Nessuno può fermare Donald Trump, nemmeno una lunga serie di inchieste giudiziarie che lo vedrebbero coinvolto in numerose illegalità. Il Tycoon americano continua la sua corsa verso la Casa Bianca, convinto di avere tutte le carte in regola per tornare a governare una delle superpotenze del nostro pianeta, e lo fa nella consapevolezza di poter rimandare a data da destinarsi le preoccupazioni per uno dei processi che nell’ultimo anno lo hanno avuto come protagonista.
Il Tribunale di New York ha infatti deciso di rinviare la pena di Donald Trump per il caso dei pagamenti in nero della pornostar Stormy Daniels, che invece avrebbe dovuto scattare il prossimo 19 settembre. Una vera e propria vittoria per Trump, che continua imperterrito a dichiararsi innocente e ad attaccare le sue accusatrici, sostenendo che queste siano in combutta per rovinarlo. Lo ha confermato anche oggi, a seguito del processo d’appello contro Jean Carrol, che ha chiesto un risarcimento di 5 milioni di dollari dichiarando di aver subito una violenza sessuale e di essere stata diffamata dall’ex presidente Usa.
“Sono che io che dovrei denunciare lei” ha dichiarato il miliardario, per poi lasciarsi andare ad una serie di accuse sessiste nei confronti della donna. Trump non si è risparmiato neanche sul versante Kamala Harris, sua avversaria nella corsa verso la presidenza degli Usa. Secondo l’imprenditore, infatti, la candidata democratica sarebbe tra coloro che hanno corrotto i procuratori e il sistema giudiziario affinché Trump finisse sotto accusa.
Il nodo del dibattito presidenziale
Durante un incontro con i cronisti che si è trasformato in un flusso di coscienza durato 45 minuti, senza alcun tipo di interruzione da parte dei giornalisti, Donald Trump ha sostenuto una serie di accuse nei confronti della sua avversaria democratica, in particolare per quanto riguarda il prossimo dibattito presidenziale che avverrà il 10 settembre.
“Ha voluto farlo su Abc perché sono suoi amici, conoscerà tutte le domande in anticipo” ha denunciato Trump, quasi giustificando in anticipo l’esito del dibattito. Per chi si chiedesse per quale motivo il miliardario abbia permesso che tale decisione venisse presa, è stato proprio l’imprenditore ha dare la risposta: “A me va bene lo stesso, l’ho lasciata scegliere, se no non lo avrebbe fatto“. Trump quindi sostiene di non essere preoccupato, ma allo stesso tempo protegge la sua figura politica dichiarando che Kamala Harris sta usando vie traverse per arrivare alla vittoria.
Harris convince i Top manager americani
Mentre Donald Trump continua a cercare metodi per screditare Kamala Harris, quest’ultima continua a lavorare per costruirsi un seguito sicuro di elettori, che possano sia sostenere la sua campagna elettorale economicamente sia a livello di voti. Sembrerebbe che la democratica abbia incassato il sostegno di una novantina di top manager americani, tra cui James Murdoch, figlio del magnate dei media.
Quest’ultimo, infatti, sarebbe presente in una lettera a sostegno della democratica, firmata anche dal co-fondatore e partner del Chernin Group Peter Chernin, dall’ex Ceo di Paramount Barry Diller, il capo di Yelp Jeremy Stoppelman e l’ex amministratore delegato di Sony Entertainment Michael Lynton. Un sostegno importante che si aggiunge a quello ottenuto dai grandi imprenditori della Silicon Valley che sembrerebbero essere convinti dalla figura della candidata democratica.
Alle elezioni presidenziali mancano ormai 9 settimane e si iniziano a fare strada i pronostici su quali potranno essere i risultati. Il guru delle previsioni americane, il professore dell’American University di Washington, Allan Lichtman, ha decretato che la vincitrice sarà proprio Kamala Harris. Il professore riuscì a prevedere la vittoria di Donald Trump nel 2016 e sbagliò solo nel caso delle elezioni tra George W. Bush e LA Gore.
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