Crescono le tensioni tra Usa e Cina dopo un periodo in cui sembrava che le relazioni economiche e politiche tra le due superpotenze stessero affrontando un periodo di stasi quasi “pacifico“. Un post pubblicato su Truth social dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riporta il mondo indietro di qualche mese, quando i dazi del Tycoon erano divenuti un vero e proprio strumento di coercizione.
Il titolare della Casa Bianca ha infatti annunciato di star prendendo in considerazione una nuova stretta sulle tariffe doganali nei confronti di Pechino a seguito della loro decisione di rendere i commerci delle terre rare più complessi. “Avrei dovuto incontrare il presidente Xi tra due settimane, all’Apec in Corea del Sud, ma ora sembra non esserci più motivo di farlo“, ha scritto Donald Trump, spiegando quindi di non voler più lasciare aperti i canali di comunicazione diretti tra le due presidenze.
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A infuriare il presidente americano è stato l’annuncio arrivato ieri dal Dragone, che ha spiegato di voler imporre nuove restrizioni sui materiali a base di terre rare, specificando che le licenze relative a determinati tipi di chip saranno concesse dopo un’attenta valutazione eseguita caso per caso. Una mossa che, secondo Trump, sarebbe molto pericolosa per diversi Paesi, inclusa la Cina stessa.
Trump: “Sto valutando anche altre contromisure oltre ai dazi”
“Non è possibile che a Pechino venga concesso di tenere il mondo ‘prigioniero’, ma questo sembra essere stato il loro piano per un bel po’ di tempo“, ha tuonato il miliardario, spiegando che con questa decisione la Cina starebbe assumendo una sorta di posizione di monopolio sui magneti e le terre rare. “Una scelta piuttosto sinistra e ostile“, ha aggiunto, ricordando che in ogni caso gli Usa hanno posizioni di monopolio più grandi e di più ampia portata di quelle cinesi.
Nel suo messaggio pubblicato sui social, Trump ha sostenuto che la Cina avrebbe inviato lettere a diversi Paesi per affermare la loro presunta volontà di controllo sulle esportazioni, così come su prodotti che magari vengono realizzati in Cina. Dal suo punto di vista, un comportamento di questo genere non farebbe altro che “intasare” i mercati, provocando situazioni spiacevoli a numerosi Paesi.
Inoltre, il titolare della Casa Bianca ha affermato che gli Usa sarebbero stati contattati da altre Nazioni piuttosto preoccupate per le decisioni prese da Pechino. Anche alla luce di questi messaggi, il Tycoon avrebbe deciso di riflettere su un aumento dei dazi imposti ai prodotti che arrivano negli Usa dalla Cina. “Ci sono molte altre contromisure che, allo stesso modo, sono in seria considerazione“, ha aggiunto convinto.
Al momento, gli Usa hanno imposto alla Cina dazi al 55% sulle merci esportate negli Stati Uniti e la Cina ha risposto con una tassazione al 10%. Inoltre, Pechino avrebbe dovuto fornire in anticipo tutti i magneti e le terre rare necessarie a Washington. La nuova evoluzione dello scorso giovedì, quindi, penalizzerebbe innanzitutto gli Stati Uniti di Trump.
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