Donald Trump è stato eletto lo scorso novembre e si è insediato come presidente degli Stati Uniti d’America lo scorso 20 gennaio. In poco meno di sei mesi, il proprietario della Trump tower ha fatto parlare di sé più di quanto effettivamente preventivato. Tra la minaccia dei dazi, delle sanzioni alla Russia per porre fine al conflitto contro l’Ucraina, fino alla guerra commerciale intentata contro la Cina, il Tycoon ha reso la prima metà dell’anno particolarmente burrascosa.
Non soddisfatto di quanto messo in atto finora, il titolare della Casa Bianca si è ora aperto ad un altro fronte. Poco interessato al conflitto tra Israele e Palestina, proseguito grazie al suo assenso e al suo supporto, oggi il Tycoon sembra particolarmente coinvolto nelle nuove tensioni tra lo Stato ebraico e l’Iran. Sette giorni fa, Gerusalemme ha sferrato il primo attacco contro Teheran e da quel momento le due Nazioni hanno dato inizio ad un conflitto la cui durata non è ancora stata stimata.
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A preoccupare, però, è la possibilità che al fianco degli aerei israeliani sfilino anche quelli americani. Da un paio di giorni, dopo alcune difficoltà a chiarire quanto effettivamente fosse coinvolto nel conflitto, Il Tycoon continua a minacciare l’Iran di un potenziale attacco devastante. L’obiettivo sarebbe la centrale nucleare di Fordow, un vero e proprio bunker sotterraneo scavato nella montagna, che per le bombe israeliane sarebbe espugnabile.
Trump: “Potrei decidere entro due settimane”
L’unico modo per abbatterlo è utilizzare i missili da 14 tonnellate che però possiedono solamente gli Usa. Donald Trump è quindi impegnato a riflettere su tutti i pro e i contro di questa possibile operazione. Il presidente Usa continua da giorni ad esortare l’Iran alla resa incondizionata e alla rinuncia ai suoi programmi nucleari, nella speranza di non dover passare alle maniere forti. Teheran, però, non è pronta a cedere alle richieste americane, tanto da alzare ancora di più i toni promettendo pericolose ritorsioni in caso di un attacco da parte degli Stati Uniti.
Qual è la situazione ora? Il portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha sostenuto che Donald Trump prenderà una decisione entro le prossime due settimane. Il discrimine fondamentale riguarda la possibilità che i negoziati sul nucleare possano non portare ad alcune conclusione concreta. Molto meno positive le dichiarazioni riportate dalla testata Usa Cbs, secondo cui Trump considererebbe certo un attacco contro Fordow, in quanto “non ci sarebbe molta scelta“.
Usa: allo studio gli scenari possibili dopo la chiusura del canale di Hormuz
Intanto, alla Casa Bianca è giunto Steve Bannon, il controverso ex stratega di Donald Trump. Bannon non è più parte dell’amministrazione del presidente, ma sembra che sia una delle voci contrarie ad un intervento Usa in Medio Oriente. È possibile, dunque, che la sua presenza sia necessaria per consigliare il Tycoon nella sua prossima e decisiva scelta.
Gli Stati Uniti, per non trovarsi impreparati, starebbero studiando anche tutte le possibili ritorsioni che l’Iran potrebbe mettere in atto contro di loro. Innanzitutto, si starebbero valutando gli scenari successivi alla chiusura dello stretto di Hormuz. Si tratta di un passaggio fondamentale, in cui transita circa un terzo del petroli mondiale. Secondo alcuni esperti, la possibilità più credibile è che l’Iran possa mettere alcune mine nello stretto, così da costringere la marina Usa ad un’operazione lunga e pericolosa per rimuoverle.
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