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Mosca gioca a filetto con l’Ue: “Merz pensa come Hitler e Starmer difende il terrorismo di Kiev”

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Nuovo giorno, nuovo scambio di invettive. Oltre ai missili, Mosca e Kiev si inviano a vicenda frecciate e punzecchiature degni di nota, ma attualmente nel mirino del Cremlino ci sarebbe finito il cancelliere tedesco, Friedrich Merz.

Ha ancora la mentalità della Germania di Hitler“, che pensava di avere “bisogno di territorio per avere accesso alle risorse naturali“, afferma con una certa verve il Ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, citato dalla Tass, nel commentare le parole di Merz, secondo il quale la Germania tornerà ad avere il più grande esercito convenzionale d’Europa e accusa la Russia di non volersi fermare all’Ucraina ma di voler conquistare tutta l’Europa. A detta di Lavrov, infatti, il cancelliere inquadrerebbe la Russia in un determinato contesto “con i suoi stessi standard“, e “basandosi su giudizi genetici, istintivi“.

Lavrov: “Senza l’appoggio della Gran Bretagna Kiev sarebbe impotente”

La Germania però non sembra essere il solo piatto servito al tavolo della stampa. La Gran Bretagna, difatti, sembra aver avuto l’onore di essere citata dallo stesso Ministro russo che la accuserebbe di sostenere in modo decisivo quelli che considera “attacchi terroristici” ucraini contro il territorio russo.

Intervenendo al “Forum del Futuro – 2050“, Lavrov non ha esitato a farsi riconoscere, ponendo l’accento su Kiev che sarebbe “assolutamente impotente” senza l’appoggio britannico e ipotizzando anche il coinvolgimento delle agenzie di intelligence statunitensi. Secondo Lavrov, le recenti azioni in territorio russo, in particolare nella regione di Kursk, dimostrerebbero la natura “terroristica” delle operazioni ucraine, in quanto compiute, a suo dire, in aree “prive di obiettivi militari“.

Il Ministro ha tenuto a ricordare che il Presidente della Russia, Vladimir Putin, ha già tirato le fila dei dossier aperti nonché della situazione nella sua interessa durante un recente incontro con i membri del governo. Da qui, sembrerebbe che le minacce siano serie “ma è chiaro che senza il supporto degli inglesi l’Ucraina non riuscirebbe ad agire in questo modo” ha scandito Lavrov puntualizzando sul coinvolgimento al 100% dei britannici.

Nel variegato ventaglio di soggetti da poter colpire con accuse, denunce e polemiche con cui il Cremlino si sventola ogni mattina, figura anche la Nato. La Russia afferma con tranquillità di riservarsi la libertà di reagire a quelle che considera mire espansionistiche dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord. Questa volta però la voce che si leva dalla riva sinistra del fiume Moscova, è del Portavoce Dmitry Peskov, citando esplicitamente l’arrivo di nuovi membri alle sue porte, ovvero di Svezia e Finlandia.

In un modo o nell’altro, la Russia dovrà reagire alle azioni espansionistiche e aggressive della Nato e degli Stati membri della Nato, di nuovi membri della Nato che ci sono ben noti e sono adiacenti ai nostri confini“, ha sentenziato Peskov alla stampa pur sempre a titolo informativo per evitare disguidi. Alla domanda se la Russia potrebbe schierare missili in regioni sensibili per la sicurezza, dopo la scadenza della moratoria al dispiegamento di missili a medio e corto raggio, il Portavoce russo è stato esplicitamente diretto: “Naturalmente, a un certo punto, quando nulla ci limiterà, manterremo questa libertà d’azione“.

Crosetto: “La vera differenza tra la Russia è l’Ucraina è il bacino di reclutamento”

Un voce si erge anche dall’Italia, un po’ per rassicurare, un po’ per avvertire, un po’ per chiarire. E’ il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che intervenendo alla presentazione del papare “Difesa, l’industria necessaria”, delinea il quadro della guerra tra Russia e Ucraina. “Viviamo tempi molto complicati, – scandisce il Ministro – in cui sul fronte della Difesa abbiamo da un lato il prevalere di tecnologie offensive e difensive sempre più sofisticate e dall’altro, come in Ucraina, guerre combattute da esseri umani in trincee uguali a quelle del primo conflitto mondiale“.

La vera differenza tra Russia e Ucraina, a detta di Crosetto è al quanto banale e semplice. In fin dei conti, i due fronti si differenziano nei “due bacini di reclutamento, nel numero di persone che possono essere mandate a combattere“. La Russia, nello specifico, che negli ultimi mesi ha avviato due nuove campagne di reclutamento, con incentivando ad accettare proponendo stipendi molto più elevati e con l’obiettivo di arrivare ad avere un milione e 600 mila militari attivi. Uno scenario impressionante a cui vanno aggiunte 5 milioni di riservisti, che non sono riservisti svizzeri ma forze immediatamente impiegabili, per un bacino potenziale di 5 milioni e 600 mila unità.

E non solo, come spiegato da Crosetto “un euro investito in Difesa dalla Nato non è paragonabile come produzione di risorse ad un euro investito in Russia” in quanto considerando il costo di produzione decisamente inferiore, tra manodopera, materie prime ed energia, “un milione di euro investito in Russia produce il doppio, se non di più, di un milione di euro investito in Europa“.

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