L’incontro tra Benjamin Netanyahu e Donald Trump ha finalmente una data. Il presidente americano e il primo ministro di Israele si incontreranno il prossimo 7 luglio alla Casa Bianca, come riporta il sito di informazione Axios, citando fonti israeliane. Al centro del vertice potrebbero esservi numerosi dossier, di cui alcuni non ancora rilasciati al grande pubblico.
Innanzitutto, i due leader potrebbero discutere faccia a faccia del successo dell’operazione con l’Iran, che la scorsa settimana ha portato alla distruzione di tre siti nucleari nel Paese, come più volte ribadito dal Tycoon. Resta però ancora da decidere in che modo costringere lo Stato islamico a rinunciare ai suoi piani per l’arricchimento dell’Uranio. Teheran ha infatti più volte ribadito di non essere affatto intenzionata a rinunciare ad operazioni utilizzate per produrre energia nucleare per scopi civili.
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Proprio oggi la Casa Bianca ha smentito alcune dichiarazioni del presidente, sostenendo che Washington è rimasta in contatto con i funzionari iraniani anche in questo periodo post attacco. Trump ha invece sostenuto di aver interrotto i rapporti, in quanto l’Iran non rappresenterebbe più un pericolo con gli Usa, vista la distruzione operata sui suoi centri di produzione di energia nucleare. La Casa Bianca ha invece sottolineato che l’amministrazione e in particolare l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff, sono rimasti in contatto con gli iraniani.
“Questa comunicazione continua, ma il presidente stesso non ha parlato direttamente con l’Iran, come ha sottolineato nella sua dichiarazione su Truth“, ha spiegato però la portavoce del presidente, Karoline Leavitt, riferendosi al post online del presidente pubblicato poco prima. Inoltre, la Casa Bianca ha difeso la presa di posizione di Donald Trump a favore del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in relazione alla sua richiesta di sospensione del processo per corruzione nei confronti del primo ministro.
Trump al lavoro per possibile accordo tra Siria e Israele
“Il presidente ha voluto mostrare la sua empatia nei confronti di Netanyahu, che è coinvolto in un processo di pace ed è un grande leader“, ha spiegato Leavitt, ricordando che il Tycoon si sente piuttosto vicino al primo ministro in quanto anche lui “ha dovuto subire la persecuzione della giustizia“. Rimanendo sempre sulla figura del premier israeliano, oggi il presidente Usa ha annunciato che Trump ha intenzione di firmare nelle prossime ore la fine delle sanzioni americane alla Siria, mantenendo però quelle sul regime di Bashar Al-Assad e i suoi collaboratori.
L’obiettivo finale del Comandante in capo è però quello di portare la Siria e Israele al tavolo delle trattative per dare inizio a dei colloqui preliminari che possano portare ad un potenziale accordo di sicurezza. La notizia è stata riportata da Axios, che ha citato alcune fonti americane. Il successo dell’operazione in Siria, infatti, secondo Trump potrebbe aver aperto alcuni spiragli di speranza per il proseguimento e la realizzazione di trattati di pace tra lo Stato ebraico e altre Nazioni mediorientali. I colloqui tra Gerusalemme e Damasco potrebbero permettere di gettare le basi per un negoziato più strutturato e quindi essere un nuovo successo firmato Donald Trump.
Netanyahu: ancora bombe su Gaza e rabbia per le violenze dei coloni
Per quanto riguarda il primo ministro, invece, è prevista questa sera una riunione con il suo gabinetto al fine di discutere sulla linea comune da seguire a Gaza, dove sono stati nuovamente interrotti i flussi di beni umanitari e cibo. L’Idf aveva il compito di strutturare una risposta che riuscisse a fermare Hamas nel suo tentativo di depredare i centri di rifornimento, ma al momento l’esercito non è stato in grado di trovare una soluzione.
Il ministro degli Affari Strategici, Ron Dermer, è in volo verso Washington per “cercare di fare pressione sugli americani affinché’ facciano pressione sui qatarioti affinché’ facciano pressione su Hamas”, ha affermato un funzionario al Times of Israel. “Il Qatar è la chiave e i contatti continuano, e speriamo che ci sia una svolta molto presto. Dipende da Hamas“, ha spiegato una fonte alla testata, chiarendo che Israele prosegue con le manovre su terra, al fine di convincere Hamas a cedere ad una tregua.
Gerusalemme si trova anche a fare i conti con atti violenti da parte dei coloni nei confronti dell’Idf. Netanyahu ha duramente condannato le aggressioni, invitando le forze dell’ordine a indagare sull’incidente e a perseguire i “rivoltosi” ma sottolineando tuttavia che si tratta di una minoranza marginale, in quanto “la comunità dei coloni è un modello“.
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