Spagna, il separatista ricercato Puigdemont è a Barcellona: al via la caccia all’uomo

L'ex governatore della Catalogna, in fuga da 7 anni dalla giustizia spagnola, è apparso questa mattina a Barcellona per poi far perdere le sue tracce. La polizia spagnola è impegnata nelle ricerche che potrebbero finalmente portare al suo arresto

Redazione
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Una situazione al limite del paradossale sta avvenendo in queste ore in Spagna, precisamente a Barcellona, dove questa mattina, intorno alle 9, è apparso l’ex governatore della Catalogna Carles Puigdemont, ricercato dalla polizia spagnola per aver organizzato un referendum illegale per ottenere l’indipendenza della Catalogna nel 2017. Puigdemont vive in Belgio da circa 7 anni, sfuggendo continuamente alla polizia spagnola. Anche oggi sembrerebbe averla fatta franca, essendo riuscito a tenere un comizio di qualche minuto tra la folla per poi sparire senza lasciare traccia.

Il suo arrivo è collegato all’inaugurazione del Parlamento che oggi investe come presidente della Catalogna il socialista Salvador Illa. Puigdemont aveva dichiarato di voler assistere alla cerimonia, mentre veniva accompagnato da una folla di sostenitori verso un palco allestito poco lontano dal Parlamento. Eppure, al momento dell’inizio della seduta parlamentare, sembrerebbe che l’ex governatore non fosse presente.

In Spagna è quindi partita la caccia all’uomo, con il Mossos d’Esquadra che starebbe utilizzando un dispositivo speciale per le ricerche di Puigdemont. Secondo fonti spagnole, inoltre, un membro della polizia sarebbe stato arrestato con l’accusa di aver favorito la fuga del ricercato. L’ipotesi maggioritaria è che Puigdemont abbia sfruttato il caos creato dalla folla per allontanarsi, raggiungere un’auto e lasciare la città. Sono molte le critiche nei confronti del Mossos, che ha però spiegato di non essere intervenuto immediatamente per evitare l’arresto davanti alla folla.

La sfida alla Giustizia di Carles Puigdemont

Per quale motivo Carles Puigdemont avrebbe dovuto correre un rischio così grande tornando in Spagna? Sembrerebbe che l’ex governatore abbia voluto lanciare una sfida alla giustizia spagnola, così come al primo ministro Pedro Sanchez, che quest’anno è riuscito a raggiungere un accordo con gli indipendentisti catalani di Junts per Catalunya, che gli garantisse l’investitura a capo di un governo di centrosinistra. In cambio, la Spagna avrebbe garantito l’amnistia a circa 1400 separatisti catalani inquisiti.

La prova di forza di Puigdemont si inserirebbe proprio in questo contesto, volendo egli dimostrare di poter usufruire dell’amnistia. La legge è in vigore dallo scorso 20 maggio ma l’ex governatore non vi si può appellare, perché il giudice considera che le accuse di appropriazione indebita nei suoi confronti non siano coperte da questa specifica legge. L’obiettivo del separatista catalano, quindi, sarebbe quello di riuscire a ottenere il ricorso al Tribunale supremo e poi alla Corte Costituzionale, che dovranno per la prima volta decidere sulla costituzionalità della legge sull’amnistia.

Non è chiaro quindi se Puigdemont sia realmente intenzionato a farsi catturare. Per ora la caccia all’uomo continua in tutta la Spagna e lo scontro inizia ad interessare anche la politica. Il leader dell’opposizione spagnola, il popolare Alberto Núñez Feijóo, ha definito “Pedro Sanchez il massimo responsabile di questa situazione delirante“, sostenendo che assistere alla fuga di Puigdemont dal Paese è “un’umiliazione insopportabile. Ancora una volta“.

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