L’offensiva ucraina in territorio russo continua senza tregua e la tensione a Mosca aumenta di giorno in giorno. Il ponte sul fiume Seim è stato distrutto da un attacco missilistico e il Cremlino ha sfruttato l’occasione per condannare gli Stati Uniti, sostenendo che le armi utilizzate per l’attacco siano di fabbricazione statunitense. Non è la prima volta che Mosca accusa l’Occidente di aver aiutato Kiev ad attaccare i suoi territori e si teme che la Russia possa prendere decisione avventate.
Nella giornata di oggi, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che “se il regime di Kiev iniziasse ad attuare piani criminali volti a creare un disastro nella parte europea del continente con la contaminazione radioattiva di vasti territori, verranno immediatamente adottate dure misure militari e tecnico-militari di ritorsione“. Il pericolo che gli ucraini decidano di attaccare la centrale nucleare nella Regione di Kursk diventa quindi sempre più preoccupante.
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Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato che l’esercito ucraino sta “rafforzando” le sue posizioni nella Regione russa di Kursk, con l’obiettivo di estendere i territori “stabilizzati” da parte delle truppe di Kiev. Secondo il il think-tank Institute for the Study of War (Isw) di Washington, che cita diversi blogger militari russi, sembrerebbe che i militari ucraini stiano procedendo con la loro avanzata, in direzione sud-est, oltre la cittadina di Sudzha, recentemente conquistata.
Respinte le truppe ucraine a Belgorod
Secondo una nuova indiscrezione del Washington Post sembrerebbe che diversi giorni fa alcune centinaia di soldati ucraini abbiano tentato di penetrare nella Regione russa di Belgorod. Un’offensiva simile a quella messa in atto a Kursk, che stavolta però è fallita a causa della dura risposta dei militari russi. La Regione di confine, infatti, era da giorni in massima allerta proprio perché si temeva un tentativo di incursione delle truppe di Kiev. Su questo episodio, finora, era stato mantenuto il silenzio da parte di Mosca e Kiev, che non hanno commentato l’accaduto.
Intanto, le forze di difesa ucraine hanno dichiarato di aver abbattuto nella notte 14 droni kamikaze di fabbricazione iraniana lanciati dalla Russia. Un quindicesimo drone, però, non è stato fermato in tempo ed è esploso nella regione ucraina di Sumy, dove sono state ferite diverse persone. Un drone ucraino ha invece colpito una delle strade che costeggiano le centrali nucleari di Kursk, “mettendo in pericolo i lavoratori presenti nella zona“. Secondo Mosca non sarebbero stati registrati feriti o danni agli impianti. Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) presenti sono stati informati dell’attacco e hanno visitato il luogo dove è caduto il drone.
L’attacco a Kursk ritarderà i negoziati per la pace
Diversi diplomatici e funzionari hanno confermato al Washington Post che entro la fine di agosto Ucraina e Russia avrebbero dovuto inviare delegazioni a Doha per negoziare un accordo storico che fermasse gli attacchi alle infrastrutture energetiche ed elettriche da entrambe le parti. Un negoziato ad oggi non più possibile a causa dell’incursione ucraina in territorio russo. Secondo la testata statunitense, l’intessa che si sarebbe potuta raggiungere in Qatar sarebbe stata “l’equivalente di un cessate il fuoco parziale e avrebbe concesso una tregua a entrambi i Paesi“.
Non è chiaro quindi, in che modo gli equilibri della guerra russo ucraina siano cambiati a seguito dell’offensiva di Kiev. Sembrerebbe però che ad oggi un percorso che porti ad una pace duratura sia più complesso del previsto. Resta da comprendere quali saranno le conseguenze a lungo e breve termine che scaturiranno dall’avanzare delle truppe di Kiev in territorio russo.
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