A pochissimi giorni dall’attentato alla vita di Donald Trump, l’ex presidente ha scelto il suo vice alla presidenza: il senatore dell’Ohio JD Vance. Nonostante girassero da tempo i rumor riguardo questa scelta, pare che il diretto interessato l’abbia scoperto solo venti minuti prima. La campagna elettorale di Biden ha reagito subito definendolo il “candidato dei miliardari e delle corporation” e un sostenitore del divieto nazionale all’aborto. Inoltre dicono che sia stato scelto perché Vance farebbe di tutto pur di promuovere Trump e il suo programma estremista Maga – Make America Great Again.
La notizia è stata ufficializzata mentre era in corso il voto dei delegati, nel primo giorno della convention di Milwaukee, nel Wisconsin, che hanno scelto Trump come candidato repubblicano. Lo hanno nominato Mike Johnson, speaker della Camera, e due funzionari del partito, uno dell’Iowa e l’altro del Nevada. I 125 delegati della Florida, lo Stato di Trump, guidati dal figlio di Eric Trump, gli hanno fatto superare la soglia dei 1215 necessari per essere nominato.
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Trump, chi è J. D. Vance
JD Vance nasce nel 1984 a Middletown in Ohio, nel cuore dell’industria pesante statunitense. I suoi genitori divorziano quando ancora è piccolo e cresce in una famiglia operaia, afflitta dalla dipendenza dalla droga e dalla povertà. La carriera la costruisce tra scuole pubbliche, università e grandi capacità che lo portano fino a Yale. Si specializza in filosofia e scienze politiche.
Si unisce poi alla Mithril Capital, società di venture capital gestita da Peter Thiel, il fondatore di PayPal e campione della destra a Silicon Valley. È sposato con Usha Chilukuri e hanno 3 figli. È un soldato che ha combattuto in Iraq e in Afghanistan coi Marines, cosa che lo ha portato a essere scettico su qualsiasi coinvolgimento degli Usa nel mondo. Diventa celebre per il bestseller Hillbilly Elegy, un racconto della sua vita, della povertà e dei valori delle sue terre, dal quale Netflix ha creato un film.
J. D. Vance non è stato sempre un sostenitore di Trump. Quando nel 2016 l’ex presidente stava per entrare alla Casa Bianca, Vance disse “non posso digerire Trump, con lui la classe operaia finisce in un posto scuro”. Lo definì inoltre un idiota e lo paragonò ad Adolf Hitler. Sono passati solo 8 anni e ora l’uomo è stato scelto da quell’“idiota” come vice alla presidenza.
Il perdono da Trump lo ottenne nel 2021 e nel 2022 l’ex presidente lo sostenne quando corse e vinse un seggio al Senato per l’Ohio. Domani Vance parlerà alla convention e giovedì ascolterà Trump nel Fivers Forum. Dopodiché girerà l’America per la campagna elettorale. In realtà gli stati in cui approderà sono quelli del Nord industriale, Pennsylvania, Wisconsin e Michigan, e lui ha un passato e un linguaggio adatti per poter comunicare al meglio con gli operai di questi stati.
Trump lo ha scelto perché con lui si può puntare ad affascinare al meglio la classe media e operaia bianca, che aveva corteggiato già alla sua prima corsa, che si sente minacciata da tutto, dagli immigrati, dai prezzi stracciati dai prodotti cinesi e dalla delocalizzazione della produzione. Con lui può rivolgersi a coloro che avrebbero voluto un sostegno all’Ucraina meno forte, con cambiamenti alle modalità degli aiuti e che non hanno paura a dire che la guerra non si può vincere.
Vance è antiabortista e fa parte di quelli che vengono chiamati la “new right”, giovani conservatori ed elitari. La campagna di Biden definisce la coppia Trump-Vance come una “minaccia alla nostra democrazia, al futuro e alla libertà”. La sua agenda vede obiettivi a lungo termine, perché come dice lui, “il Paese non è stato fregato in un periodo di 10 anni, e non si sbloccherà in un periodo di 10 anni”.
Trump evita di incolpare la sinistra dell’attentato
Trump il giorno prima di essere eletto ha chiamato la giornalista Salena Zito del Washington Examiner, che avrebbe dovuto intervistarlo dopo il comizio a Butler finito con l’attentato all’ex presidente. A Zito ha detto chiaramente “potrei essere morto“ e ha spiegato di aver riscritto il discorso finale, scegliendo un messaggio per “unire il paese”.
Il team di Trump ha deciso di contattare gli speaker per evitare di incolpare la sinistra dell’attentato, poiché la campagna elettorale deve puntare di più sulla contrapposizione Biden-Trump nelle tematiche dell’immigrazione, economia e crimine. Anche se Vance, quello che è ora il vicepresidente di Trump, è stato il primo a incolpare Biden: lo accusa di aver incoraggiato l’attentato perché ha sempre descritto Trump come un “fascista autoritario“.
Il primo giorno a Milwaukee prevedeva un racconto di storie di gente comune che soffre per la crisi economica causata dal governo Biden. L’obiettivo di Trump sono gli elettori indecisi e parlare di un eventuale complotto della sinistra non aiuterebbe a sfruttare l’energia positiva che si è creata. Cosa che non risulta facile, sia perché l’ex presidente è di natura accusatoria, sia perché lo staff è scosso dopo l’attentato. Comunque la scelta di un vicepresidente estremista come Vance può far nascere dei dubbi riguardo il modo in cui Trump riuscirà ad adempiere all’obiettivo di attirare gli elettori indecisi, più moderati.
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