Tensione alle stelle in Siria, jihadisti avanzano e al-Assad promette: “Li elimineremo con la forza”

Aleppo sarebbe stata presa d'assalto dal gruppo militante islamista Hayat Tahrir al-Sham, che è riuscito ad entrare nel territorio a seguito di due giorni di offensiva lampo contro le forze governative, provocando più di 250 morti. L'aeroporto internazionale della città sarebbe invece nelle mani di miliziani curdi

Redazione
12 Min di lettura

Gli ultimi quattro giorni hanno pian piano fatto scendere Aleppo, seconda città per grandezza in Siria, nei meandri più bassi dell’inferno. Dopo anni di stabilità, grazie agli accordi di Iran, Usa, Russia, Turchia e Israele – che si contendono il territorio – il caos è tornato a governare la Regione. Un gruppo di milizie jihadiste filo-turche è infatti riuscito a prendere il controllo della città, seminando il panico e costringendo migliaia di civili a rifugiarsi in altre città o a lasciare il Paese.

Nella giornata di oggi hanno creato scalpore le dichiarazioni del presidente siriano Bashar al-Assad che avrebbe promesso di utilizzare la “forza” per porre fine la guerra civile che sta interessando parte del territorio del Paese. Nel corso di una telefonata con un funzionario dell’Abkhazia, una Regione separatista filo-russa della Georgia, il Presidente avrebbe infatti sostenuto che “il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza ed è con questo linguaggio che lo spezzeremo e lo elimineremo, indipendentemente dai suoi sostenitori e sponsor“.

Intanto i miliziani jihadisti filo-turchi sarebbero riusciti ad entrare nella città di Hama, prendendo quindi il controllo dell’intera regione di Idlib. Il prossimo obiettivo potrebbe essere la città di Tal Rifat, un importante centro strategico del Paese in quanto vi sarebbe presente un aeroporto. Ad Hama, intanto, sarebbero giunti rinforzi per l’esercito governativo, come dichiarato dal comando generale siriano in un comunicato.

Dall’inizio del conflitto, ormai quattro giorni fa, sono state uccise 372 persone, tra cui 48 civili e un bambino, come confermato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Tra i civili si conterebbero anche quattro studenti universitari che hanno perso la vita dopo che il loro dormitorio studentesco è stato bombardato dalle forze di Hayat Tahrir al-Sham.

La testimonianza di un cittadino italiano

Un cittadino italiano residente non lontano dal centro di Aleppo ha raccontato brevemente come sono stati vissuti questi primi 4 giorni di guerra civile. Sembrerebbe che alcune parti di Aleppo vivano ancora nella normalità, anche se i cittadini tendono a fare scorte con il terrore che la situazione possa cambiare radicalmente da un momento all’altro. “C’è molta preoccupazione per l’evoluzione della situazione. Il problema è lasciare Aleppo“, ha spiegato il testimone, sottolineando che l’autostrada che collega Damasco ad Aleppo è bloccata e che utilizzare altre vie risulta abbastanza complesso per il momento.

Il residente italiano ad Aleppo ha poi confermato che l’ambasciata italiana a Damasco sta tentando di far lasciare la città agli italiani, per lo più nuclei familiari e persone con la doppia cittadinanza. Sembrerebbe, però, che per ora vi sarebbero alcune difficoltà a lasciare la città.

La situazione ad Aleppo

Scontri e devastazioni sono tornati ad essere la normalità ad Aleppo, a pochi giorni dal successo della tregua tra Libano e Israele. Il piccolo barlume di speranza che si era acceso nell’opinione pubblica sulla possibile risoluzione del conflitto in Medio Oriente si è subito spento, a seguito delle prime immagini provenienti dalla Siria. La Russia sembrerebbe essere già scesa in campo per sostenere il governo siriano contro la rivolta jihadista. Diversi raid aerei hanno infatti colpito la città, dopo più di 8 anni che questo non si verificava.

L’ultima novità sul conflitto è giunta dall’account del governo libanese su X, dove sembrerebbe confermato che un attacco aereo russo abbia ucciso Idlib Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham, ovvero la sigla che riunisce i ribelli sunniti che hanno attaccato la Siria. Il Paese sarebbe ormai sceso nel caos, con l’abbandono della città da parte di migliaia di civili e dei dipendenti dell’Onu, e inizierebbe a farsi strada l’ipotesi che la situazione possa essere più grave di quanto preventivato. In serata sono infatti giunte notizie di un attacco a Damasco con scontri tra fazioni governative rivali, ovvero filo-russi e filo iraniani.

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Guerra civile ad Aleppo

Le agenzie di stampa, i media e le istituzioni avrebbero quindi smesso di inviare notizie e sembrerebbe che alcuni abbiano ipotizzato che sia in corso un golpe nel Paese per togliere dal potere il governatore Bashar al Assad. Al momento non è chiaro dove questo si trovi; alcuni ritengono che sia già fuggito in Russia e altri che si trovi in un tunnel della capitale siriana. Nella tarda serata di ieri è però giunto un suo messaggio, in cui ha voluto rincuorare la popolazione, ma soprattutto il leader degli Emirati arabi che la Siriasconfiggerà i terroristi“.

Il colloquio tra i ministri russo e turco

I ministri degli Esteri di Russia e Turchia hanno avuto un colloquio telefonico per discutere della delicata e complessa situazione in corso ad Aleppo. Le due Nazioni si trovano su due fronti opposti in Siria, ma entrambi gli esponenti del governo avrebbero confermato di essere preoccupati per la pericolosa escalation ad Aleppo“. I due Paesi, quindi, avrebbero concordato la necessità di intensificare gli sforzi congiunti al fine di stabilizzare la Regione, discutendo anche del formato di Astana.

