L’uomo di Terracina è il titolare di una galleria d’arte contemporanea ad Amsterdam. Gli inquirenti: «Rapporti costanti con la malavita»
E’ un 41enne di Terracina l’uomo finito agli arresti nell’inchiesta della Squadra mobile e del pm Silvia Bonardi con l’accusa di narcotraffico e riciclaggio di opere d’arte. Non solo un broker di stupefacenti del mercato internazionale «in grado di organizzare forniture per centinaia di chili» ma anche esperto d’arte e collezionista, al punto tale da essere co-titolare di una galleria ad Amsterdam.
Lo sviluppo delle indagini
L’uomo non è un volto nuovo alle forze dell’ordine avendo già collezionato arresti per droga sia in Italia che in Germania. È stato proprio il suo amore per l’artista della street art Banksy, la cui vera identità è sconosciuta, ad averlo portato nuovamente in manette. Così come emerge dalle quasi 900 pagine dell’ordinanza, è stato lo studio delle locandine e articoli rinvenuti sul web che gli inquirenti si sono concentrati.
Le chat e le intercettazioni
Così come si legge nei resoconti del gip Carlo Ottone De Marchi l’attenzione si è focalizzata sulla figura dell’imprenditore d’arte «perché l’uomo, privo di utili redditi dichiarati in Italia, nel 2018 dal nulla ha avviato la galleria d’arte». Da una delle chat di gruppo in cui era coinvolto A.D. si legge che nel giugno 2020 l’imprenditore ha avuto in mente di utilizzare l’attività di un’altra persona per bonificare 20mila euro e una delle scusa per giustificare quelle movimentazioni di capitali era da ricondurre all’acquisto di un quadro di Banksy. Sempre dalle chat emerge un curioso dettaglio: tutti gli indagati sceglievano dei nickname identificativi dei telefoni criptati in base alle loro passioni e orientamenti politici. E A.D. si faceva chiamare, appunto, Banksy.
L’imprenditore ha «rapporti costanti con ambienti della malavita locale e internazionale – si legge nei fascicoli di inchiesta – connessioni con il mondo della criminalità organizzata campana» al punto che in una chat scriveva: «Ho un accordo con amici a Napoli e si offendono se mi metto a lavorare con altri con coca».