Nato, tensione alle stelle: l’ira di Russia e Cina

Nella dichiarazione diffusa dai leader della Nato, emergono tre punti chiave: un sostegno militare di almeno 40 miliardi di euro per Kiev entro l'anno prossimo, l'irreversibilità del percorso dell'Ucraina verso l'adesione alla Nato, e un monito alla Cina di cessare il supporto all'industria bellica russa, rafforzato da una dichiarazione congiunta di Stati Uniti e alleati dell'Indopacifico

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La Nato rafforza la sua posizione con decisioni che richiamano i tempi della Guerra Fredda, mentre Russia e Cina rispondono con fermezza. Nella dichiarazione diffusa dai leader dell’Alleanza mercoledì sera, prima della conclusione del Vertice di Washington, emergono tre punti chiave: un sostegno militare di almeno 40 miliardi di euro per Kiev entro l’anno prossimo, l’irreversibilità del percorso dell’Ucraina verso l’adesione alla Nato, e un monito alla Cina di cessare il supporto all’industria bellica russa, rafforzato da una dichiarazione congiunta di Stati Uniti e alleati dell’Indopacifico.

La Nato ha anche annunciato l’invio di nuovi sistemi di difesa aerea, con l’Italia che fornirà un’ulteriore batteria di Samp-T, e l’invio di caccia F-16 a Kiev. Inoltre, è previsto il dispiegamento in Germania di missili a lunga gittata statunitensi. Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha commentato che queste misure “garantiranno la pace”. Italia, Francia, Germania e Polonia hanno anche firmato un accordo per migliorare le capacità di attacco a lungo raggio.

Le dure dichiarazioni di Russia e Cina

In risposta, Cina e Russia hanno reagito con dure dichiarazioni. Pechino ha criticato la Nato per incitare al conflitto e ha esortato l’Alleanza a contribuire maggiormente alla pace mondiale, accompagnando queste parole con una dimostrazione di forza attorno a Taiwan, coinvolgendo almeno 66 aerei militari. Da Mosca, Dmitry Medvedev ha dichiarato che la Russia deve impegnarsi per far “scomparire” l’Ucraina e la Nato, mentre il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito la dichiarazione della Nato una “seria minaccia” per la sicurezza russa, promettendo misure coordinate ed efficaci per contenere l’Alleanza.

Il dissenso di Orban e Erdogan

All’interno della Nato, il presidente statunitense Joe Biden ha ribadito durante una cena di gala che l’Alleanza è “la più grande della storia“. Tuttavia, preoccupazioni sono state sollevate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha definito “preoccupante” la possibilità di un conflitto diretto tra Nato e Russia. Anche Viktor Orbán ha espresso il suo dissenso volando in Florida per incontrare Donald Trump, in quello che è stato visto come uno sgarbo a Biden e alla NATO.

Nel frattempo, la CNN ha riportato in esclusiva un complotto russo, sventato dall’intelligence statunitense, per assassinare Armin Papperger, CEO di Rheinmetall, il maggiore produttore tedesco di proiettili di artiglieria. La Russia, secondo l’intelligence USA, sarebbe stata preoccupata dall’apertura di una fabbrica di veicoli blindati in Ucraina da parte dell’azienda tedesca. A margine del vertice, Joe Biden ha incontrato Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, promettendo un ulteriore pacchetto di aiuti a Kiev da 225 milioni di dollari, inclusa una nuova batteria di missili Patriot. Zelensky ha chiesto di rimuovere i limiti imposti ai soldati ucraini e ha esortato gli alleati a eliminare le restrizioni sull’uso delle armi in territorio russo.

Gli attacchi russi

Nel contesto del conflitto, ieri cinque persone, tra cui un bambino, sono state uccise in attacchi russi nell’Ucraina orientale e nord-orientale. Un attacco missilistico su Kiev lunedì ha causato oltre 40 morti e ha parzialmente distrutto un ospedale pediatrico. Nel Donetsk, le truppe russe hanno annunciato la conquista del villaggio di Voskhod, mentre le forze filorusse hanno riferito di aver scoperto fosse comuni ad Avdeyevka, con corpi che presentavano segni di tortura. Infine, le autorità di Kiev hanno sequestrato una nave cargo nel porto di Reni, accusata di trasportare illegalmente grano e altri prodotti agricoli attraverso i porti chiusi della Crimea occupata dalla Russia. La nave, battente bandiera camerunense, è al centro di un’inchiesta che coinvolge il suo capitano, sospettato di violare le procedure di ingresso e uscita dal territorio occupato.

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