A soli due giorni dall’incidente aereo che ha portato alla morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi e del ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian, l’opinione pubblica mondiale ha iniziato a nutrire dubbi sulla versione ufficiale rilasciata da Teheran. “Il presidente Ebrahim Raisi ha trovato il martirio nello schianto di un elicottero causato da un guasto tecnico“, questa l’unica dichiarazione da parte dell’Iran, diffusa anche in lingua inglese.
La tragedia ha colpito particolarmente il Paese, in cui sono stati indetti cinque giorni di lutto, così come il resto del mondo. Dopo le prime ore di caos, in cui le informazioni su quanto accaduto erano sporadiche e spesso contraddittorie, ora gli esperti e non solo hanno iniziato a porsi qualche domanda sull’accaduto, ritrovandosi spesso davanti a vicoli ciechi.
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Innanzitutto viene da chiedersi in che modo sia stato possibile perdere contatto con il velivolo per ben 15 ore e come sia possibile che i rottami dell’elicottero siano stati ritrovati in una posizione che potrebbe far pensare addirittura che il mezzo si sia rovesciato a mezz’aria. Le poche informazioni rilasciate dalla Nazione islamica hanno fatto sorgere diversi dubbi ed ora le speculazioni su ciò che sia realmente successo stanno iniziando a serpeggiare tra l’opinione pubblica globale.
Il problema dei tre elicotteri
Il primo dettaglio sospetto riguarda il numero di elicotteri presenti al momento dello schianto. Secondo quanto dichiarato da Teheran sembrerebbe che il velivolo con a bordo Raisi fosse accompagnato da altri due elicotteri. Nel video che mostra il decollo, però, si vedono le sagome di due velivoli, ancora a terra e con i rotori fermi. Sembrerebbe quindi che i due elicotteri non fossero pronti alla partenza.
A partire quindi da questo video si è diffusa la convinzione che in realtà il Bell 212 con a bordo il presidente iraniano abbia volato da solo, senza alcun tipo di scudo da parte di altri velivoli. Solitamente, però, gli elicotteri presidenziali non viaggiano in autonomia, ma accompagnati da altri mezzi, così che nel caso di attacchi i nemici non sappiano su quale mezzo si trovi il presidente.
Poi, nel momento in cui l’elicottero presidenziale abbia iniziato ad avere difficoltà e quindi a prepararsi per un atterraggio di emergenza, gli altri due velivoli avrebbero dovuto sapere, anche solo indicativamente, l’altezza del punto di schianto o atterraggio. Al momento dei soccorsi, invece, non si aveva alcun tipo di notizia a riguardo. Anche per questo, le squadre di soccorso hanno impiegato 15 ore ad individuare i rottami dell’elicottero e il corpo senza vita di Raisi.
I dubbi sulla scelta dell’elicottero di Raisi
Un secondo impellente dubbio riguarda la scelta dell’elicottero su cui far viaggiare il presidente Raisi. Se veramente esistevano ben tre velivolo tra cui scegliere, per quale motivo Raisi è stato fatto salire su quello più vetusto, con ben trent’anni di servizio alle spalle e dotato di sistemi di navigazione antiquati e non adatti al clima in atto al momento del volo?
Sembrerebbe, infatti, che il personale di volo fosse a conoscenza delle pessime condizioni meteorologiche, eppure, Raisi ha viaggiato a bordo di un Bell 212 dotato di due sole pale e non adatto a viaggi che prevedono di sorvolare montagne. Sembrerebbe poi che fosse disponibile un Mi russo, con biturbina, con un rotore a cinque pale, adatto ai viaggi ad alta quota. Non è chiaro in che modo sia stato deciso su quale velivolo far viaggiare il presidente, perciò i dubbi per ora sono destinati a rimanere tali.
Il mistero del C17 statunitense
Un terzo fattore che ha fatto discutere riguarda la presenza di un cargo militare C17 degli Stati Uniti partito dalla Giordania e in volo sulla zona dell’incidente. Una situazione che non avrebbe destato particolare scalpore se non fosse che la presenza di un cargo Usa in quelle aree è piuttosto insolita. Teheran ha però rivelato che domenica è stato richiesto l’aiuto delle autorità americane per le ricerche di Raisi, per cui la presenza del C17 potrebbe essere spiegata in questo modo. Non ci sono però fonti ufficiali che rivelano il reale motivo della presenza del velivolo Usa.
Inoltre, in prossimità del territorio dell’Azerbaijan, sorvolato dall’elicottero presidenziale, sono presenti tecnici e istruttori israeliani. Comunque, l’interferenza di Israele nell’incidente non è stata confermata in nessun modo da nessuna fonte, né iraniana né occidentale. Per ora quindi sull’accaduto restano più dubbi che certezze, anche se non sembra plausibile
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