Negli Stati Uniti i tecnici di settore hanno perplessità sull’applicazione del principio “escalate to de-escalate” da parte del Cremlino. Il dibattito resta aperto e in evoluzione
Negli Stati Uniti gli analisti sono incerti sull’applicazione del principio “escalate to de-escalate” da parte del Cremlino. Il dibattito resta aperto e in evoluzione. Il termine è stato introdotto dagli Stati Uniti per indicare l’effettiva possibilità che, nel caso in cui ci dovesse essere un conflitto militare con la Nato, Mosca sarebbe pronta a minacciare l’utilizzo di armi nucleari per costringere i Paesi alleati ad abbandonare il campo di battaglia. Dopo gli eventi del 2014, il loro ruolo in Russia è cambiato, ma continua l’incertezza che queste armi possano essere usate per mettere fine a un conflitto convenzionale.
Deterrenza nucleare in Russia: le mancate verità
Nel 2020, il paese del Cremlino ha pubblicato “I principi base della politica della Federazione russa sulla deterrenza nucleare”. Un documento in cui Mosca precisa: “armi nucleari esclusivamente come uno strumento di deterrenza”, ma che nel complesso – secondo il Centro studi del Congresso americano – non risolve completamente la questione. L’impiego di queste armi potrà essere disposto in risposta a “dati affidabili sul lancio di un attacco con missili balistici contro la Federazione russa e dei suoi alleati” o “un attacco da parte di un avversario contro siti del governo o militari critici, la cui distruzione può diminuire la capacità di risposta nucleare e aggressioni contro la Federazione russa con l’uso di armi convenzionali, nel caso in cui la stessa esistenza dello stato è a rischio”. Da quest’ultima frase emerge l’ambiguità della posizione russa, lasciando quindi aperta la strada per una possibile escalation del conflitto.
L’evoluzione del dibattito
Prima dell’annessione della Crimea, diversi studi americani – tra cui il Centro studi del Congresso americano – hanno ritenuto che le armi nucleari non strategiche in Russia “non avessero una missione definita e un ruolo nella struttura di deterrenza”. Ora, vi sono elementi che possono far credere il contrario: le dichiarazioni di Vladimir Putin in occasione dell’Assemblea federale tenutasi a marzo del 2018, rivelano la potenza della deterrenza nucleare russa insieme ad un ampio arsenale di armi non strategiche e di sistemi di lancio duali. Ciò ha portato a credere che il Cremlino possa minacciare l’utilizzo di questi mezzi per intimidire o costringere gli avversari a fare marcia indietro e che quindi, dia maggior peso alle armi nucleari nella sua strategia e pianificazione militare.