Space X, il lancio del mega razzo Starship fallisce per la seconda volta: pioggia di detriti verso le Bahamas

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Elon Musk ha dovuto incassare una nuova sconfitta. Stavolta non si tratta di questioni politiche o di tentativi di controllare i dipendenti delle aziende americane, ma del nuovo fallimento del lancio del mega razzo Starship di Space X. Dopo l’esplosione di gennaio, anche ieri nei cieli del Texas si è verificata una deflagrazione non controllata, che ha costretto la Federal Aviation Administration (FAA) a cancellare alcuni decolli dagli aeroporti vicini per evitare collisioni con i detriti.

Si tratta del terzo tentativo di concludere un lancio di Starship in maniera positiva, eppure finora Space X non ha ancora portato a casa un risultato completo. Se il ritorno del booster Superheavy sembra ormai gestito perfettamente dall’azienda, il ritorno del secondo stadio, ovvero la navicella che dà il nome all’intero razzo, sembra ancora una materia su cui ingegneri ed esperti devono continuare a lavorare.

La filosofia di Space X, e quindi di Musk, prevede però proprio continui tentativi, e fallimenti, finché non è possibile raggiungere il successo. Così da gennaio, l’azienda Usa continua a far esplodere nei cieli pezzi di razzi, con una certa preoccupazione da parte dell’opinione pubblica. L’esplosione di due mesi fa ha provocato la caduta dei detriti sulle isole dei Caraibi, con danni materiali minimi nelle isole Turks e Caicos. Stavolta, invece, sembrerebbe che la pioggia di detriti incandescenti stia interessando le Bahamas.

Space X, cosa ha provocato l’esplosione

A seguito del lancio fallimentare del prototipo, Space X ha chiarito che a causare i problemi riscontrati è stato uno “smontaggio rapido non pianificato“, ovvero un’esplosione in volo durante la risalita. Inoltre “prima del completamente dell’ascesa, un evento energetico nella parte posteriore della Starship ha causato la perdita di più motori Raptor“, hanno spiegato gli esperti, chiarendo che proprio quest’ultimo evento avrebbe causato una perdita di controllo dell’assetto e di conseguenza con la navicella.

La deflagrazione si è verificata dopo 9 minuti e mezzo dal decollo, avvenuto alle 17:30 locali, ovvero mezzanotte e mezza in Italia. Poco dopo il decollo, i due stadi hanno proceduto alla separazione controllata e il booster Super Heavy ha effettuato una discesa controllata verso la rampa di lancio, dove è stato immobilizzato dai bracci meccanici installati sulla torre di lancio. Uno spettacolo unico nel suo genere, ma già perfezionato lo scorso gennaio, che ha provocato un moto di gioia e orgoglio negli esperti.

Pochi minuti dopo, però, si è verificato l’avvitamento e poi l’esplosione di Starship, che hanno di fatto decretato il fallimento della missione. Non è chiaro al momento quando Space X tenterà un nuovo lancio, ma Musk sembra sempre più convinto di poter portare Starship e l’uomo di nuovo sulla Luna e per la prima volta su Marte.

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