Si sono concluse le elezioni legislative in Olanda. Con il trionfo dell’estrema destra di Geert Wilders si apre una nuova fase dopo i 13 anni di Mark Rutte al governp. Le previsioni sull’esito finale erano giuste: solo ieri si pensava come favorito Wilders ed ora salirà ufficialmente al governo.
Elezioni Olanda: la vittoria dell’estrema destra
Il Partito per la libertà (Pvv) di estrema destra guidato da Geert Wilders ha vinto le elezioni legislative. I primi risultati ufficiali degli exit poll lo vedono primo con il 23,8% quando i comuni scrutinati sono 64 su 346. Per il secondo posto si registra un testa a testa tra la lista congiunta Socialdemocratici-Verdi (PvDA-GL) guidata da Frans Timmermans, con il 15%, e i liberali di destra (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, guidati da Dilan Yesilgoz, che si attesta al 14,4%. Il Nuovo contratto sociale (Nsc) del cristiano-democratico Pieter Omtzigt con il 13,9%.
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“Il Pvv è il partito più grande, non può più essere ignorata, Governeremo” afferma Wilders. Quest’ultimo da oltre 15 anni vive sotto scorta, ma guarda con grande soddisfazione il trionfo alle urne olandesi. Anti-europeista e contrario all’apertura delle frontiere per i migranti, il neo premier dichiara: “Dobbiamo dirlo, qui non si può entrare!“.
Olanda: le congratulazioni di Salvini e Le Pen
Appresa la notizia, non potevano mancare le congratulazioni dei fedelissimi quali Matteo Salvini e Marie Le Pen. Il vicepremier italiano ha infatti mandato un sms all’amico Greet Wilders: “Altro che inciucio con i socialisti, il 3 dicembre a Firenze nascerà una nuova Europa” spiega. Felice anche la Le Pen, che dalla Francia festeggia il successo del Pvv: “Conferma il crescente attaccamento alla difesa delle identità nazionali“.
L’incognita alleanze
La vittoria di Wilders con il Pvv fa scattare l’incognita ‘alleanze’. Certo è che la ministra della Giustizia uscente, Yesilgoz già alla vigilia del voto in Olanda aveva escluso l’ipotesi di sostenerlo nelle vesti di premier: “Non sarà in grado di formare una maggioranza. Ora è il suo turno e deve dimostrarlo“. Nulle le possibilità di collaborazione poi con Omtzigt e Timmermans. L’incognita è intricata: l’ultima volta a Rutte servirono 271 giorni.
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