Pentagono avverte: “Guerra tra Russia e Ucraina giunta a punto morto”

Secondo gli esperti dell'intelligenze militare americana, infatti, né la Russia né l'Ucraina sarebbero più dotate degli asset necessari per lanciare un'offensiva di dimensioni considerevoli nei confronti del nemico

Redazione
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Nei territori della Russia e dell’Ucraina continua ad imperversare la guerra, tra offensive portate avanti da entrambe le parti allo scopo di creare caos e destabilizzazione nei governi avversari. Le truppe di Kiev da circa due settimane continuano ad avanzare nella regione russa di Kursk, mentre quelle di Mosca portano avanti l’operazione militare speciale nei territori ucraini. Così è venuta a crearsi una situazione paradossale, con due Nazioni che continuano ad occupare territori avversari, nella speranza di avere la maglio nel conflitto.

Intanto, dagli Stati Uniti giungono notizie poco confortanti. Secondo il Pentagono, come riporta l’agenzia di stampa Bloomberg che a sua volta cita l’agenzia di intelligence del dipartimento della Difesa statunitense, la guerra sarebbe giunta ad un punto morto. Secondo gli esperti dell’intelligence militare americana, infatti, né la Russia né l’Ucraina sarebbero più dotate degli asset necessari per lanciare un’offensiva di dimensioni considerevoli nei confronti del nemico.

Kiev non avrebbe una quantità di munizioni sufficienti per eguagliare la capacità della Russia di lanciare circa 10mila pezzi di artiglieria al giorno, nonostante il Congresso degli Usa abbia sbloccato nuovi aiuti destinati all’Ucraina. Si ipotizza, dunque, che l’Ucraina non sia in grado di condurre operazioni offensive su larga scala, almeno per altri sei mesi. Non è chiaro quindi quale sarà il destino del conflitto, ma sembrerebbe che la situazione attuale possa proseguire ancora a lungo.

Mosca: “Nessuna trattativa con Kiev fino alla distruzione del nemico

In particolare, sembrerebbe non esservi più una possibilità che i due Paesi riescano a trovare un accordo che ponga fine alle ostilità. “Non ci sarà più alcun negoziato fino a quando il nemico sarà completamente sconfitto” ha infatti dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, sostenendo poi che finora sono stati svolti “inutili colloqui di pace proposti dalla comunità internazionale e imposti al regime di Kiev con prospettive e conseguenze poco chiare“.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha spiegato che le trattative per il cessate il fuoco saranno ferme “finché il nemico non sarà completamente sconfitto“. Secondo Medvedev qualunque tipo ti trattativa che potrebbe essere attuata in questi giorni sarebbe solamente una “trappola” per la Russia e per questo il Cremlino non ha intenzione di cedere alle richieste dell’Occidente.

Gli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina

Secondo l’agenzia Isw, che ha utilizzato recenti filmati geolocalizzati, sembrerebbe che le truppe ucraine stiano proseguendo la loro avanzata nella regione di Kursk, dirigendosi a sudest di Sudzha, una delle città più importanti finora da loro conquistata. Il presidente Volodymyr Zelensky avrebbe dichiarato che l’esercito “sta raggiungendo i nostri obiettivi” e che “questa mattina è giunto un altro rifornimento del ‘fondo di scambio’ per il nostro Paese“. In poco più di una settimana l’esercito di Kiev avrebbe preso il controllo di un’area di circa mille chilometri quadrati, con l’obiettivo di impedire alla Russia di trasferire nuove unità a Donetsk, in territorio ucraino.

Nella notte le forze aeree russe hanno abbattuto 46 droni ucraini in sei regioni del Paese inclusa quella di Mosca, come confermato dal ministero della Difesa russo e da autorità locali. Si tratterebbe di “uno dei più grandi” attacchi di droni ucraini nella sua storia, come annunciato dal sindaco della capitale russa, Sergei Sobyanin.

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