“Propaganda psicologica“. E’ il commento a stretto giro dell’agenzia di stampa iraniana Tasnim che ha di fatto bollato il servizio della Cnn secondo cui Israele si starebbe muovendo per preparare a colpire gli impianti nucleari in Iran.
Quello che sarebbe l’imminente attacco, sarebbe stato riferito dall’emittente televisiva statunitense citando fonti dell’intelligence americana secondo le quali i raid israeliani avrebbero di mira le centrali nucleari iraniane scaturite “dall’irritazione” del Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, circa le scelta dell’amministrazione di Donald Trump di negoziare con il regime iraniano.
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Se l’attacco fosse confermato si andrebbe a creare una vera e propria rottura con il Presidente degli Stati Uniti, entrando quindi in collisione con i tentativi diplomatici del tycoon verso il regime degli ayatollah, nel raggiungimento di un’intesa con Teheran in merito al dossier nucleare.
L’indiscrezione della Cnn paleserebbe come l’intelligence americana detenga informazioni dettagliate sull’imminente attacco che, oltre ad intralciare il lavoro portato avanti dall’inquilino della Casa Bianca, andrebbe a complicare il quadro generale mediorientale già reso gravissimo dall’ultima offensiva contro Gaza, un’eventualità che gli Stati Uniti cercano di evitare da quando la guerra nella Striscia ha infiammato le tensioni a partire dal 2023.
Diversi funzionari dell’amministrazione americana hanno riferito al canale televisivo di non essere al corrente se la decisione per un’iniziativa militare israeliana contro l’Iran sia stata già presa. In più, sembrerebbe che nel governo statunitense regni l’incertezza sulle prossime mosse che il governo di Benjamin Netanyahu pensa di attuare.
In base a quanto testimoniato da una fonte informata sulla questione, “la probabilità di un attacco israeliano contro un impianto nucleare iraniano è aumentata significativamente negli ultimi mesi“, mentre a renderla ancora più probabile sarebbe stato un eventuale accordo raggiunto tra Stati Uniti e Iran che non rimuova tutto l’uranio arricchito in possesso al regime, che potrebbe di conseguenza creare armi nucleari.
I dubbi sollevati e le preoccupazioni nutrite dall’amministrazione trumpiana arriverebbero nello specifico da intercettazioni delle comunicazioni interne israeliane e da esercitazioni e movimenti aerei dello Stato ebraico che, per altri fonti, indicano un attacco imminente.
Da altre ali dei corridoi della Casa Bianca, invece, si tratterebbe di una delle tante azioni di pressione su Teheran, in forma di avvertimenti con l’obiettivo ultimo di far lasciare l’attuazione di un programma nucleare. Quindi, se e come Israele attaccherà dipenderà probabilmente da cosa penserà dei negoziati Washington-Teheran.
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