In questi giorni Richard Gere sta rilasciando diverse interviste in occasione dell’uscita del suo Dalai Lama – La saggezza della felicità, il docufilm di cui è produttore. Un inno alla pace che arriva in maniera potente in questo periodo socio- politico molto delicato. Per l’occasione l’attore sta rilasciando una serie di interviste ed oggi a Repubblica ha parlato della sua visione.
Sul docufilm, che intende celebrare i 90 anni del Dalai Lama, Gere ha detto: “I registi hanno iniziato a lavorarci cinque anni fa, prima del Covid, e a filmare Sua Santità in quel periodo. Un anno e mezzo fa mi hanno chiesto di dare una mano, io stavo già preparando le celebrazioni per il novantesimo compleanno del Dalai Lama. Il film può forse essere una medicina per il pianeta, che ci aiuta a guarire e a raddrizzare la rotta. Possiamo riscoprire il senso di comunità, di interconnessione, la possibilità di cura gli uni per gli altri. C’è abbastanza cibo, abbastanza terra, abbastanza assistenza sanitaria per tutti se ci abbracciamo come fratelli e sorelle, con un cuore compassionevole e caldo, come dice sua Santità. Credo che sia un film necessario, spero che anche il pubblico lo senta così”.
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Richard Gere su Flotilla
Richard Gere poi ha commentato anche le vicende della Global Sumud Flotilla che hanno interessato l’Europa questa settimana. A proposito ha detto: “Proprio la scorsa settimana abbiamo organizzato un evento per Open Arms, un gruppo con cui collaboro e che aiuta le persone nel Mediterraneo. A Londra abbiamo organizzato un evento per Gaza, per i fratelli e le sorelle palestinesi. In questo momento il mondo si sta mobilitando su questi temi ma non sono sicuro che qualcuno sappia davvero cosa fare. La Flotilla è stata un gesto grande, persone comuni, famose, parlamentari, un gruppo straordinario. E’ assurdo il fatto che una cosa simile, il genocidio di un popolo, possa accadere nel XXI secolo, davanti ai nostri occhi, in tempo reale”.
Richard Gere su Trump
Parole dure da parte di Richard Gere su Donald Trump, non è per niente felice del suo lavoro: “Abbiamo questo presidente, un uomo strano, singolare, che sta distruggendo la nostra Costituzione, demolendo il sistema giudiziario, quello legislativo, il potere esecutivo è completamente fuori controllo, come in un tradizionale regime fascista totalitario. E lo ha fatto molto rapidamente, ma ha imparato da Putin, da Orbán, da Xi Jinping. Ecco perché ama questi personaggi: sono leader totalitari che controllano i media, le università, tutto”.
E poi ha aggiunto: “Le cose oscillano: vanno a destra, poi a sinistra e spero che ora, arrivati all’estremo, si torni indietro. Ma parliamo di persone abili a manipolare la paura, la rabbia e le debolezze della gente. È il talento di Trump: la manipolazione. Non c’è saggezza, compassione né visione”.
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