Quest’ultimo sarebbe il processo di pace che ebbe inizio nel dicembre 2016 e che fu messo in atto da Russia, Turchia e Iran e che ebbe una funzionalità complementare a quello ufficiale di Ginevra. I provvedimenti che questo mette in atto, quindi, dovranno essere rafforzati per permettere alla città di tornare ad una situazione stabile.

L’Onu lascia la città di Aleppo

Le Nazioni Unite hanno dato avvio ad una evacuazione dei peacekeeper da Aleppo verso Damasco. Sembrerebbe che un primo convoglio di auto abbia già lasciato la città e a bordo dei veicoli sarebbero presenti anche soldati italiani, come riferito dalla Farnesina. L’ambasciata italiana a Damasco è in contatto con Palazzo Chigi ed è pronta ad accogliere il gruppo di connazionali, per la maggior parte cittadini con la doppia cittadinanza. Per quanto riguarda i religiosi presenti nella città, alcuni stanno evacuando con l’aiuto dell’ambasciata, altri hanno invece deciso di rimanere nella città.

Raid aereo uccide 16 civili

Le tensioni nella città sono sempre più alte, come dimostra la morte di 16 cittadini, tutti civili, causata da un raid aereo. Si ipotizza che l’attacco sia stato portato avanti da jet russi, ma per il momento non vi sarebbero certezze. L’attacco sarebbe avvenuto nei pressi della rotonda Basil, nella parte sud-occidentale di Aleppo.

Siria, Aleppo
Siria, Aleppo

L’aeroporto di Aleppo riconquistato dai jihadisti

L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha riferito che le forze curdo-siriane avrebbero preso il controllo dell’aeroporto di Aleppo, in seguito al ritiro delle forze iraniane e governative di Damasco dallo scalo aereo internazionale. Solo alcune ore dopo questa prima conquista, lo scalo internazionale è stato riconquistato dai miliziani jihadisti filo-turchi.

La situazione, nel Paese, diventerebbe di ora in ora più critica. Il quotidiano The Express Tribune, con sede in Pakistan, ha sostenuto che vi sarebbero decine di migliaia di civili che sono in fuga da Aleppo verso le zone rurali di Idlib, per cercare si sfuggire ai gruppi armati contrari al regime di Bashar Al-Assad.

Siria, Aleppo
Siria, Aleppo

Sembrerebbe che al momento le forze jihadiste abbiano sfondato le linee di difesa sugli assi Hamdaniyya, Nuova Aleppo e Zahra, riuscendo a coprire circa 400 chilometri quadrati di territorio. Nelle immagini che circolano sul web si vedono i ribelli sventolare le bandiere dell’opposizione, dopo aver rimosso quelle siriane ed iraniane. Inoltre, secondo l’esercito siriano sarebbero stati uccisi o feriti decine di soldati nel corso degli scontri.

Cosa sta accadendo in Siria

L’assalto alla città di Aleppo avrebbe riacceso le tensioni che ormai da anni alimentato la Siria, territorio martoriato dal continuo confronto bellico tra Turchia, Russia, Stati Uniti ed Israele. Dopo quattro anni di congelamento delle ostilità sulla trincea del Nord-ovest, che divide l’area controllata dalla coalizione jihadista sostenuta dalla Turchia e quella gestita invece dalle forze governative, che sono spalleggiate da Iran e Russia.

Le milizie filo-turche hanno quindi in poco tempo spostato gli equilibri del territorio, conquistando in poco tempo i territori di Aleppo e altre città vicine, riuscendo anche a bloccare l’autostrada Damasco-Aleppo, fulcro della Siria da ormai 14 anni. Le ricostruzioni dell’attacco sarebbero diverse. Da un lato ci sono le milizie jihadiste che sostengono di aver dato avvio all’attacco come tentativo di protezione dei civili da una possibile offensiva governativa, sostenuta da Russia e Iran, dall’altro Teheran e Damasco ritengono, invece, che si tratti di un attacco condotto dalle forze del radicalismo sunnita, alleate dello Stato ebraico.

L’intervento russo, quindi, si inserirebbe in questo quadro e avrebbe il compito di sostenere le forze governative, in evidente difficoltà di fronte all’attacco delle milizie filo-turche. Nello specifico, i raid di Mosca hanno colpito la città di Idlib e la regione circostante, dove si troverebbe l’ultima roccaforte dei ribelli e delle milizie jihadiste. Dopo gli attacchi, è intervenuto il governo turco a tentare di mitigare la questione, chiedendo “la fine degli scontri, che avrebbero generato un’escalation indesiderata delle tensioni nelle Regioni di confine“.

La guerra civile siriana avrebbe convinto il resto delle Regioni interessate a schierarsi e a prendere una posizione all’interno del conflitto. Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha sostenuto che la Russia è favorevole ad una restaurazione dell’ordine ad Aleppo, in quanto gli attacchi delle milizie filo-turche sarebbero “una minaccia alla sovranità del Paese“. Il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha poi dichiarato che l’Iran è pronto a sostenere l’impegno nei confronti di Damasco, con ‘obiettivo di riportare la stabilità nella Regione.

Israele, intanto continua i bombardamenti su Damasco, al fine di indebolire il presunto invio di armi del Paese ad Hezbollah. “In Siria stiamo cercando di fermare sistematicamente i tentativi di Iran, Hezbollah e dell’esercito regolare di portare nuove armi in Libano. Assad deve capire che sta giocando con il fuoco“, aveva infatti dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu solo alcuni giorni fa.

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