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Minneapolis, trovato il killer della deputata Hortman e di suo marito: chi è il “volto del male”

La notizia è stata confermata dal New York Times, che ha riportato di un uomo di 57 anni che sarebbe stato fermato "senza l'uso della forza". L'arresto è avvenuto a Green Isle, piu' di un'ora a ovest di Minneapolis, dopo una 'caccia all'uomo' durata 40 ore

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Il governo federale degli Stati Uniti ha fermato un uomo, sospettato di essere l’autore della sparatoria di Minneapolis, dove il 14 giugno due politici democratici del Congresso dello Stato sono stati raggiunti da vari colpi di pistola. L’aggressore si è presentato in piena notte nelle loro case, vestito da poliziotto per poi darsi alla fuga. Immediata la caccia all’uomo mentre le forze dell’ordine hanno diramato un allarme di massima allerta per tutti i cittadini: la polizia, affiancata dall’Fbi, ha portato avanti le indagini per cercare di fermare il sospettato definito “armato e pericoloso“.

La notizia è stata confermata dal New York Times, che ha riportato di un uomo di 57 anni che sarebbe stato fermatosenza l’uso della forza“. L’arresto è avvenuto a Green Isle, piu’ di un’ora a ovest di  Minneapolis, dopo una ‘caccia all’uomo’ durata 40 ore. Lo sceriffo della contea di Ramsey, Bob Fletcher, ha definito l’uomo “il volto del male“, sostenendo che l’arresto potrà garantire una giustizia alle vittime.

Minneapolis, un attacco inaspettato e l’allerta

In questo modo si sarebbe poi introdotto nelle case dei due politici, e gli avrebbe sparato. Le vittime sono la deputata Melissa Hortman e il marito, mentre il senatore John Hoffman e la moglie sono rimasti gravemente feriti.

Tutte e quattro le vittime sono state portate d’urgenza in ospedale, dove però Hortman e suo marito non ce l’hanno fatta. Hoffmann e sua moglie invece sono stati operati, anche se le loro condizioni restano ancora molto gravi.

E così dopo aver portato a termine il suo piano, l’uomo si è dato alla fuga, ma la polizia crede che sia ancora in città. Le forze dell’ordine hanno poi fornito un primo identikit dell’uomo, descrivendolo come bianco, con i capelli bruni. Il sospettato, pericoloso e armato, indosserebbe una camicia e pantaloni blu sotto ad un giubbotto antiproiettile nero.

Il killer sarebbe Vance Luther Boelter, nominato nel 2019 dal governatore Tim Walz per ricoprire un incarico di quattro anni nel board per lo sviluppo della forza lavoro. E, secondo alcune fonti, nella sua vettura è stato ritrovato un volantino ‘No Kings’, lo slogan delle manifestazioni anti-Trump in programma in tutti gli Stati Uniti.

Nell’auto c’erano anche armi, munizioni, un biglietto di auguri di buona festa del papà (festeggiata domenica negli Stati Uniti) e un manifesto contente 70 nomi, fra i quali quelli di Hortman e Hoffman ma anche quelli di diversi sindaci e titolari di centri per l’aborto. Tutti coloro citati sono stati allertati dalle forze dell’ordine e invitati a prendere maggiori precauzioni.

Minneapolis, le parole del governatore Tim Walz e di Gabrielle Giffords

A rassicurare la città di Minneapolis sono state le parole del governatore del Minnesota Tim Walz, che con un suo post su X ha affermato che farà quanto è in suo potere per trovare il responsabile. Il governatore ha informato i cittadini che gli spari a Champlin e a Brooklyn Park sono vere e proprie sparatorie mirate, ma che le forze dell’ordine hanno tutte le risorse necessarie per affrontare questo attacco.

Successivamente in un altro post il governatore ha espresso il massimo cordoglio per le due vittime e ha condannato questo attacco, definendolo un “atto tragico di violenza politica“.

Il governatore ha poi aggiunto che la situazione è già sotto controllo, che sarà monitorata e invita tutti alla massima attenzione. Infatti nessun cittadino dovrà intervenire in caso intercettasse il sospettato, ma dovrà immediatamente contattare il 911.

Infine ha rilasciato una dichiarazione anche Gabrielle Giffords, ex deputata e alla guida di Giffords, l’organizzazione nazionale per la prevenzione della violenza con armi da fuoco. Nel comunicato la Giffords afferma di essere addolorata per questo attacco, e ha mostrato la sua vicinanza ai cari della vittima dicendo che anche lei capisce il dolore di un atto così violento come una sparatoria mirata. Gabrielle Giffords, infatti, nel 2011 è stata anche lei vittima di un attentato che ha ucciso 6 persone e ferito 12.

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