Nei prossimi mesi Pyongyang dovrebbe inviare altre 25.000-30.000 unità, oltre agli 11.000 soldati già inviati da Kim Jong-Un nei mesi scorsi nella regione del Kursk per arginare la controffensiva ucraina. Per Open nelle prossime settimane 6 mila nordcoreani saranno inviati verso Mosca, 5 mila saranno utilizzati nella realizzazione di edifici strategici, il resto dovrà eliminare le mine anti-uomo “camminandoci sopra“.
Se da una parte c’è la Corea del Nord che, secondo una valutazione dell’intelligence ucraina, starebbe per confermare il suo sostegno alla Russia e sarebbe pronta a triplicare il numero delle sue truppe impegnate a combattere sul fronte ucraino, dall’altra ci sono gli Stati Uniti che avrebbero deciso di non inviare più armi a Kiev.
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Il sostegno della Corea del Nord alla Russia
Secondo fonti di intelligence occidentali, di quel contingente inviato nell’autunno scorso dalla Corea del Nord al fronte tra Russia e Ucraina, circa 5 mila soldati sono caduti nel Kursk. Pyongyang ha comunicato solo la morte di cinque ragazzi per i quali il 30 giugno sono stati celebrati i funerali di stato solenni, alla presenza di Kim Jong-un. Il Leader supremo della Corea del Nord ha disposto di essere inquadrato mentre si mostrava commosso per quei soli cinque soldati dei quali ha riconosciuto pubblicamente il decesso in battaglia al fianco della Russia.
Lo stop di Washington alle armi in Ucraina
Intanto, gli Stati Uniti avrebbero deciso di sospendere l’invio di armi essenziali alla difesa di Kiev. A dichiararlo è stata la stessa Casa Bianca, tramite la portavoce Anna Kelly, che avrebbe motivato la scelta con la preoccupante diminuzione delle proprie scorte di munizioni. “Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani, a seguito di una revisione da parte del Dipartimento della Difesa dell’assistenza militare fornita dal nostro Paese ad altri Paesi in tutto il mondo“.
Mosca ha accolto con soddisfazione la sospensione di parte degli aiuti militari americani all’Ucraina e il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato: “Meno armi vengono fornite a Kiev più è vicina la fine del conflitto“.
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