Per il leader turco “ne risente la credibilità dell’Alleanza”. Intanto Mosca osserva e si rallegra delle divisioni in Europa
La protesta del politico di estrema destra Rasmus Paludan – che ha dato fuoco ad una copia del Corano davanti all’ambasciata turca a Stoccolma – potrebbe costare molto cara alla Svezia e all’Alleanza Atlantica in generale.
Ankara, stando alle ultime indiscrezioni, ha di fatto rinviato a tempo indeterminato i negoziati tripartiti – ovvero con Finlandia e la stessa Svezia – nel quadro del memorandum firmato l’anno scorso a Madrid, previsti per febbraio a Bruxelles.
Il sì della Turchia, specialmente dopo gli ultimi avvenimenti, tarda ad arrivare e questo non permette il pieno ingresso di Stoccolma ed Helsinki nella Nato. Il segretario generale Jens Stoltenberg aveva promesso un percorso di adesione “alla velocità della luce” ma è dallo scorso luglio che prosegue il tira e molla. Di questa situazione, intanto, a soffrirne maggiormente risulta senza dubbio la credibilità dell’Alleanza.
La possibile rottura dell’asse Finlandia-Svezia
Una possibilità, per permettere almeno alla Finlandia di entrare subito nella NATO, potrebbe essere quella di spezzare l’asse tra Finlandia e Svezia, che hanno sempre dichiarato di voler procedere in tandem. Il governo guidato da Sanna Marin, infatti, risolte le (minime) divergenze che aveva con le autorità turche, potrebbe avere molte più chance della Svezia per ottenere la ratifica in tempi brevi.