L’attenzione quasi ossessiva che il resto del mondo sembra nutrire per le elezioni Usa non deriva solo dai simpatici, e a volte imbarazzanti, siparietti che i due contendenti per la Casa Bianca inscenano nel corso della campagna elettorale. Dietro all’interesse mondiale c’è in realtà ben altro. Gli Stati Uniti, come ormai è chiaro, sono una superpotenza e in quanto tale hanno l’influenza per modificare drasticamente gli assetti mondiali, sia dal punto di vista culturale che economico. Proprio su quest’ultimo punto, le elezioni Usa si rivelano cruciali.
Nei giorni precedenti e ovviamente in quelli successivi all’Election Day, i mercati azionari e le economie globali potrebbero andare incontro ad un vero e proprio terremoto. Dunque, l’attenzione ai sondaggi, alle interviste e ai dibattiti dei due candidati diventa fondamentale per comprendere in che direzione si muoveranno i mercati mondiali. Le elezioni americane si concluderanno tra tre giorni, anche se il risultato potrebbe giungere anche tra una settimana, e già si ipotizzano le conseguenze che la vittoria di Kamala Harris o quella di Donald Trump potrebbero provocare nel resto del mondo.
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I due hanno infatti due visioni completamente diverse del futuro economico degli Stati Uniti e l’incertezza che i giorni prima del voto creano porta i mercati ad iniziare a risentire della situazione. In pochi giorni il quadro economico del Paese sarà più chiaro ma bisognerà comunque attendere gennaio 2025, data di insediamento del nuovo presidente, perché le novità che questo porta con sé possano essere applicate. Le stime e le proiezioni, ovviamente, non mancano e oltre alla presunta vittoria di Trump si scommette anche su una possibile ottima stagione dei mercati, dovuta in parte ad una stagnazione della politica Usa.
Usa, l’ipotesi dello stallo politico
La battaglia tra Harris e Trump, ormai un testa a testa all’ultimo sangue, potrebbe non interrompersi con l’Election day. Una delle time realizzata dagli esperti, infatti, vedrebbe i repubblicani vincere la fiducia del Senato e i Repubblicani quella della Camera. Una situazione rara ma non impossibile che porta quindi alla creazione di uno stallo politico, in quanto il governo degli Usa non è affidato interamente ad un unico partito. Vi sarebbero quindi più difficoltà a far approvare le leggi e a portare avanti progetti, poiché sarebbero ostacolati dai voti del partito di opposizione.
I mercati mondiali, però, potrebbero godere di questa situazione, in quanto non porterebbe con sé cambiamenti significativi e quindi garantirebbe un certo equilibrio anche a livello economico. Su questo punto avrebbero concordato anche alcuni osservatori, come Darrow Wealth Management. Ma anche nel caso in cui questa situazione dovesse verificarsi, i mercati potrebbero subire comunque lo scossone delle elezioni e dell’emotività che esso portano con sé. Nei giorni precedenti al voto, che secondo molti esperti “non saranno tranquilli“, ci si potrebbe infatti aspettare un rialzo dell’innalzamento azionario.
Usa, i mercati più stabili sotto i governi democratici
Le economie globali preparano le loro stime anche in base a ciò che è già accaduto in passato, ovvero in base alle fluttuazioni che si sono verificate nel corso dei vari governi statunitensi. Sembrerebbe infatti che i mercati abbiano reagito diversamente a secondo del partito politico che era al governo, unendo la vittoria dei democratici ad un aumento della spesa pubblica proattiva, che favorisce la distribuzione della ricchezza attraverso la tassazione, e quella dei repubblicani a politiche passive favorevoli alle imprese e con aliquote fiscali più basse.
Secondo gli osservatori, se in questa tornata elettorale dovesse vincere Donald Trump allora potrebbero aumentare le tariffe e potrebbero essere decisi tagli fiscali e altre politiche che alimenterebbero l’inflazione e che innalzerebbero la pressione sui rendimenti obbligazionari. Storicamente, comunque, il mercato statunitense tende a salire durante i mandati presidenziali, indifferentemente dal partito del presidente. Nello specifico, però, sono state registrate performance migliori quando al potere erano presenti i democratici.
Su questa stima gli esperti hanno voluto aggiungere una precisazione. Tale dato potrebbe essere influenza dal fatto che i due grandi crolli economici, quello del 1929 e quello del 2008, si sono verificati sotto amministrazioni repubblicane, mentre i recuperi di queste crisi sono avvenuti nel corso di governi democratici. La presenza quindi di uno stallo politico potrebbe evitare movimentazioni pericolose, o anche favorevoli, permettendo ai mercati mondiali di subire il meno possibile le conseguenze di queste elezioni.
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