Ormai è chiaro, le linee politiche di Donald Trump e Joe Biden sono completamente agli antipodi, una spaccatura che come di consueto porta a una polarizzazione netta nelle intenzioni di voto degli elettori americani. Oltre a economia e diritti civili, uno degli argomenti più complessi e delicati utilizzati dai due candidati in campagna elettorale è stata la politica estera, e il ruolo che gli Stati Uniti dovrebbero assumere nei confronti dei conflitti più violenti attualmente in corso: in particolare la guerra in Ucraina.
Sin dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Joe Biden ha mostrato pieno sostegno al presidente Volodymyr Zelensky e alla sua causa, rimanendo sempre in prima linea nel voler fornire il suo alleato di rifornimenti militari e umanitari, oltre a favorire un plausibile ingresso dell’Ucraina nella NATO. Al contrario, Donald Trump ha da sempre mostrato distacco nei confronti dell’invasione, mostrandosi contrario all’invio di armi e soprattutto all’impiegare alte somme di denaro pubblico americano nel sostenere una guerra che secondo Trump sarebbe già persa in partenza.
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Trump: ricostruire un rapporto con Putin
Più di una volta Donald Trump ha asserito che se fosse stato lui il Presidente USA al posto di Biden, la guerra in Ucraina sarebbe già terminata da un pezzo. Piuttosto che sostenere Kiev militarmente, facendo di fatto la guerra a Mosca, Trump avrebbe mantenuto stabili i rapporti con il presidente Putin, spingendo Zelensky ad accettare un accordo per la cessione dei territori reclamati e poi conquistati dalla Russia. Il sito americano Politico.com, ha riportato le affermazioni di alcuni collaboratori dell’ex Presidente, secondo le quali Trump, una volta rieletto, porterà avanti il suo piano per la cessione del conflitto.
Nello specifico, l’intenzione di Trump sarebbe quella di riallacciare i rapporti con il Cremlino facendo cessare il sostegno all’Ucraina, e allo stesso tempo, assicurando a Putin di mettere un freno al’espandersi della sfera d’influenza Nato, non solo in Ucraina, ma anche in Georgia e Moldavia. Perdendo il suo principale alleato, Kiev sarà costretta ad arrendersi, e a quel punto, Trump favorirebbe un negoziato tra Putin e Zelensky per accordarsi sui territori che dovranno essere ufficialmente ceduti alla Russia da parte dell’Ucraina.
Trump: un progetto a lungo termine?
Un piano duro quello dell’ex presidente, che fa indignare quella parte di opinione pubblica che riconosce il diritto del popolo ucraino nel difendere la propria terra occupata. D’altro canto, non risulta essere privo di logica, specie se si considerano le possibili strategie di politica estera di Stati Uniti e paesi Nato nel prossimo futuro.
Putin ha reso chiaro sin dal principio del conflitto che non avrebbe tollerato la presenza di paesi Nato al confine con la Russia e l’eventuale ingresso dei suoi vicini nelle fila dei suoi nemici non aiuterà a porre fine ai conflitti internazionali, ma molto probabilmente aggiungerà benzina sul fuoco. Al contrario, qualora venissero ristabiliti dei rapporti diplomatici positivi tra Washington e Mosca, la nuova alleanza potrebbe permettere di gestire altri attori dello scacchiere internazionale.
Come affermato da Federico Rampini al Corriere della Sera, la strategia di Trump potrebbe essere simile a quella adottata dal presidente Nixon nel 1972, quando ci fu un avvicinamento tra gli USA e la Cina di Mao Tse-Tung, per riequilibrare le forze contro un’Unione Sovietica estremamente potente e pericolosa. Oggi la situazione si sarebbe invece ribaltata, con la Cina di Xi Jing Ping dalle forti mire espansionistiche che richiede di essere tenuta sotto controllo, e un avvicinamento tra Trump e Putin potrebbe permettere un allentamento tra i rapporti diplomatici tra Cina e Russia, riequilibrando nuovamente le forze in gioco.
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