Negoziati tra Israele e Hamas in bilico: Usa propongono nuova bozza

La proposta degli Stati Uniti sarà più dettagliata e chiederà ad Israele di abbandonare il corridoio Filadelfia dopo un determinato periodo di tempo, così da permettere la conclusione del sanguinoso conflitto nella Striscia di Gaza

Redazione
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L’uccisione dei sei ostaggi israeliani da parte di Hamas sembrerebbe aver fatto naufragare le ultime speranze per un negoziato efficace che porti ad un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo avrebbero confermato alla CNN fonti a conoscenza dei colloqui, che avrebbero dichiarato che Netanyahu avrebbeaffossato tutto con un solo discorso“, sostenendo che Israele non lascerà mai il corridoio di Filadelfia, andando contro uno dei punti fondamentali del negoziato.

Hamas, infatti, accetterà l’accordo solo nella consapevolezza che le truppe dell’Idf lasceranno l’intero territorio palestinese, comprese le tre aree più dibattute: il valico di Rafah e i corridoi di Netzarim e Filadelfia. Il primo ministro israeliano, però, ricorda da settimane di non essere pronto a liberare i tre territori, poiché li ritiene fondamentali per l’organizzazione terroristica palestinese, in quanto potrebbero fungere da passaggi per l’entrata di armi all’interno della Palestina.

Intanto, a Tel Aviv proseguono le proteste della popolazione, insorta a seguito della morte dei 6 israeliani nelle mani di Hamas, per chiedere il cessate il fuoco. Israele desidera la conclusione del conflitto, eppure il governo presieduto da Netanyahu vuole proseguire le offensive con l’obiettivo di distruggere completamente Hamas. L’Idf ha reso noto oggi, infatti, di aver ucciso il comandante delle forze d’élite Nukhba dell’organizzazione terroristica, che avrebbe guidato una delle invasioni avvenute il 7 ottobre scorso.

Dagli Usa una nuova proposta per il cessate il fuoco

Mentre l’Organizzazione delle Nazione Unite ha chiesto un’inchiesta che chiarisca cosa abbia portato alla morte dei ostaggi israeliani, dagli Stati Uniti giungono pressioni affinché Israele ceda ad un accordo. Ieri il presidente Joe Biden ha duramente attaccato Benjamin Netanyahu sostenendo che il suo governo non stia facendo abbastanza per ottenere le liberazione degli ostaggi, ed oggi sembrerebbe che gli Usa stiano lavorando ad un nuovo negoziato, ben più duro nei confronti di Israele.

Joe Biden
Joe Biden, presidente Usa

Ci sono decine di ostaggi ancora a Gaza, in attesa di un accordo che li riporti a casa. E’ tempo di finalizzare quell’accordo“, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, sottolineando la preoccupazione che serpeggia all’interno del governo statunitense. Secondo il Wall Street Journal gli Stati Uniti vorrebbero presentare una bozza di proposta rinnovata e più dettagliata, che includa linee guida sia per l’accordo del cessate il fuoco che per la liberazione degli ostaggi. Inoltre, la nuova proposta riguarderà anche il periodo di tempo dopo il quale la truppe dell’Idf dovranno lasciare il corridoio di Filadelfia.

Le reazioni di Israele

Intanto, a Tel Aviv sembrerebbe che la politica si sia spaccata. Da un lato il leader dell’opposizione Yair Lapid sostiene che “finché esisterà questo governo, la guerra continuerà” perché “non sanno come portare la pace e non vogliono portare la pace“, per cui è giunto il momento di accettare che il cessate il fuoco è necessario e che “porre fine alla guerra è nell’interesse di Israele. Interesse di sicurezza, interesse economico, interesse politico“.

Israele, Itamar Ben Gvir
Itamar Ben Gvir, esponente dell’estrema destra israeliana

Dall’altro, invece, c’è , l’esponente di estrema destra Ben Gvir, che ha annunciato su X che il governo “sta lavorando per porre fine ai negoziati con Hamas“. Secondo il politico, infatti, al momento non sarebbe possibile giungere ad un accordo, a causa delle azioni dell’organizzazione terroristica. “Un Paese che ha perso sei ostaggi, uccisi a sangue freddo, non conduce negoziati con gli assassini, ma interrompe i colloqui, interrompe il trasferimento di carburante ed elettricità e li schiaccia fino a farli crollare” ha dichiarato duramente Ben Gvir, sostenendo poi che “continuare i colloqui non fa che spingerli a creare sempre più terrore, anche in Cisgiordania“.

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