Svizzera, lo stato punisce gli stupratori in base alla durata della violenza

La sentenza scioccante ha sconvolto la Svizzera, che si ritrova orde di femministe e cittadini infuriati a causa della riduzione di pena

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Questa volta non è l’Italia a far parlare di sé e dei suoi problemi di violenza contro le donne, ma la Svizzera che secondo le leggi federali punisce gli stupratori in base alla durata della violenza sessuale. Uno stupro breve merita una condanna breve, è questo in sostanza ciò che predica la legge svizzera che sta facendo discutere e scendere in piazza femministe e non, per modificare una legislazione ritenuta vergognosa e irrispettosa delle donne.

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Tribunale federale di Losanna, in Svizzera

Il caso mediatico è esploso a seguito della riapertura di un caso di violenza sessuale risalente al 2020, per cui lo stupratore ha ottenuto uno sconto della pena poiché lo stupro è durato “solo 11 minuti“. Una sentenza shock per la nazione che ha deciso di scendere in piazza insieme alle femministe per protestare.

Svizzera, la sentenza shock che ha indignato la popolazione

Il caso, che ha reso di dominio pubblico la vergognosa legge, risale al febbraio 2020 quando una donna, all’ora trentenne, ha subito una violenza sessuale da parte di un suo coetaneo e di un diciassettenne. Le violenze sarebbero avvenute all’ingresso dello stabile in cui viveva la vittima, a seguito di una serata in un locale in cui i tre si erano conosciuti.

Entrambi gli uomini sono stati accusati di violenza sessuale, ma solo il maggiorenne è stato portato a processo, mentre il minore attende ancora la condanna. È stata però proprio la sentenza nei confronti del trentenne a scaturire le ondate di sdegno, a causa delle motivazioni che il giudice ha ritenuto valide per diminuire la pena carceraria.

Da un lato le provocazioni della donna che avrebbero spinto l’uomo a convincersi che fosse consenziente Dall’altro la durata dello stupro: undici minuti sono troppo pochi per una condanna a quattro anni di carcere, dunque la pena è stata diminuita. Un ricorso in appello effettuato dai legali dell’imputato che da un lato ha convinto i giudici a garantire lo sconto di pena ma dall’altro ha indignato un’intera nazione.

Il ricorso al Tribunale federale di Losanna e la rabbia delle femministe

La vittima, a seguito dell’indegna sentenza, ha deciso di fare ricorso al Tribunale federale di Losanna alla ricerca di quell’umana comprensione che non aveva ricevuto fino a quel momento. Ma anche il ricorso si è rivelato infruttuoso, con la conferma che il diritto elvetico ammette una riduzione degli anni di carcere a seconda della durata della violenza sessuale di cui l’imputato è accusato. Nessuna via di scampo per la vittima, che si è vista perdonare solo le avances sessuali, non giudicate rilevanti ai fini dello stupro. Insomma, alla fine la donna non se l’è cercata, ma poteva andarle peggio.

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La Svizzera scende in piazza contro la violenza di genere

Non la pensano però allo stesso modo le femministe svizzere che hanno deciso di scendere in strada per manifestare e protestare contro l’ignobile sentenza e per cercare di portare degna giustizia alla vittima. Insieme a loro anche i comuni cittadini, che allo stesso modo non reputano corrette le due sentenze a favore dello stupratore.

Una decisione giuridica spaventosa, che non tiene conto del trauma subito dalla vittima né delle ripercussioni che tale abuso possa avere sulla sua vita. Sembrerebbe che per la giustizia elvetica ciò che conta principalmente sia condannare nel modo più giusto, o conveniente, un uomo, in particolare se le sue azioni contrarie alla legge erano rivolte verso una donna.

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