“Si dice che i danni ai siti nucleari in Iran siano ‘monumentali‘. I colpi sono stati duri e precisi. I nostri militari hanno dimostrato grande abilità“: lo scrive Donald Trump commentando l’esito dell’attacco USA. Il Tycoon è tornato a rivendicare il successo dei raid su tre centrali nucleari in Iran.
“Adesso è iniziata la guerra“, con queste parole i Guardiani della Rivoluzione iraniana hanno risposto all’attacco portato avanti dagli Stati Uniti di Donald Trump che questa notte ha colpito tre siti nucleari nello Stato islamico. Fordow, Natanz ed Esfahan sono stati colpiti dalle bombe statunitensi che, ancora una volta senza preavviso, hanno raggiunto uno Stato ritenuto avversario. Ora, ogni cittadino americano, militare o civile che sia, presente nella Regione può essere un legittimo obiettivo per le truppe iraniane, come riporta la tv di Stato.
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La narrazione portata avanti da Donald Trump è invece completamente opposta. “Ora è il momento della pace“, ha sostenuto, per poi avvisare l’Iran che gli attacchi finora portati avanti sono gli unici che la sua amministrazione metterà in atto. Secondo un funzionario del governo americano, infatti, i tre siti nucleari erano gli unici obiettivi degli Usa e al momento non vi sarebbero piani su un attacco continuato all’Iran, magari finalizzato alla caduta del regime.
Sembrerebbe, dunque, che gli Stati Uniti si siano resi conto che le tecnologie possedute da Israele non fossero sufficienti per portare a termine la missione da loro iniziata. La base di Fordow, scavata all’interno di una montagna, era neutralizzabile solo grazie ai missili da 14 tonnellate, di cui è in possesso solo l’America. Secondo quanto si apprende, infatti, nelle operazioni sono stati utilizzati bombardieri B-2 americani, che hanno sganciato diverse bombe Gbu-57 Mop su Fordow, ovvero le cosiddette bunker buster, con una potenza senza precedenti.
L’Iran, a poche ore dall’attacco, ha voluto far sapere che le conseguenze dei raid non sono così catastrofiche come si sarebbe inizialmente pensato. “I funzionari provinciali smentiscono le dichiarazioni di Trump sulla distruzione della struttura di Fordow e segnalano solo danni parziali“, si legge in un comunicato stampa delle autorità locali. Inoltre, una fonte citata dall’agenzia Mehr, ha sostenuto che la maggior parte dell’uranio presente nella base sarebbe stato precedente spostato in un’altra sede, alla luce delle crescenti tensioni nell’area. La fonte non ha ovviamente chiarito la nuova posizione dell’uranio.
Trump attacca Iran: cosa succede ora?
“Washington affronterà le conseguenze“, ha minacciato uno dei leader degli Houthi dopo l’attacco sferrato contro l’Iran. Restano da capire i prossimi passi che verranno compiuti dai Paesi mediorientali, su cui si baserà di fatto la possibilità dello scoppio di un nuovo conflitto. Trump sembra aver raggiunto il suo obiettivo ed ora è focalizzato sulla possibilità di dare inizio ad un nuovo negoziato che ponga fine anche alle ostilità tra Iran e Israele. Il presidente Usa ha infatti mantenuto i contatti con il premier israeliano sia prima che dopo l’attacco.
Per evitare fraintendimenti, il titolare della Casa Bianca ha deciso di tenere un discorso pubblico subito dopo l’attacco. “O ci sarà la pace o ci sarà una tragedia come mai prima“, ha spiegato, lanciando un chiaro messaggio all’Iran e ai suoi alleati. Il Tycoon ha confermato che gli impianti nucleari chiave della regione sono stati distrutti e che la minaccia iraniana non è più un pericolo per gli Stati Uniti o per le altre democrazie del mondo.
Molto più dettagliato il discorso di Benjamin Netanyahu alla sua Nazione. Il premier ha innanzitutto voluto ringraziare gli Usa per gli sforzi messi in atto finora, per poi aggiungere che sia Israele che gli Stati Uniti adottano la strategia della “pace attraverso la forza“. Secondo il leader dello Stato ebraico, la decisione presa da Trump è stata coraggiosa, oltre che necessaria, e servirà a “cambiare il corso della storia“. “Trump sta guidando con coraggio il mondo libero“, ha aggiunto, ricordando la profonda amicizia e lo stretto legame che tiene insieme le due Nazioni.
L’Iran si vendica con attacchi su Israele
Subito dopo gli attacchi e i due discorsi in differita, l’Iran ha preparato la sua vendetta. Nessun attacco contro basi militari Usa o contro civili americani, ma un raid mirato a diverse città israeliane. Un missile iraniano ha colpito la città di Haifa, nel nord di Israele, dove sono stati segnalati gravi danni, come riferito dai soccorritori. Anche a Tel Aviv sono stati registrati danni, di cui al momento non è stata chiarita l’entità.
Aeroporti, infrastrutture, edifici e civili, sono stati questi gli obiettivi dell’attacco iraniano. Una vera e propria ritorsione, finalizzata a far patire ad Israele lo stesso dolore degli iraniani. Diversi scenari si profilano ora all’orizzonte: l’attacco Usa potrebbe aver velocizzato il processo dei negoziati, oppure potrebbe aver convinto lo Stato islamico a dare inizio ad una nuova fase del conflitto, ben più violenta.
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