“Vittoria enorme alla Corte Suprema! Persino la bufala del diritto di cittadinanza per nascita è stata, indirettamente, colpita“. Ed è esultanza di Donald Trump su Truth dopo la sentenza della Corte Suprema che ha limitato i poteri dei tribunali inferiori sugli ordini esecutivi presidenziale e, nel caso specifico, sullo ius soli.
La Corte ha votato favorevole 6 a 3 dividendosi tra giudici conservatori e progressisti, stabilendo che i giudici federali di grado inferiore non hanno il potere di bloccare a livello nazionale i provvedimenti esecutivi della Casa Bianca. La sentenza ha implicazioni più ampie del solo stop allo Ius Soli, sul cui merito di costituzionalità i giudici della Corte non sono intervenuti, ma hanno segnalato che il controverso piano del tycoon di porre fine di fatto alla cittadinanza per nascita potrebbe non essere mai applicato. Insomma, con questa sentenza è stato autorizzato l’ordine esecutivo del presidente a stelle e strisce firmato il primo giorno del suo ritorno alla Casa Bianca.
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Quella ottenuta, quindi, a detta del tycoon, è stata una “monumentale vittoria per la Costituzione, la separazione dei poteri e lo Stato di diritto“. Parlando nella briefing room della Casa Bianca, riguardo alla sentenza, Trump ritiene che quello di una “manciata di giudici radicali di sinistra” che avevano bloccato gli ordini esecutivi del presidente, come quello sullo stop allo Ius Soli, è stato “una grave minaccia alla democrazia” e un “colossale abuso di potere“, che non si era mai verificato nella storia americana prima degli ultimi decenni. “”Abbiamo subito” – denuncia The Donald – più ingiunzioni a livello nazionale di quante ne siano
state emesse in tutto il ventesimo secolo. Pensateci: più che in tutto il ventesimo secolo“.
“In pratica – ha spiegato – “questo significava che se anche solo uno dei quasi 700 giudici federali non era d’accordo con la politica di un presidente degli Stati Uniti regolarmente eletto, poteva bloccare tale politica impedendone l’entrata in vigore, o quantomeno ritardarla per molti anni intrappolandola nel sistema giudiziario“.
Lo ius soli secondo Trump
Nello specifico, l’ordine esecutivo di Trump limita la cittadinanza per diritto di nascita per i bambini nati sul suolo statunitense se non hanno almeno un genitore con status legale permanente e che blocca lo ius soli ad entrare in vigore in alcune aree del Paese. Il giro di vite sovverte l’interpretazione convenzionale della clausola sulla cittadinanza del XIV emendamento, da tempo riconosciuta come soggetta a poche eccezioni.
E Trump non ha lasciato spazio alle interpretazioni dichiarando che “grazie” alla decisione presa dalla Corte
Suprema, “possiamo ora procedere immediatamente con numerose politiche” come “la fine del diritto di cittadinanza per nascita, che era intesa per i figli degli schiavi, non per gente che voleva truffare il sistema venendo nel Paese in vacanza“.
Finora, ogni tribunale che ha affrontato direttamente il dossier della legalità dell’ordinanza del tyccon, l’ha ritenuta probabilmente incostituzionale. L’amministrazione si era rivolta alla Corte Suprema con la sua procedura d’urgenza per limitare le disposizioni a livello nazionale emesse fai giudici federali di Greenbelt, nel Maryland, Seattle e Boston.
La sentenza della Corte Suprema è contenuta in 119 pagine e mostra l’ennesima spaccatura fra i saggi, con i sei conservatori che hanno votato a favore e i tre liberal contrari. L’esito ha ricevuto commenti a stretto giro anche dai giudici in contrasto con quanto stabilito. Fra questi figura Sonia Sotomayor, nominata dall’ex presidente Barack Obama, la giudice insieme ad altri volti progressisti si è espressa contro parlando di “parodia dello stato di diritto“.
Ma alla base, resta la domanda se Trump possa legalmente negare la cittadinanza automatica ai bambini nati negli Stati Uniti quando nessuno dei due genitori è cittadino o residente legale permanente e su questo i giudici non si sono espressi. Dal canto suo, l’inquilino della Casa Bianca ha spiegato che i figli nati negli Stati Uniti da immigrati illegali non hanno diritto alla cittadinanza perché i genitori, non avendo uno status legale, non sono soggetti alla giurisdizione americana.
Ora, la decisione finale della Corte Suprema sullo ius soli sarà presa ad ottobre, come riferito dall’Attorney General Usa, Pam Bondi, spiegando che la sentenza di oggi ha autorizzato temporaneamente lo stop al diritto di cittadinanza voluto dal presidente ma non prima di 30 giorni.
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