Stoltenberg prende posizione: “Kiev ha diritto ad attaccare la Russia”

Il segretario della Nato ha annunciato il suo sostegno a Kiev, sostenendo legittime le azioni belliche portate avanti dalle truppe ucraine in territorio russo. Intanto, rimane aperto il dibattito sull'utilizzo delle armi Nato in territorio russo; l'Italia è ferma sulla volontà di non rimuovere il veto

Redazione
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Il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha deciso di prendere posizione all’interno del dibattito riguardante l’uso delle armi Nato inviate a Kiev in territorio russo, prendendo le parti dell’Ucraina e dichiarandosi favorevole alla rimozione del veto sugli armamenti. Lo ha dichiarato egli stesso sostenendo il diritto all’autodifesa della Nazione di Volodymyr Zelensky ed evidenziando: “I soldati, i carri armati e le basi militari russe sono obiettivi legittimi secondo il diritto internazionale“.

Le sue parole, quindi, si aggiungono a quelle dell’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, che venerdì ha esortato i Paesi europei a permettere a Kiev di utilizzare le loro armi per colpire obiettivi all’interno dei confini russi. Dopo due anni e mezzo di guerra, infatti, l’Ucraina ha deciso di aprire il fronte russo, entrando nella regione di Kursk con l’obiettivo di sovvertire le sorti di questo conflitto. Ora, quindi, l’utilizzo di armi straniere nel territorio nemico sembra necessario e soprattutto inevitabile.

Non tutti, però, hanno deciso di seguire ciecamente gli indirizzi di Borrell e Stoltenberg. L’Italia, come dichiarato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, non ha intenzione di permettere all’Ucraina di usare armamenti italiani in territorio russo. Il pericolo di un’escalation della guerra, infatti, preoccupa profondamente il territorio italiano. Altri Paesi, invece, hanno deciso di rispondere positivamente alle richieste di Kiev. Tra questi figurano per ora la Francia, la Germania e la Gran Bretagna, ma si presuppone che la lista possa crescere nel prossimo futuro.

I Paesi del Nord Europa favorevoli alla rimozione del veto

Le richieste di Volodymyr Zelensky, pronto a mettere in atto il “piano per la vittoria di Kiev“, avrebbero convinto anche gran parte dei Paesi del Nord Europa, pronti a permettere all’Ucraina di utilizzare le armi Nato per raggiungere i suoi obiettivi. Il primo ministro della Danimarca, Mette Frederiksen, ha infatti dichiarato che “gli alleati non dovrebbero limitare l’uso delle armi fornite all’Ucraina“, mentre il presidente della Finlandia, Alexanderb Stubb, ha sostenuto che “i divieti in atto sono assolutamente ridicoli“.

Intanto, sul fronte statunitense, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha convocato un incontro con il braccio destro del presidente Zelensky, Andry Yermak, e Francia, Germania e Gran Bretagna, per discutere di come “rafforzare le forze ucraine sul campo di battaglia, anche attraverso la fornitura di artiglieria, difesa aerea e altre capacità critiche“. Si tratterebbe di un incontro preventivo in attesa delle prossime elezioni presidenziali, il cui esito potrebbe cambiare radicalmente l’apporto che gli Usa garantiscono all’Ucraina.

Gli sviluppi della guerra sul campo in Russia e Ucraina

La guerra nei territori di Mosca e Kiev continua senza tregua, come dimostrano le continue offensive portate avanti dalle due parti. Lo scorso venerdì, la Russia ha portato a termine un raid su Kharkiv, uccidendo 7 persone, tra cui una ragazzina di 14 anni. Le truppe Ucraine, quindi, in risposta hanno attaccato la regione russa di Bolgorod, al confine con Kursk, uccidendo cinque persone e ferendone 37.

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky

I continui decessi e l’avanzata delle truppe ucraine in Russia, intanto hanno iniziato ad abbassare il consenso del Cremlino tra la popolazione. Il presidente Vladimir Putin ha quindi deciso di dare avvio ad una importante campagna di informazione per spiegare ai cittadini i motivi che lo avrebbero spinto a concentrare gli sforzi sulle offensive in territorio russo e non alla neutralizzazione delle truppe nemiche in Russia.

Lo stesso Zelesnky, infatti, avrebbe ammesso che la situazione nei territori ucraini sotto assedio non è per nulla semplice, in particolare per quanto riguarda i territori del Donetsk e Pokrovsk.

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