’attacco all’Iran, di cui è venuto a conoscenza durante un convegno in Oklahoma, come “una decisione grossolana e incostituzionale“, mentre la seconda ha parlato pubblicamente di impeachment, in quanto la scelta di Trump “costituisce una grave violazione della Costituzione e dei poteri di guerra del Congresso“. Ocasio Cortez ha poi voluto evidenziare i pericoli a cui il Tycoon ha esposto il Paese: “Ha rischiato impulsivamente di scatenare una guerra che potrebbe intrappolarci per generazioni“.

Mentre la situazione in Medio Oriente si fa di giorno in giorno più tesa, negli Stati Uniti diventa incandescente. Donald Trump ha nuovamente infiammato gli animi, mentre il popolo osserva inerme il pericolo di una nuova guerra all’orizzonte.

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