La giovane democrazia argentina ha votato e dimostrato la sua preferenza per l’ignoto che Javier Milei rappresenta, rispetto al peronismo radicato rappresentato da Sergio Massa. Una scelta che dimostra la stanchezza ma anche la disperazione di un Paese al collasso economico, in cui l’inflazione è arrivata al 142% su base annua e il debito pubblico ha toccato i 419 miliardi di dollari.
La sinistra ha deluso il suo popolo, quindi, è arrivato il momento di dare spazio alla destra, anche se la svolta anarco-capitalista è sembrata a molti esagerata. Javier Milei è a tutti gli effetti un homo novus, che si avvicina per la prima volta alla politica dopo una carriera da economista e che promette di poter risollevare il Paese in poco tempo, grazie a misure drastiche.
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Una promessa che dovrà mantenere per garantirsi un posto fisso nella politica argentina e per non essere la solita parata discendente di chi, dopo una carriera di tutto rispetto decide di entrare in politica.
Argentina: il ballottaggio da Milei e Massa
Ieri pomeriggio è giunta la conferma della vittoria di Milei, ma i risultati fossero certi già a partire da qualche ora prima. Per la prima volta nella storia dell’Argentina, infatti, uno dei due candidati arrivati al ballottaggio, in questo caso Massa, ha deciso di parlare alla Nazione prima della fine dello spoglio dei voti.
Massa, candidato peronista ed attuale ministro dell’economia, si è detto “contento che il Paese sia riuscito ad avere al comando il Presidente che ha votato, anche se non è andata come ci aspettavamo“, parole neutro che vogliono dire tutto e allo stesso tempo niente, e ancora influenzate dal bruciore della sconfitta.
Javier Milei, detto “el loco” ovvero il pazzo, è divenuto protagonista di una vittoria schiacciante con il 56% di preferenze e ben 11 punti di scarto da Massa. Una vittoria incoraggiante che dimostra le fiducia che il Paese sta riponendo nelle sue mani. Per citare le parole del suo avversario ormai sconfitto “Da oggi la responsabilità di garantire il funzionamento sociale, politico ed economico del Paese spetta a lui, il nuovo Presidente“.
Le intenzioni del nuovo presidente Milei
Come abbiamo già detto, Milei arriva da un contesto lontano dalla politica; si è sempre occupato di economica, ha scritto libri ed è fedele ai postulati formulati dagli economisti. In poco tempo è divenuto il fenomeno politico dell’argentina, riuscendo dal 2021 ad oggi a diventare Presidente.
Si è sempre definito un anarco-capitalista, che unisce in sé i valori dell’anti-peronismo, anti-comunismo e quelli dello scontento della popolazione. Stiamo assistendo alla salita del potere del nuovo Donald Trump- ed anche il ciuffo lo ricorda- oppure del nuovo Jair Bolsonaro. Uomini di destra che fanno della rinascita dell’economia il punto forte del loro discorso politico. In questo caso, Milei dovrà far fronte all’inflazione e all’aumento del dollaro, la valuta di riserva per gli argentini, così come alla crisi innescata dalla forte siccità che ha colpito il Paese e agli alti tassi di disoccupazione del Paese, che ha ormai raggiunto il 7%.
Ma Milei non si sente scoraggiato ed è pronto a mettere in campo misure draconiane per affrontare i problemi economici del Paese. Ha intenzione di privatizzare gran parte delle industrie di Stato e di smantellare la Banca di Stato, secondo lui vera colpevole degli alti tassi di inflazione nel Paese.
L’umore del popolo argentino
L’affluenza alle urne nella giornata di ieri ha raggiunto il 76%, un risultato storico per la giovane democrazia argentina, che da soli 40 anni è libera dalla dittatura. Ma, grazie alle interviste e ai sondaggi è stato facile capire che lo scontento nel Paese è generale e che quello di ieri, più che un voto a favore è stato un voto contro uno e l’altro candidato. La scelta di ciò che si riteneva meno peggio rispetto a ciò che si ritiene migliore, e che è supportata dal bisogno di cambiamento che investe il popolo argentino.
Poco dopo l’annuncio della vittoria, le strade vicine alla residenza di Milei si sono riempite di giovani uomini pronti a dichiarare il loro favore al governo Milei, con tanto si slogan “Ha paura, la casta ha paura“, in riferimento alla casta peronista che Milei ha giurato di “far fuori a colpi di motosega“.
Ma basta spostarsi un po’ più lontano dalla residenza del nuovo presidente, per scoprire nuovi punti di vista sul personaggio. Come riporta La Repubblica, Valentina di 21 ha dichiarato di aver “votato Milei col naso tappato“, perché non vi era una terza ipotesi in cui poter riversare le proprie speranza. Mentre, due anziani hanno ammesso di avere speranza nel nuovo governo, perché “dopo anni di peronismo c’è bisogno di novità, e temiamo più l’attuale governo che ciò che può fare Milei“.
Rimane comunque la speranza che Milei non dia credito al suo soprannome e riesca a far risorgere il suo Paese, anche se con misure a dir poco drastiche.
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